Pino Maniaci: “Se la dottoressa Silvana Saguto parla succede il finimondo”

21 luglio 2017

Ieri si è aperto il processo al direttore di TeleJato, Pino Maniaci. Così noi abbiamo deciso di porre alcune domande a questo battagliero giornalista che, lo scorso anno, ha messo a soqquadro la Sezione per le misure di prevenzione del Tribunale di Palermo 

Secondo i magistrati – il riferimento è al Presidente della seconda sezione penale del Tribunale di Palermo, Benedetto Giaimo e per il Pubblico ministero Amelia Luise – il processo che si è aperto ieri a Pino Maniaci, il direttore di TeleJato accusato di estorsione, “non ha interesse sociale”. quindi niente Tv e niente Radio.

Il giudizio di questi magistrati (perché anche in questo caso di un giudizio si tratta) ci ha colpito (ne abbiamo dato notizia in questo articolo riprendendo un comunicato dell’Associazione Antimafie Rita Adria).

Pino Maniaci e la sua redazione, con inchieste puntuali e documentate, hanno messo sottosopra la Sezione per le misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, quando sulla plancia di comando c’era la dottoressa Silvana Saguto.

A un certo punto, dopo che le polemiche hanno travolto la Sezione per le misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, il direttore di TeleJato è stato accusato – dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo – di aver preteso favori e denaro da amministratori locali minacciandoli, in caso di rifiuto, di avviare campagne d’informazione negative nei loro confronti.

Noi abbiamo scritto più volte di Pino Maniaci:

(qui potete leggere un articolo che risale al 22 aprile dello scorso anno)

(e qui potete leggere un altro articolo dello scorso anno nel quale esprimevamo qualche perplessità)

Visto che si è aperto il processo nei suoi confronti abbiamo posto qualche domanda al direttore di TeleJato che è tornato più pimpante che mai alla sua attività di giornalista.

Allora, com’è andata ieri?

“Tutto rinviato al prossimo 20 settembre”.

Com’era stato anticipato, niente Tv e niente Radio…

“Eh già! E dire che anche la Rai aveva chiesto di esserci. Poi anche Radio Radicale. E una compagnia cinematografica inglese che sta realizzando un film. Il no della Corte è arrivato per tutti”.

Abbiamo sentito: il suo processo non ha interesse sociale.

“Quando la Procura della Repubblica di Palermo mi ha messo in croce la rilevanza sociale c’era: tant’è vero che hanno presentato le accuse nei miei confronti in una conferenza stampa. Ora che mi processano la rilevanza sociale non c’è più. E poi debbono tutelare le altre parti… Lasciamo perdere che è meglio!”.

Lei che idea si sta facendo del suo caso?

“Che i magistrati sono una casta. Prendiamo il caso del ‘Palazzo della legalità’ di Caltanissetta, dov’è coinvolto il fratello del giudice Vittorio Teresi. Conoscete questa storia”.

Sì. Le Iene hanno fatto un servizio (potete vederlo qui). Detto, questo torniamo a porre la domanda: lei che idea si sta facendo della sua vicenda?

“La mia idea è la seguente: mi stanno massacrando perché ho fatto saltare il sistema Saguto che era in piedi da decenni. Ovviamente non si deve dire che un piccolo giornalista ha fatto venire alla luce il verminaio. Anzi, sa cosa dicono? Che Pino Maniaci e TeleJato, in questa storia, hanno giocato un ruolo minimo. Peccato che a Caltanissetta, leggendo gli atti, il mio nome e quello di TeleJato ricorrono spesso”.

Chi sono i sui avversari in questa vicenda?

“La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo e i Carabinieri di Partinico”.

Le prossime mosse?

“Abbiamo chiamato come teste la dottoressa Saguto. E anche l’avvocato Cappellano Seminara. E il colonnello della Guardia di Finanza, Rosolino Nasca”.

Come finisce ‘sta vicenda?

“Non lo so. Però di una cosa sono convinto”.

Cioè?

“Che se la dottoressa Saguto parlerà succederà il finimondo. Chissà quante persone importanti sono coinvolte in questa storia. Quanti fratelli, figli e amici di persone altolocate…”.

Lei intanto è tornato a lavorare.

“Certo. E sono più motivato di prima. Sa, noi facciamo questo lavoro come lo si faceva una volta: muovendoci nel territorio, scavando tra persone e cose. E cercando i riscontri”.

Ma è vero che avevate messo mano a un’inchiesta sulla Sezione Fallimentare presso il Tribunale di Palermo?

“Sì, è vero. Ma se per quello che abbiamo raccontato sono finito dove sono finito, figuriamoci che cosa mi succederebbe se a TeleJato decidessimo di aprire il capitolo della Fallimentare. Credo che potrebbe capitarmi di peggio”.

Cosa le ha insegnato questa storia?

“Che in Italia c’è chi può ignorare la legge”.

 

 

 

 

 

 

 

 

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