La pesca in Sicilia: soldi per tutti, tranne che per pescatori e armatori

31 maggio 2017

In Sicilia voteranno anche i pesci? Sembrerebbe di sì, altrimenti non si spiegherebbe un bando da 7 milioni e 300 mila euro da spartire tra lo “sviluppo dei prodotti di mare”, “marchi di qualità”, “valorizzazione del potenziale produttivo del settore”. All’appello mancano solo gli armatori e i pescatori che con la pesca, si sa, non c’entrano… Guarda caso, una spartizione di soldi in piena campagna elettorale…

Prodotti ittici di qualità. Urrah!

L’assessore all’Agricoltura e in utroque alla Pesca, Antonello Cracolici, ha tirato fuori dal suo cappello magico un’altra “santina”. Un bando per 7 milioni 300.000 euro (pari a 15 miliardi di vecchie lire), destinati allo sviluppo dei prodotti del mare (che poi sarebbero i pesci, i molluschi e i crostacei, o forse no).

Si va dai premi ai marchi di qualità (chi la certifica la qualità? Ci piacerebbe saperlo), ai finanziamenti ad associazioni (già costituite ed operanti da anni o da costituire tra figli, fratelli, sorelle, concubine e cinedi dei politici?) e portatori (speriamo sani) di interesse
del settore (qualcuno sa dirmi chi sono e dove sono e che fanno in concreto? A me fanno pensare a dei gabbiani dalle grandi aperture alari).

Le risorse, dice l’assessore, serviranno a finanziare “interventi di valorizzazione del potenziale produttivo del settore” (anche qui c’è chi può spiegarmi che cosa significa “potenziale produttivo” e come si misura se è solo “potenziale”?).

Tralasciando le “filiere corte” tra (attenzione!) ristoratori, aziende di trasformazione e commercializzazione.

E pescatori? A quanto pare non sono necessari.

E infine la goduria pura: finanziamenti ad attività di animazione (Teatro? Musica? Pantomime? Farse e tragedie del mare?); consulenze tecniche sempre a parenti, agnati, cognati, padri e figli, nipoti e, ancora, studi economici sulle aree oggetto dell’intervento, assegnati come sopra.

Tutto questo, mentre le statistiche ci dicono che la pescosità del mare Mediterraneo, su cui è competente l’assessorato, è al lumicino.

Ma perché questi soldi e tutti gli altri destinati alla pesca non vengono distribuiti ai pescatori e agli armatori per finanziare un lungo, salutare e proficuo riposo biologico e dare così tempo alla natura di riprendersi?

Non sarebbe più utile più logico?

Forse sì, ma certamente non altrettanto remunerativo…

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti