Ragazzi, finalmente c’è un sindacato che parla di rivoluzione e di rivolta: era ora!

14 giugno 2017

Si tratta del sindacato ORSA, sigla che sta per Organizzazione Sindacati Autonomi e di Base. La federazione di Palermo – con in testa il segretario generale, Pino Prestigiacomo, e con il portavoce, Beppe De Santis – annuncia una stagione di lotte che dovrebbe coinvolgere “lavoratori e lavoratrici, precari, disoccupati, poveri”

“Palermo, è tempo di sollevazione e di rivolta”.

All’indomani del voto per le elezioni comunali, il sindacato ORSA (Organizzazione Sindacati Autonomi e di Base), federazione di Palermo, lancia un appello al popolo palermitano. L’appello porta la firma di “due antichi guerrieri laburisti”: Pino Prestigiacomo, segretario generale confederale dell’ORSA di Palermo e il portavoce, Beppe De Santis.

“Fratelli e sorelle lavoratori e lavoratrici, precari, disoccupati, poveri – si legge nell’appello – E’ TEMPO DI SOLLEVAZIONE, DI RIVOLTA. Gran parte di noi, il Popolo di Palermo, è ridotta alla povertà, a diffuse forme di lavoro schiavistico, a umilianti – ed eterni – lavori precari e partime, a redditi miserabili e incerti,a ricatti dolorosi e insopportabili”.

“NOI,UMILIATI E OFFESI – prosegue l’appello – NOI Offesi da classi dominanti parassitarie, voraci, predatorie, bugiarde, ignoranti e arroganti. Squallide. Al servizio delle oligarchie finanziarie speculative. NOI, offesi per la cacciata dei figli, in fuga incerta per il mondo, alla ricerca di una sopravvivenza e di un’altra dignità sognate. Oltre 10.000 giovani palermitani all’anno – spesso qualificati e laureati – via di casa: un genocidio. Come nei tempi più bui. Degli esodi biblici del nostro Popolo”.

“NOI – leggiamo sempre nell’appello – che sopravviviamo in città sempre più degradate e violente. Con servizi (trasporti, sanità, scuola e formazione) sempre più deteriorati e fatiscenti, massacrati dalle oligarchie finanziarie che dominano il mondo, in modo totalitario. Dove non si fanno nuove assunzioni da decenni. Dove i lavoratori, pesantemente ridotti di numero, anziani, malpagati, frustrati e maltrattati – a volte criminalizzati – reggono a stento”.

L’appello prosegue:

“NOI. Senza pensioni, con pensioni di fame, con pensioni future incerte e miserabili. NOI diciamo BASTA. TUTTE le tradizionali classi dominanti vanno combattute frontalmente, liquidate e spazzate via”.NOI. Popolo. Sappiamo che ,oggi, a dominare il mondo è il finanz-capitalismo globale speculativo, le 100.000 multinazionali globali che comandano al posto degli Stati svuotati di sovranità costituzionale. Sappiamo che la distribuzione della ricchezza è piombata ai livelli degli inizi del Novecento o dei tempi anteriori alla rivoluzione francese (l’1-10% dell’umanità contro il restante 90%)”.

“Sappiamo che l’Unione Europea è diventata il propulsore, l’acceleratore del dominio delle oligarchie neoliberiste”, mentre “il sistema monetario dell’euro” è diventato “lo strumento delle criminali politiche di austerità e di asservimento schiavistico del Popolo”.

“NOI. Pretendiamo, e combatteremo aspramente per questo, l’ATTUAZIONE INTEGRALE DELLA COSTITUZIONE ITALIANA, quella salvata con il referendum del 4 dicembre 2016 dal POPOLO CONTRO LE ELITES”.

“NOI. Pretendiamo la Repubblica fondata sul lavoro e sulla piena occupazione, secondo le politiche keynesiane – ivi sancite – da ripristinare integralmente e radicalmente. Il ruolo del SINDACATO va ripensato e rifondato in questo scenario globale di conflitto verticale tra finanzcapitalismo globale speculativo, da una parte, e Popolo, lavoratori, precari, poveri, famiglie, territori economia reale, rete delle Autonomie Locali, Autonomia Siciliana (da rifondare), sovranità statali costituzionali da ripristinare, dall’altra parte”.

“C’è bisogno di un NUOVO SINDACALISMO categoriale e confederale, autonomo, libero, DEI lavoratori, CON i lavoratori, PER i lavoratori. A partire da Palermo, dalla Sicilia, dal Sud. I tradizionali sindacati confederali sono diventati definitivamente sindacati di regime, subalterni a queste classi politiche dominanti serve del finanzcapitalismo, gestori della distruzione dei diritti dei lavoratori,servili, impotenti e anche -in alcuni ambiti-corrotti. C’è bisogno, qui e ora, di una vera rifondazione e RIVOLUZIONE SINDACALE, nell’ambito della rivoluzione neo-sovranista generale, che sta germinando in tutta Europa e in Italia”.

“A Palermo e in Sicilia, i punti e i settori di attacco prioritari del nuovo sindacalismo sono:
-i trasporti,
-la scuola e la formazione,
-gli Enti locali e la Regione,
-la sanità;
-tutte le forme di precariato,
-i disoccupati”.

“A questo ultimo proposito, organizzeremo, al più presto e bene, UNA GRANDE SINDACATO SICILIANO DEI DISOCCUPATI, organizzato in tutti i 390 Comuni siciliani e i tutti i quartieri delle grandi città. Tanti sono i segnali positivi di un possibile rinascimento del buon sindacalismo, a partire dalla vertenza in corso di ALITALIA”.

“Proseguono senza sbocco le annose vertenze quali ALMAVIVA, ILVA, CANTIERI NAVALI e altre.
Rivendichiamo l’impiego di marittimi italiani sulle navi delle flotte che fanno capo ad armatori italiani. A seguito del patente degrado, fino alla corruttela sistemica, del settore dei collegamenti marittimi siciliani con le isole minori,rivendichiamo la riforma totale del settore,a partire dalla ripubblicizzazione”.

Nell’appello c’è anche una parte dedicata al Governo regionale siciliano di Rosario Crocetta:

“Respingiamo completamente la proposta del governo Crocetta di assorbire il Consorzio Autostrade Siciliane (CAS) all’interno del corrotto ANAS. Al contrario, chiediamo l’assorbimento della rete stradale oggi gestita dall’ANAS all’interno del CAS”.

“RESPINGIAMO COMPLETAMENTE IL NUOVO PIANO REGIONALE DEI TRASPORTI, COMPLETAMENTE ERRATO SIA NELLA STRATEGIA CHE NELLE PRPOSTE CONCRETE”.

“L’ORSA, sindacato libero e autonomo, nato nel 2009 e già consolidatosi, in tutta Italia e in Sicilia, a partire dal Comparto dei Trasporti, è a disposizione per questo progetto – e impegno – rinnovatore e necessario, non più rinviabile. Palermo e provincia saranno i massimi laboratori di questa aspra e meravigliosa fatica. Venite immediatamente ad organizzare, con noi, il movimento di liberazione dei lavoratori e delle lavoratrici, dei precari, dei disoccupati, dei poveri”.

L’appello si conclude citando un passaggio della celebre lettera che San Paolo scrisse a Timoteo poco prima di morire:

“Ho combattuto la buona battaglia,
ho terminato la mia corsa,
ho conservato la fede”.

“L’epigrafe – conclude l’appello – va adattata a noialtri dell’ORSA: combatteremo la buona battaglia, per terminare, combattendo, la nostra corsa; conservando la fede. Nella giustizia”.

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