Claudia Mannino: “La gestione dei rifiuti in Sicilia è un disastro”

26 luglio 2017

Lo dice la parlamentare nazionale eletta in Sicilia che, tre anni fa, con un emendamento approvato dal Parlamento di Roma, ha messo fine alla gestione commissariale di questo settore nella nostra Isola. Il grande ‘buco nero’ di centinaia di impianti di compostaggio finanziati con un fiume di denaro pubblico e lasciati a metà. Le denunce di Federconsumatori e il blocco della discarica a Ragusa

“La gestione rifiuti in Sicilia è un disastro, in 3 anni nulla è cambiato, l’assessore Contrafatto si dimetta”.

Parola della parlamentare nazionale eletta in Sicilia, Claudia Mannino, eletta nel Movimento 5 Stelle, oggi nel gruppo misto.

“La Sicilia – aggiunge – sta nuovamente annegando nei propri rifiuti, a causa di una gestione scriteriata e all’insegna della totale incompetenza. Siamo di nuovo al punto di partenza. Da quando, tre anni fa avevamo detto basta alla decennale gestione commissariale dei rifiuti, grazie ad un mio emendamento (votato ed approvato anche dalla maggioranza) alla legge di stabilità, nulla è cambiato”.

Claudia Mannino, tre anni fa, in occasione dell’approvazione della legge Finanziaria nazionale (che oggi si chiama legge di stabilità), ha presentato un emendamento che ha posto fine alla gestione commissariare dei rifiuti in Sicilia.

Dal 1999 fino a tre anni fa, in Sicilia, la gestione dei rifiuti è andata avanti con atti commissariali: ovvero con il presidente della Regione nominato ‘commissario’ dal Governo nazionale. Una pacchia sul fronte degli appalti: niente gare, ma affidamenti diretti. Tutti sempre d’amore e d’accordo: maggioranza e opposizione.

Dal 2001 al 2008 c’è stato il ‘commissario targato centrodestra’; dal 2008 al 2013 il commissario’ per i rifiuti targato centrosinistra. Affidamenti diretti di qua e affidamenti diretti di là.

In oltre tredici anni nessuno ha mai capito quante gare sono state ‘affidate’ e che cosa è stato realizzato. In teoria, ad esempio, la Sicilia dovrebbe avere già operativi centinaia di piattaforme per il compostaggio dei rifiuti, strutture indispensabili per la raccolta differenziata dei rifiuti.

Il dubbio – che poi è più di un dubbio – è che centinaia di queste opere sono state finanziate con soldi regionali, nazionali ed europei e lasciate a metà. Siamo davanti a uno dei più grandi ‘buchi neri’ della storia politica e affaristica della Sicilia. Una vicenda che deve per forza di cose coinvolgere tanti soggetti, se è vero che di questa storia si sa poco o nulla.   

Ed è anche logico: la Regione siciliana governata dal centrodestra dal 2001 al 2008 e dal centrosinistra dal 2008 fino ad oggi ha puntato sulle discariche. Le gare per i centri di compostaggio sono state ‘affidate’ (parliamo di centinaia e centinaia di milioni), ma di queste opere, a parte alcuni casi, si è saputo poco o nulla.

Sappiamo, invece, molto delle discariche, in maggioranza gestite da privati, che si sono arricchiti. L’unico che ha provato porre fine al grande affare delle discariche è stato l’ex assessore regionale, Nicolò Marino, allontanato dal Governo della Regione di Rosario Crocetta.

Il risultato, come sottolinea oggi, ancora una volta, Claudia Mannino, è il caos in una gestione dei rifiuti nella quale a predominare sono ancora le discariche:

“La differenziata – scrive Claudia Mannino – è sempre al palo, gli impianti quasi non esistono e le discariche continuano ad essere il centro dell’immonda gestione dei rifiuti, nonostante si continui ad andare in deroga a norme nazionali ed europee. Il nuovo piano rifiuti è stato clamorosamente accantonato, e non si sa dove siano finiti i soldi stanziati per la gestione commissariale, così come quelli per gli impianti di compostaggio finanziati da Regione e Europa”.

A questo punto la parlamentare pone una domanda:

“Come sono stati utilizzati questi fondi?”.

Quindi l’attacco all’assessore regionale con la delega ai rifiuti, Vania Contraffatto, voluta in Giunta dal sottosegretario, Davide Faraone, esponente del PD renziano della Sicilia:

“L’assessore Vania Contrafatto – dice Claudia Mannino – che a Pasqua negava, nelle sue dichiarazioni alla stampa, l’esistenza di una crisi nel settore rifiuti, dovrebbe dimettersi se non è in grado di dare delle risposte e trovare delle soluzioni”.

“L’obiettivo – precisa la parlamentare nazionale – era quello di tornare ad una gestione ordinaria dei rifiuti, con il 65% di raccolta differenziata. E invece la differenziata è ferma a percentuali ridicole e il sistema è nuovamente al collasso, grazie anche all’appoggio del Ministro Galletti (Gian Luca galletti, Ministro dell’Ambiente ndr) che, nonostante abbia firmato un protocollo di intesa con la Regione, non ha affatto vigilato sul rispetto del cronoprogramma”.

