Energia, in Sicilia le bollette più care e uno strano odore di truffa: la denuncia di Federconsumatori

26 aprile 2017

Federconsumatori Catania punta il dito contro i prezzi salatissimi dell’elettricità e le voci oscure delle bollette: “Paghiamo due volte il consumo”. Il tutto mentre si va delineando la farsa del nuovo elettrodotto sotto lo Stretto: doveva ridurre il gap dei costi con il resto del Paese. Non lo ha fatto…

La denuncia viaggia in una lettera inviata al Garante della concorrenza e del mercato da Federconsumatori Catania: in Sicilia le bollette elettriche restano le più care d’Italia e, come se non bastasse, leggerle e capirle è una impresa ardua. Tanto che cresce di giorno in giorno il sospetto  che l’ambiguità non sia per nulla casuale. Lo ha spiegato chiaramente, ai microfoni del Tg3 regionale, Lucio Traina, presidente dell’associazione etnea: “Abbiamo il sospetto che il quantitativo di energia consumata venga fatto pagare due volte: una volta come consumo e un ‘altra volta come gestione del contatore e trasporto di energia”.

Cambiare gestore può aiutare?

“No, perché quello che in teoria si fa pagare meno, viene comunque recuperato sotto altre voci. I cittadini non sanno come difendersi anche perché- sottolinea Traina- la Class action è stata depotenziata ad arte da qualche governo”.

Torna, dunque, in primo piano un problema che da sempre attanaglia la Sicilia, regione che, nonostante produca energia in eccedenza rispetto al suo fabbisogno, continua a pagare i conti più salati.

A volerla dire tutta, l’Italia nella sua interezza resta la patria delle bollette elettriche più care e lo conferma ogni anno l’Eurostat. Nel 2016 il costo dell’energia elettrica per le aziende è stato di 0,15 euro kWh (in Svezia i costi non raggiungono gli 8 centesimi). Non è andata meglio alle famiglie: l’Italia è risultato il quarto Paese più caro (23 centesimi per kWh) dietro Danimarca (31 centesimi), Germania (28 centesimi) e Belgio (25 centesimi).

Ma se il problema è nazionale, lo è ancora di più per una regione come la nostra che ha sempre regalato (letteralmente) al resto del Paese l’energia prodotta in surplus e che continua a detenere il primato delle bollette più pesanti dell’intera penisola:

“La Sicilia si distingue per avere un picco del costo dell’elettricità fra 80 e 92 €/MWh, certe volte anche 30-40 euro in più di quello del resto d’Italia” scrive qualeenergia.it, testata specializzata che ha analizzato i dati forniti dal Gestore dei Mercati Energetici.

Una situazione che rischia di risultare ancora più paradossale se consideriamo che per anni la propaganda delle lobby nazionali dell’energia (e della politica) ci ha raccontato che con la costruzione del nuovo elettrodotto fra Calabria e Sicilia, il Sorgente- Rizziconi, inaugurato nel maggio dell’anno scorso, il gap dei prezzi con il resto d’Italia si sarebbe chiuso.

Le cose non sono andate così. Anzi. Le bollette negli ultimi mesi sono state più care che mai.

Queleenergia.it ha chiesto conto e ragione a Terna, “ma tutto quello che si è riusciti ad avere è una stringatissima risposta scritta, che non dà spiegazioni esaurienti, né ci dice cosa aspettarsi dal futuro. Una risposta che, in definitiva, non è che faccia un buon servizio all’immagine di Terna. Così scrivono:

Da quando è entrato in funzione, l’elettrodotto Sorgente-Rizziconi ha reso possibile una significativa riduzione del prezzo dell’energia in Sicilia. L’aumento delle ultime settimane è dovuto da un contributo alla copertura del carico da parte della produzione rinnovabile, tipicamente offerta a prezzi bassi, più basso rispetto alla media del periodo, almeno nelle ore serali di punta. Il differenziale di prezzo registrato sui mercati a partire dalla giornata del 18 aprile è, invece, dovuto alla riduzione dei transiti tra Sicilia e Continente per controlli tecnici di routine sul nuovo collegamento Sorgente-Rizziconi che dureranno fino al 27 aprile, con una breve pausa il giorno 22” .

Insomma, c’è sempre una spiegazione….Che, va da sé, convince solo loro.

Prende quota l’analisi del movimento TerraeLiberazione sul tema che abbiamo pubblicato il primo Luglio dell’anno scorso:

“Il nuovo elettrodotto  non risolve alcuna crisi di sovra produzione ma aumenta la capacità di export dalla Zona SICILIA a vantaggio dell’imperialismo nordico canalizzando l’eccedenza siciliana nella rete continentale”.

Secondo questa analisi, Terna avrebbe costruito questo cavo sottomarino per vendere meglio e altrove l’energia che alla Sicilia non serve. Insomma un business da cui la nostra regione non ricava un bel niente se non bollette salatissime.

Restano impresse nella memoria le proteste degli abitanti della Valle del Mela, area già pesantemente devastata dall’inquinamento e relative patologie, che non volevano, per ovvie ragioni, i mega tralicci di questo elettrodotto sulle loro teste. Anche le loro preoccupazioni sui rischi per la salute sono state ignorate e messe a tacere. Ha vinto Terna.

Per il bene di chi?

In Sicilia bolletta elettrica più cara d’Italia: “Legalità colonialista”

 

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