Elezioni comunali siciliane test nazionale: e a Palermo Leoluca Orlando trema…

31 maggio 2017

Difficile credere al sondaggio che dà il sindaco di Palermo uscente vittorioso al primo turno con il 47% dei voti. Mentre a Roma Renzi, Berlusconi e Grillo preparano una legge elettorale per le elezioni di Camera e Senato con l’obiettivo di mettere il ‘cappio’ al collo delle piccole formazioni politiche, Orlando, a Palermo – dopo aver abbandonato per cinque anni cittadini e commercianti ai ‘capricci’ di Passante e Anello ferroviario – cerca di correre ai ripari con promesse alle quali ormai non crede più nessuno

Si avvicinano le elezioni e le fibrillazioni politiche e giudiziarie sono ormai all’ordine del giorno. A Roma si profila un accordo sulla legge elettorale per Camera e Senato. L’intesa coinvolge il PD, Berlusconi e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Si dovrebbe andare verso un sistema proporzionale con lo sbarramento del 5% per lasciare fuori dal Parlamento le piccole forze politiche. Allo stato attuale non si capisce se rimarranno le liste bloccate, per consentire ai partiti di ‘nominare’ i parlamentari, o se si tornerà alla democrazia, ridando al popolo sovrano il potere di eleggere i propri rappresentanti.

Il ritorno alla piena democrazia non è semplice, perché sia Renzi, sia Berlusconi si portano dietro personaggi che nessuno eleggerebbe mai. Così è probabile che rimanga in piedi una quota sostanziosa di liste bloccate.Lo sbarramento del 5% consentirà a Renzi e a Berlusconi di ‘mettere in riga’ le piccole forze politiche. Chi vorrà sopravvivere dovrà trattare direttamente con il ‘capo’ del PD e con il ‘capo’ del centrodestra per ottenere qualche ‘strapuntino’ alla Camera e al Senato. O altrimenti resterà fuori.

Di fatto, è la fine di Alfano e Casini, destinati a uscire di scena. Sul partito del Ministro degli Interni, poi, sembra sia in corso un’operazione a tenaglia: prima il ‘siluro’ a Simona Vicari, ormai ex sottosegretario di Stato che sembrava in corsa per la presidenza della Regione siciliana (coinvolta nello scandalo dei trasporti marittimi tra la Sicilia e i suoi arcipelaghi, Simona Vicari, almeno per ora, è fuori gioco); ora la legge elettorale che ‘incapretta’ le piccole formazioni politiche.

Alfano, insomma, dovrà confrontarsi con una possibile, nuova legge elettorale che penalizza la sua piccola formazione politica. Il Ministro riuscirà forse a rientrare in Parlamento con il PD. Ma non sembra avere la forza per garantire i suoi in Sicilia.

La possibilità di ‘salvezza’ per gli ‘alfaniniì’ siciliani è legata alle elezioni comunali della Sicilia. Se i seguaci del Ministro degli Interni riusciranno ad ottenere un buon risultato, Renzi potrebbe candidare qualcuno di loro nel PD. Ma se perderanno le elezioni, beh, si attaccheranno al Tram, magari ai contestati e costosissimi 15 km di Tram realizzati a Palermo…

A Palermo, ieri, è piombato il Ministro Graziano Delrio. Che succede? Succede che, al di là dei ‘sondaggi’ che danno Leoluca Orlando riconfermato sindaco al primo turno con il 47% dei voti, la realtà sembra un’altra. E la realtà è che Orlando appare in grande difficoltà.

Ieri Delrio è venuto nel capoluogo dell’Isola per promettere altri appalti ferroviari. Non rendendosi conto che la città, da cinque anni, è in ginocchio proprio a causa di opere pubbliche eterne, che hanno reso e rendono la vita impossibile a tanti cittadini e che – soprattutto – hanno distrutto l’economia di interi quartieri.

Ci riferiamo al Passante ferroviario (opera che dovrebbe collegare l’aeroporto del capoluogo della Sicilia con Cefalù, passando dentro la città di Palermo con tante fermate) che è costato fino ad oggi quasi un miliardo di euro, provocando non soltanto incredibili disagi ai cittadini, tra traffico interrotto e danni (nel popolare della Zisa 16 palazzine sono state praticamente rese inagibili a causa dei lavori sotterranei). Un’opera che chissà quando verrà ultimata (nessuno sa quanti altri soldi dovranno essere spesi).