Quindi una nuova nomina, da parte dell’attuale Governo regionale, in barba agli ‘avvertimenti’ della Corte dei Conti:

“Assistiamo in questi giorni invece alla nomina dell’ennesimo dirigente esterno nel settore rifiuti, Gaetano Valastro. Questo avviene ignorando i numerosi richiami della Corte dei Conti sulla verifica del personale interno. Sui rifiuti la Contrafatto ha fallito. È necessario che ne prenda atto e si faccia da parte”.

Sulla cattiva gestione dei rifiuti in Sicilia, nei giorni scorsi, è intervenuta anche Federconsumatori Sicilia:

“Da moltissimo tempo – ha detto il presidente regionale di Federconsumatori, Alfio La Rosa – chiediamo alla Regione di darsi una mossa sul tema rifiuti. Da altrettanto tempo chiediamo che si costruiscano gli impianti necessari a trasformare i rifiuti in materie prime. Ancora da tempo chiediamo che si vada verso la chiusura delle discariche. Ora il tempo è finito, bisogna agire”.

La Federconsumatori della Sicilia teme che la Regione possa perdere i fondi europei:

“Come al solito – si legge nel comunicato di qualche giorno addietro – il rischio è che i fondi messi a disposizione dalla UE per la costruzione degli impianti vengano rispediti al mittente: la Regione ha inviato il suo Piano Rifiuti a Bruxelles e i funzionari europei, molto probabilmente, lo bocceranno e bloccheranno i fondi. Il perché è semplicissimo: quello che la Regione definisce un Piano, non lo è affatto. Il Piano Rifiuti si basa (o meglio, si basava) sulla costruzione degli inceneritori (imposti dall’alto dal Governo nazionale), ma l’assessorato all’Ambiente ha negato l’autorizzazione alla costruzione dei forni per i rifiuti”.

Questo, secondo Federconsumatori Sicilia, “è un bene perché gli inceneritori non sono mai la soluzione al problema rifiuti e sono pericolosi per la salute e per l’ambiente. Ma, una volta bocciati gli inceneritori, si sarebbe dovuto procedere a stilare un nuovo Piano basato su raccolta differenziata, impianti di compostaggio, impianti di biogas e centri di recupero della materia.
Nulla di tutto ciò è stato fatto.

“Il Piano Rifiuti attualmente sotto la lente dell’Europa – spiega Alfio La Rosa – è un non-piano, è generico, inefficace e assolutamente inadeguato a risolvere un problema enorme come quello dei rifiuti siciliani. L’Europa non può che bocciarlo, la Regione ne avrebbe dovuto presentare uno nuovo e migliore”.

“Non c’è quindi affatto da stupirsi – dice sempre La Rosa – se decine di Comuni siciliani fanno, loro malgrado, una differenziata bluff. La responsabilità è chiaramente della Regione che doveva agire già da mesi”.

“La situazione che abbiamo davanti a noi – conclude La Rosa – non è affatto buona: l’Europa ci negherà i fondi, la Sicilia non avrà i soldi per costruire gli impianti a valle della raccolta differenziata e, di conseguenza, i siciliani saranno costretti a continuare a fingere di fare la differenziata”.

Federconsumatori Sicilia plaude agli sforzi dei cittadini siciliani che, a leggere le parole del dirigente Ufficio Speciale, Salvatore Cocina, riportate qualche giorno fa dal Giornale di Sicilia, stanno imparando a fare la raccolta differenziata. Ma ricorda anche “che i siciliani pagano, in media, 85 euro l’anno in più del resto degli italiani di tassa sui rifiuti. Per poi vederseli buttare in discarica”.

Intanto a Ragusa, da qualche giorno è stata chiusa la discarica di ‘Cava dei Modicani’. I rifiuti dei cittadini sono rimasti nei cassonetti. Non è facile capire come finirà.

L’ordinanza urgente ed indifferibile è stata adottata dal sindaco di Ragusa, il grillino Federico Piccitto, per motivi igienico-sanitari. La parola passa, adesso, alla Regione che dovrebbe comunicare il sito alternativo dove stoccare i rifiuti.

In realtà, dovrebbero essere gli stessi Comuni ad organizzarsi: ma su questo punto la confusione, in Sicilia, è sempre stata tanta.

La verità è che, anche nel settore dei rifiuti, il Governo regionale ha creato enormi disastri.

Non sono mancate le inchieste giudiziarie nel settore dei rifiuti, soprattutto nella parte orientale dell’Isola. Ma il sistema di potere politico-affaristico non è stato scalfito. tant’è vero che i ‘Signori delle discariche’ della Sicilia dettano ancora legge.

Questo avviene nonostante le proteste dei cittadini che vivono nei pressi delle discariche, che protestano senza, però, ottenere nulla di concreto.

Succede a Misterbianco e a Motta sant’Anastasia, in provincia di Catania; a Siculiana e Montallegro, in provincia di Agrigento; a Lentini, in provincia di Siracusa.

Tutto inutile. Comandano sempre ‘loro’…

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