Crolla il prezzo del grano duro in tutto il Sud Italia, Bari invasa dalle ‘solite navi’

18 aprile 2017

Qualche giorno fa Cosimo Gioia, produttore di grano duro in Sicilia e già dirigente generale del dipartimento Agricoltura della Regione siciliana, ha denunciato il crollo del prezzo di questo prodotto nella nostra Isola. Il fenomeno – come denuncia GranoSalus – riguarda tutto il Sud Italia oggetto in queste ore di una mega speculazione andata in scena con l’arrivo, a Bari, di un gran numero di navi cariche di grano duro. Hanno approfittato delle vacanze di Pasqua, quando l’attenzione si abbassa…

Nessuno controlla le navi cariche di grano duro che arrivano in Sicilia, mentre il prezzo di questo prodotto crolla a 18 Euro il quintale. Ed è anche logico: se arrivano partite di grano estero aumenta l’offerta e il prezzo va giù. Lo ha denunciato nei giorni scorsi Cosimo Gioia, cerealicoltore della nostra Isola e già dirigente generale del dipartimento Agricoltura della Regione siciliana (qui l’intervista con Cosimo Gioa). A quanto pare il fenomeno è generalizzato. A raccontarlo è GranoSalus, che denuncia un massiccio arrivo di navi cariche di grano duro a Bari, durante le vacanze di Pasqua.

“A Bari – leggiamo nel sito di GranoSalus – ci sono navi di speculatori che scaricano merce di dubbia provenienza. Gli speculatori sono sempre in agguato. Nello stabilimento di Martinelli (Candeal Commercio nella zona industriale di Melfi), attaccato al noto mangimificio di proprietà Cargill srl, si scaricano centinaia di camion di grano c.d. alimentare provenienti da Bari. Nel frattempo le quotazioni scendono e i sindacati dormono…”.

Insomma, il prezzo del grano duro non è crollato solo in Sicilia, ma il tutta l’Italia. Anche questa non è una novità: il prezzo del grano duro nel nostro Paese lo fa il mercato pugliese e, precisamente, quello di Foggia. Se il prezzo di questo prodotto va giù in questa città, la crisi si propaga in tutti i mercati del Mezzogiorno.

Navi cariche di grano duro in Sicilia, navi cariche di grano duro in Puglia. Ed è proprio in Puglia che ci concentrano le navi cariche di grano duro che arrivano da mezzo mondo: qui arriva oltre il 70% del grano importato in Italia:

“La Puglia oltre ad essere la prima regione produttrice di grano in Italia è, dunque, anche la regione leader per importazioni. E’ proprio qui che risiedono molti speculatori internazionali”, precisano i produttori e i consumatori iscritti a GranoSalus.

E camion, tanti camion che invadono le strade pugliesi e lucane. Sì, perché una grande quantità di grano duro che arriva a Bari con le navi viene trasportato a Melfi, in Basilicata:

“La zona industriale di Melfi – si legge sempre nel sito di GranoSalus – è così intasata dal traffico di camion da rendere difficile persino il passaggio delle auto. Nessuno poteva immaginare che anche la Basilicata potesse diventare piattaforma logistica per questi traffici”.

E ancora:

“Siamo veramente diventati la pattumiera internazionale del grano di dubbia qualità gestita da speculatori? Nessuno si scandalizza se poi questo grano lo ritroviamo nella famosa pasta con livelli di contaminazione preoccupanti, specie per i bambini”.

A questo punto GranoSalus attacca le organizzazioni agricola tradizionali:

“Le organizzazioni di categoria come Coldiretti, Confagricoltura e Cia cosa fanno per difendere il grano nazionale di qualità dagli attacchi degli speculatori che si nascondono dietro il libero scambio? Sono in ferie per via delle festività!”.

Così come la moneta cattiva scaccia la moneta buona, il grano cattivo scaccia quello buono:

“E’ proprio nei periodi festivi che si approfitta, ogni anno, per fare le operazioni di sbarco più grosse in modo da sfuggire ai controlli e condizionare al ribasso le quotazioni nazionali. E ogni anno, puntualmente, i sindacati italiani e gli organismi di controllo sono in ferie. Come mai? E’ sufficiente per la Coldiretti un comunicato stampa sulla Gazzetta del Mezzogiorno?”.

Poi i ‘numeri’ sul calo dei prezzi del grano duro denunciato nei giorni scorsi, come già ricordato, anche da Cosimo gioia in Sicilia:

“Intanto le quotazioni del grano duro a Foggia continuano a scendere. Oggi (il riferimento è alla scorsa settimana ndr) il bollettino ha registrato un calo di meno 50 centesimi che si aggiunge al calo di meno 30 centesimi di una settimana fa e di meno 50 centesimi di due settimane fa. Le quotazioni del duro sono inferiori al tenero! Un paradosso perché storicamente accade il contrario! Questa prospettiva impone nuove strategie difensive verso gli speculatori”.

Se il grano duro costa meno del grano tenero – ed è quello che sta succedendo in questi giorni – c’è qualche cosa che non funziona. E’ evidente che è in corso un attacco speculativo contro il grano duro prodotto nel Sud Italia. Un messaggio preciso in vista di un’annata che si profila buona per quantità e qualità (le piogge di fine marzo e di aprile per il grano duro sono un toccasana).

Insomma, gli speculatori fanno sapere che i più forti sono loro. Che il Sud Italia può produrre tutta la qualità di grano duro che vuole, ma il prezzo lo fanno loro. Puglia, Sicilia, Basilicata e via continuando non sono certo certo California e Arizona, dove si produce il Desert Durum, un grano duro di qualità il cui prezzo non scende mai sotto i 40 dollari al quintale.

I grani duri del Sud Italia non hanno nulla da invidiare al grano duro d’elezione degli Stati Uniti d’America. La differenza è che i produttori americani hanno alle spalle un Paese che li difende dagli speculatori, mentre i produttori di grano duro del Sud Italia sono, di fatto, massacrati dagli speculatori e da una politica agricola decisa dagli industriali.

Sarà anche quest’anno così? Il grano duro del Sud Italia che si raccoglierà la prossima estate rimarrà invenduto e continuerà ad essere utilizzato per abbassare il tenore dei contaminanti dei grani duri canadesi, ucraini e chi più ne ha più ne metta?

GranoSalus lancia la sfida:

“Se l’ Italia ha il grano buono e sano, che rimane invenduto perché gli speculatori devono avere gioco facile per schiavizzare chi produce qualità, sappiano i commercianti e gli industriali che acquistano grano estero di dubbia qualità che la musica cambierà… molto presto! Grazie alla sovranità dei consumatori e non alle filiere della povertà”.

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