Nel caos anche l’Anello ferroviario, 20 km di strada ferrata dentro la città. Altri 100 milioni di euro che sono serviti appena per le opere iniziali, con danni enormi all’ambiente (basti pensare agli alberi di Piazza Politeama tagliati: una vergogna).

I lavori per l’Anello ferroviario hanno arrecato disagi a mai finire per i cittadini e danni enormi a centinaia di commercianti.

Così, ieri, Delrio è venuto a Palermo e, con Orlando accanto, ha cercato di ‘rassicurare’ i cittadini che i lavori del Passante e dell’Anello ferroviario saranno completati a breve. Nessuno, ovviamente, prende sul serio queste parole. Anche perché sia Delrio, sia Orlando, per cinque anni non si sono mai interessati ai disagi dei cittadini e dei commercianti del capoluogo dell’Isola. Ed è molto singolare che, a meno di due settimane dal voto per le elezioni comunali si siano ricordati dei disagi dei palermitani…

La verità – ed è per questo che Orlando rischia di non andare nemmeno al ballottaggio, altro che vincere al primo turno! – è che sotto gli occhi di 700 mila palermitani, oltre alle ‘trincee’ nelle strade che rallentano il traffico automobilistico, oltre ai lavori di un Passante ferroviario che vanno avanti da anni, oltre alle palazzine lesionate, oltre a un Tram che gira per buona parte del giorno quasi vuoto e che costa circa 10 milioni di euro all’anno, ci sono gli ospedali pubblici nel caos e una povertà che aumenta di giorno in giorno.

I paradossi di Palermo, oggi, sono visibili a tutti: un miliardo e 300 milioni di euro per appalti ferroviari e non ci sono i soldi per i disabili gravi, non ci sono i soldi per assegnare le abitazioni a un numero crescente di senza casa, non ci sono i soldi per gli anziani malati (praticamente abbandonati in tutta la Sicilia).

In Sicilia – e soprattutto nella Palermo di Orlando – prima vengono i grandi appalti e poi le persone. Delrio, infatti, è venuto nel capoluogo siciliano per ‘rassicurare’ sui piccioli per nuovi appalti, non certo per parlare della povertà, dei senza casa e degli ospedali pubblici in difficoltà. 

Tutto questo non potrà che avere effetti sulle elezioni comunali. Anche perché l’attuale Amministrazione Orlando, non sapendo dove trovare i soldi per far muovere il Tram, da un lato ha abbandonato intere periferie e, dall’altro, si è inventata una tassa di circolazione automobilistica contrabbandata come ZTL.

Per ora la ZTL ha colpito e penalizzato le aziende commerciali e artigianali del Centro storico. Ma il timore è che, dopo le elezioni, la ZTL venga estesa ad altre aree della città. Ed è per questo che tanti commercianti della città vogliono cambiare registro.

Del resto, che il Comune di Palermo sia a rischio default lo sanno tutti (come potete leggere qui). Il fatto che nessuno ne parli non significa che il problema non c’è.

Palermo e non solo Palermo. Perché se le elezioni in oltre cento Comuni siciliani sono previste l’11 giugno, sono alle porte anche le elezioni politiche nazionali e le elezioni regionali.

Con la nuova legge elettorale per le elezioni di Camera e Senato – che dovrebbe essere approvata entro i primi di luglio – si potrebbe andare al voto a settembre. O si potrebbe unificare il voto delle elezioni politiche con il voto delle elezioni regionali siciliane previste a novembre.

Si potrebbe votare contestualmente – elezioni politiche nazionali ed elezioni regionali della Sicilia – a ottobre. Ma c’è chi sostiene che ciò non avverrà: Renzi e Berlusconi, infatti, vorrebbero eventualmente ‘sistemare’ all’Assemblea regionale siciliana i probabili amici siciliani ‘trombati’.

In ogni caso, le elezioni comunali siciliane saranno un test importante: perché si capirà l’orientamento degli elettori: degli elettori siciliani innanzi tutto, ma – in generale – degli elettori italiani, se è vero che l’Isola, spesso, anticipa gli scenari politici di tutto il Paese.

 

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