Crocetta: “Abbiamo ridotto le tasse”. Sì, lasciando Comuni ed ex Province senza soldi e cittadini senza servizi

4 maggio 2017

In ogni caso – così, tanto per chiarire – la riduzione delle aliquote IRAP e IRPEF contenute nella Finanziaria regionale 2017 arriva a fine legislatura e produrranno effetti il prossimo anno. Con molta probabilità, il nuovo Governo e la nuova Assemblea regionale siciliana che si insedieranno a novembre prossimo si ritroveranno con tanti di quei ‘buchi’ di Bilancio che saranno costretti ad aumentare di nuovo tali aliquote   

Dice il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta:

“Abbiamo ridotto le tasse”.

Con la parola “tasse” il presidente fa riferimento a una generare riduzione della pressione fiscale. Ma le cose stanno così?

La nostra sensazione è che quella del presidente Crocetta e della maggioranza di centrosinistra sia solo demagogia. Proviamo a illustrare il perché.

E’ vero, nella Finanziaria 2017 appena approvata dall’Ars c’è una riduzione delle aliquote IRAP e IRPEF. Ma questa riduzione arriva a fine legislatura e avrà effetti il prossimo anno, quando l’attuale Governo e l’attuale Parlamento saranno sostituiti da un nuovo Governo e da un nuovo Parlamento.

Per la cronaca, dobbiamo ricordare che le aliquote IRAP e IRPEF sono state portate ai massimi livelli dall’attuale Governo e dall’attuale Parlamento dell’Isola per giustificare il ricorso a mutui da parte della Regione. Mutui che, ufficialmente, sono stati giustificati dal pagamento di debiti contratti dal sistema sanitario regionale.

In realtà, il sistema sanitario regionale era sì indebitato, ma risultava indebitato non per aver effettuato spese pazze, ma perché la Regione, negli anni passati, aveva corrisposto ad Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) e alle Aziende ospedaliere somme inferiori rispetto alle previsioni di legge.

Di fatto, questi mutui sono stati contratti dalla Regione per fronteggiare i tagli operati dal Governo nazionale. tagli che, nel 2013, non erano visibili come, invece, sono visibili oggi.

Di fatto, Governo regionale e Parlamento siciliano hanno scaricato sulle famiglie e sulle imprese della Sicilia gli effetti negativi dei tagli al Bilancio della Regione operati dal Governo nazionale.

Questo avveniva – per la cronaca – quando Confindustria Sicilia faceva organicamente parte del Governo regionale di Rosario Crocetta con un proprio assessore in Giunta.

Non ricordiamo, allora, proteste, da parte di Confindustria Sicilia, in ordine all’aumento della pressione fiscale. Oggi, invece, il presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro – che ha sostituito Antonello Montante alla guida di questa organizzazione imprenditoriale – parla di “Finanziaria segnata dall’opportunismo”.

E quando l’attuale Governo regionale aumentava la pressione fiscale per giustificare i tagli del Governo nazionale da che cosa era segnata la Finanziaria che aumentava IRAP e IRPEF?

Altra domanda: l’abbassamento delle aliquote IRAP e IRPEF a sei mesi dal voto per le elezioni regionali sono l’espressione di mutate condizioni economiche, in positivo, della Regione siciliana?

I ‘numeri’ dell’economia siciliana raccontano l’esatto contrario. E se l’economia siciliana va indietro invece che andare avanti, non si ferma il prelievo di risorse dal Bilancio regionale da parte dello Stato.

Che significa questo? Che il prossimo anno, quando il nuovo Governo e la nuova Assemblea regionale siciliana dovranno approvare la manovra finanziaria 2018, dovranno fare i conti con i soliti prelievi da parte dello Stato e con i ‘buchi’ di Bilancio lasciati in eredità dall’attuale Governo e dall’attuale Assemblea regionale siciliana.

A cominciare dai ‘buchi’ di Bilancio dei Comuni e delle ex Province (queste ultime non hanno nemmeno le risorse finanziarie per pagare le retribuzioni ai dipendenti).

Se ne deduce che la “riduzione delle tasse” annunciata da Crocetta non solo riguarda il prossimo anno, ma non riguarda i Comuni siciliani, dove la pressione fiscale, in tantissimi casi, è ai massimi livelli.

Crocetta, insomma, è in linea con la demagogia del Governo Renzi, che in Tv annunciava di aver ridotto le tasse, dimenticando di precisare che, in realtà, aveva contestualmente ridotto i trasferimenti a Regioni, Comuni ed ex Province (le famigerate “Città metropolitane” frutto della riforma delle ex province volute dal Ministro Graziano Delrio, Città metropolitane italiane che, quest’anno, sono state lasciate senza soldi).

Renzi affermava di aver tagliato le tasse: cosa non vera, sia perché la pressione fiscale locale aumentava, sia perché, con i tagli agli enti locali, non solo costringeva i Comuni ad aumentare la pressione fiscale locale, ma lasciava anche i cittadini senza servizi.

Il Governo Crocetta che dice di aver tagliato le “tasse”, non solo h costretto i Comuni dell’isola ad aumentare la pressione fiscale, ma ha anche lasciato tanti cittadini senza servizi.

Demagogia sulle “tasse” da parte del Governo Renzi, demagogia sulle “tasse” da parte del Governo Crocetta. Tutto il resto sono chiacchiere.

 

 

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