A Roma si profila l’accordo Renzi-Berlusconi. In Sicilia PD e Forza Italia andranno insieme con Lagalla candidato?

22 maggio 2017

Da mesi I Nuovi Vespri scrivono che, in Sicilia, alle prossime elezioni regionali, PD e Forza Italia andranno insieme con un unico candidato. Alcuni esponenti di questi due schieramenti politici hanno ironizzato sulla nostra tesi. Ora, da Roma, arrivano notizie di un accordo tra Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale, magari per celebrare le elezioni politiche nazionali a novembre, in coincidenza con le elezioni regionali siciliane. E allora…    

Da tempo scriviamo che PD e Forza Italia, in Sicilia, saranno alleati alle elezioni regionali di novembre. Sulla rete, leggendo i nostri articoli, gli esponenti del Partito Democratico e i berlusconiani non hanno risparmiato l’ironia. Ora, però, da Roma arrivano segnali precisi di un accordo tra Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale. Ci sarà, è vero, da trovare il dopo per far quadrare i conti al Senato. Ma un dato politico sembra ormai scontato: i renziani (che ormai sono i padroni assoluti del PD) e gli azzurri stanno per siglare un accordo elettorale che potrebbe diventare anche politico, magari per far celebrare le elezioni politiche nazionali il prossimo novembre, in coincidenza con le elezioni regionali della Sicilia.

Da qui una domanda: che succederà in Sicilia?

Noi scriviamo da tempo che nella nostra Isola PD e Forza Italia andranno insieme alle elezioni regionali. Portandosi dietro un po’ di centristi (non tutti gli ex democristiani si accoderanno, ma una parte, con molta probabilità, hanno già l’accordo ‘chiuso’). Forse è per questo che l’ex rettore dell’università di Palermo, Roberto Lagalla, da oltre un mese, è già in campagna elettorale?

Totò Cuffaro – che è tornato a fare politica non da ‘giocatore’ (dopo le vicissitudini giudiziarie non si può più candidare), ma da ‘allenatore’ – non ha mai nascosto due cose. La prima cosa: la sua simpatia per Renzi. La seconda cosa: il suo ‘no’ alla candidatura di Nello Musumeci quale esponente del centrodestra (per Cuffaro, Musumeci sarebbe troppo a destra) e la sua preferenza per un candidato centrista.

Il dato politico, come dire?, ‘divertente’ di tutta questa storia non sarà certo vedere Cuffaro e il suo vecchio alleato storico, Saverio Romano, alleati di Forza Italia, perché, alla fine, in questo caso, si tratterebbe della riproposizione di un’alleanza politica che va avanti, tra alti e bassi, dagli anni ’90 del secolo passato.

Il dato politico ‘divertente’ di questa storia sarà nel vedere i vari Raciti, Cracolici, Marziano, Faraone e via continuando alleati di Cuffaro e Romano.

Un altro elemento politico ‘divertente’ sarà il ‘divorzio’ definitivo tra Forza Italia e il Cantiere Popolare da una parte e il già citato Nello Musumeci dall’altra parte. Fino ad ora non c’è una rottura ufficiale tra Musumeci e i suoi (ex?) amici del centrodestra. Gianfranco Miccichè, coordinatore-commissario di Forza Italia in Sicilia e Saverio Romano non hanno mai rotto i ponti.

Ma tutti sanno che, dopo le elezioni comunali dell’11 giugno, la rottura sarà inevitabile. Musumeci, infatti, è in campagna elettorale dal novembre dello scorso anno. La Lega Nord, che con Alessandro Pagano e altri esponenti di varie aree politiche ha messo radici anche in Sicilia, appoggia Musumeci. E la stessa cosa fanno i seguaci di Fratelli d’Italia.

Di fatto, Miccichè e Romano, per usare un gergo calcistico, sono stati messi in ‘fuori gioco’ dalle mosse di Musumeci. Tra l’altro, Miccichè non sembra ben visto dentro Forza Italia. E’ riuscito a convincere Berlusconi a farsi rinominare ‘capo’ del partito in Sicilia. Ma a seguirlo sono in pochi.

