Busalacchi sulle IPAB lasciate senza soldi: “I vescovi siciliani cosa dicono?”

21 aprile 2017

“Un conto è intervenire in modo estemporaneo sui disabili, come ha fatto l’Arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, solo dopo che uomini dello spettacolo hanno incalzato il Governo della Regione su tale tema. Altra e ben diversa cosa, invece, è un intervento a proposito dei tagli alle attività sociali, con riferimento a tutto il mondo delle categorie deboli della Sicilia”.

“Pensavo che con l’apertura, a Sala d’Ercole, del dibattito sulla Finanziaria 2017, si sarebbe fatta sentire l’autorevole voce dei vescovi siciliani a proposito delle IPAB lasciate senza soldi dalla politica siciliana. O meglio dal Governo regionale e dalla maggioranza di centrosinistra che lo sostiene. Trattandosi di Istituzioni che si occupano, in più casi, di assistenza agli anziani malati e non certo benestanti e di disabili, pensavo che la Chiesa siciliana sarebbe intervenuta per chiedere conto e ragione al Governo e all’Ars dell’abbandono di questi deboli. Ma a quanto pare mi sono sbagliato”.

Così il candidato alla presidenza della Regione per I Nuovi Vespri, Franco Busalacchi, commenta le vicissitudini delle IPAB siciliane, dove chi vi lavora, quanto pare, non percepisce la retribuzione chi da due, chi da tre anni.
“Un conto – dice sempre Busalacchi – è intervenire in modo estemporaneo sui disabili, come ha fatto l’Arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, solo dopo che, addirittura, uomini dello spettacolo hanno incalzato il Governo della Regione su tale tema. Altra e ben diversa cosa, invece, è un intervento a proposito dei tagli alle attività sociali, con riferimento a tutto il mondo delle categorie deboli della Sicilia”.
“Ci sono, certo, i disabili gravi dei quali hanno parlato alcuni personaggi dello spettacolo – osserva sempre il candidato alla presidenza della Regione de I Nuovi Vespri -. Ma ci sono anche i ragazzi disabili lasciati senza trasporto a scuola dai Comuni e dalla Regione. Ci sono anche i disabili non gravi delle famiglie povere. E ci sono, come già ricordato, anche le IPAB. Dove il personale che si occupa di disabili, secondo il Governo regionale e secondo la maggioranza che sostiene questo Governo, deve continuare a lavorare senza retribuzione”.
“La crisi finanziaria c’è – sottolinea sempre Busalacchi -. Aggravata dall’ascarismo dei governanti regionali e dei parlamentari dell’Ars che appoggiano lo stesso Governo, se è vero che hanno consentito al Governo nazionale di ‘svuotare’ le ‘casse’ della Regione. Ma l’aspetto incredibile è che quei pochi soldi che sono ancora disponibili, invece di essere utilizzati per sostenere la fasce deboli della popolazione, vengono in queste ore dirottati su infime clientele”.
“E’ piuttosto singolare che a dire ‘ste cose debba essere io – conclude Busalacchi – mentre i vescovi siciliani, davanti a fatti così gravi, scelgono la via del silenzio. Forse gli anziani malati e i disabili assistiti dalle IPAB non fanno parte del ‘gregge’ di cui si occupano i vescovi dell’Isola? Comincio a pensarlo veramente”.

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