Sicilia in fiamme: non c’è un giudice a Berlino?

4 luglio 2017

Ma a nessuno viene in mente che tutto questo si poteva evitare, solo che la politica avesse fatto il suo dovere? A nessun giudice viene in mente di convocare l’Assessore responsabile ( e irresponsabile) e fargli qualche domanda specifica?

Ritorna il ritornello di sempre: Roma ci aiuti!! Inetti, incapaci, i nostri politicanti si trovano alle prese con un evento prevedibilissimo, l’emergenza incendi. E dico prevedibilissimo perché è proprio la loro colposa incuria la causa di tutto di questo scempio. Da mesi si sarebbero dovuti avviare al lavoro gli operai stagionali che vengono assunti per svolgere i lavori di prevenzione e di salvaguardia del verde. Niente è stato fatto.

Perché?  Per due motivi, essenzialmente.

I nostri politicanti ascari e servi di Roma in questi anni hanno lavorato assiduamente per regalare al governo nazionale i nostri soldi, soldi che ora sono venuti a mancare. E la Sicilia brucia. Ma non c’è un giudice a Berlino? Ma a nessuno viene in mente che tutto questo si poteva evitare, solo che la politica avesse fatto il suo dovere? Ma non si rende di quello che dice quel prefetto che ha affermato che gli incendi ci sono finché gli operai non firmano i contratti di lavoro e che appena gli operai hanno firmato gli incendi cessano?? Ovvero che gli stessi soggetti che hanno appiccato il fuoco sono gli stessi che poi sono stati assunti? E se è così perché non li fa arrestare?

A nessun giudice viene in mente di convocare l’Assessore responsabile ( e irresponsabile) e fargli qualche domanda specifica? A nessuno sfugge la consequenzialità quantomeno tra il gioco a ritardare gli ingaggi e le elezioni amministrative appena celebratesi? Che il cinismo di questa gente senza scrupoli non ha limiti? Infatti, assumendo questo personale ad aprile e maggio (quando cioè sarebbe stato necessario) avrebbero perso il controllo su questa fetta di elettorato nelle elezioni di giugno. E ancora, si sostiene da parte del governo regionale che la Regione non dispone più degli elicotteri che il Corpo forestale dello Stato metteva a disposizione del Corpo forestale della Regione in base ad una convenzione. Ciò sarebbe accaduto in quanto il corpo nazionale è stato assorbito dall’Arma dei Carabinieri. E allora? Forse che la convenzione veniva meno? Sarebbe strano. Non credo che l’Arma, ove richiesta, abbia rifiutato di proseguire nella convenzione. Anche questo sarebbe strano. Forse l’assessore ha deciso di non rinnovare la convenzione con l’Arma agli stessi patti e condizioni? E perché? Bisognerebbe chiederlo all’assessore. Forse contava di disporre di altri elicotteri a “condizioni migliori” ma poi l’affare è sfumato?
“Signor Procuratore del Re”, diceva a questo punto il leggendario Vidoq, eccovi i colpevoli”.
Siamo di fronte ad un vero e proprio crimine. Come altrimenti definire un ritardo provocato di due mesi nell’inizio di operazioni di importanza vitale? Non prendiamoci in giro. Se è prevedibile che la ritardata assunzione degli operai è causa degli incendi, le strade sono due: dire al mondo intero che non ci sono soldi e chiedere l’intervento dell’Esercito. Oppure fare cessare una volta per tutte questo ricatto reciproco prevedendo un piano almeno annuale di prevenzione, dando lavoro per tutto l’anno. Cosa che se si vuole si può fare benissimo. Ma la nostra politica accattona perderebbe il consenso che viene dal ricatto. Lo sappiano e lo ricordini i siciliani, non quelli che sono nella trappola del clientelismo, quelli che sono ormai prigionieri e non si salveranno mai. Come il sindaco di Patti, il quale, dopo avere assistito al disastro del suo territorio a causa dell’inutilità di Crocetta, appena Crocetta lo convoca per “studiare la situazione” e avere una piccola elemosina, invece di mandarlo a quel paese, se la fa a quattro piedi. No, sono gli altri siciliani, quelli non compromessi, non complici, non collusi che devono buttare fuori dalle leve di comando questo accrocco di parassiti. Sapendo benissimo che se questi saranno ancora tra i piedi avremo altri 5 cinque anni di incendi estivi, di monnezza per le strade, di impoverimento collettivo e di fuga dei nostri figli. Basta, basta, basta.

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