Non è un caso, ad esempio, se ‘pezzi’ di Forza Italia in Sicilia si sono già schierati con Musumeci. E’ il caso di Vincenzo Gibiino, ma si sussurra che anche a Palermo e in altre province dell’Isola ‘pezzi da 90’ di Forza Italia sarebbero pronti, dopo l’11 giugno, a ufficializzare l’appoggio a Musumeci.

Di fatto, anche se ancora un po’ ‘sotterraneo’, dentro Forza Italia, in Sicilia, è in corso un ‘ammutinamento’ contro Miccichè e, di fatto, contro Berlusconi.

Insomma: sono in tanti, tra gli azzurri siciliani, a non voler seguire la riproposizione, in Sicilia, dell’accordo che si sta cementando a Roma tra Renzi e Berlusconi.

Gli esponenti di Forza Italia della Sicilia in rotta di collisione con Miccichè farebbero il seguente ragionamento.

Renzi, in Sicilia, è stato già abbondantemente ‘sgamato’. Anche se la ‘Grande informazione’ ha provato a nascondere tutto, sono tantissimi i siciliani – grazie alla rete e, quindi, al giornalismo on line, oggi fatto anche di semplici blog – che conoscono, alla lettera, quanti soldi Renzi ha scippato alla Regione siciliana con i due ‘Patti scellerati’. E sanno anche che i ‘Patti’ siglati con vari Comuni dell’Isola (Palermo, Catania, Messina) sono una mezza presa in giro.

(QUI POTETE LEGGERE TUTTO SULL’ULTIMO ‘PATTO SCELLETATO’ FIRMATO RA RENZI E CROCETTA CONTRO GLI INTERESSI DELLA SICILIA)

I Siciliani, per dirla tutta, hanno già dato una prima risposta a Renzi e al suo PD lo scorso 4 dicembre, quando hanno sonoramente ‘bocciato’ il referendum sulle riforme costituzionali renziane. E si accingono a dargli una seconda risposta l’11 giugno, quando verranno chiamati non soltanto a decidere su chi eleggere nei Comuni, ma anche ad esprimere un giudizio politico sul Governo regionale di Rosario Crocetta.

Il rischio, serio, per Miccichè è che dopo l’11 giugno lui e Berlusconi debbano prende atto che mezzo partito in Sicilia (e forse più) potrebbe seguire Nello Musumeci, lasciando lo stesso Miccichè a fare la ‘guardia al bidone’.

Non va meglio in casa PD, dove Raciti – che non è nato renziano, ma che non ha mai dimostrato, nei fatti, di non essere renziano – dovrebbe fare ‘digerire’ ai dirigenti e, soprattutto, alla base del partito in Sicilia l’accordo con Forza Italia. Per gli ex democristiani di questo partito non ci dovrebbero essere problemi, perché Renzi, alla fine, è uno di loro.

Un po’ più complicato potrebbe risultare convincere la base fatta dagli ex comunisti (confessiamo che abbiamo qualche difficoltà a scrivere questa parola, consideriamo che ci riferiamo ai vari Cracolici, Faraone, Raciti…). Con che faccia i già citati Raciti, Cracolici, Faraone, Marziano proporranno un accordo politico – e soprattutto un candidato comune per la presidenza della Regione, probabilmente Lagalla – a un elettorato che dovrebbe essere ancora di sinistra?

Per non parlare di Rosario Crocetta, il presidente della Regione siciliana uscente che vorrebbe ricandidarsi (e che potrebbe finire fuori gioco grazie a un provvidenziale sui coinvolgimento nell’inchiesta di Trapani, come potete leggere qui).

Che dire? Che dopo l’11 giugno ci sarà da divertirsi…

 

P.S.

Qualche lettore dirà: ma com’è che non avere parlato dei seguaci del Ministro Angelino Alfano? Anche loro dovrebbero far parte di qualche schieramento politico, no?

Ebbene, non li abbiamo dimenticati: abbiamo solo preso atto che, politicamente ed elettoralmente, Alfano e i suoi, in Sicilia, non ci sono più. Sono solo dei fantasmi. 

Ormai tutti hanno capito cosa c’è dietro l’assistenza ai migranti un tempo sponsorizzata da Alfano.

A Catania e dintorni Firrarello e Castiglione si sono persi tra i pistacchi.

A Palermo sono pochi e divisi. E un esponente di spicco di questa forza politica, Simona Vicari, non può più nemmeno guardare l’orologio…   

 

 

 

 

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