Palermo e i mandarineti di Ciaculli: dopo il nuovo cimitero anche la sede dell’IKEA?

14 aprile 2017

Un dato sembra certo: i mandarineti di Ciaculli – una delle ultime aree verdi di Palermo sfuggita miracolosamente alla ‘cementificazione’ degli anni passati – non avranno ancora lunga vita. C’è chi vorrebbe realizzare lì il nuovo cimitero. E, adesso, si parla anche della sede dell’IKEA. Perché nel capoluogo siciliano è impossibile preservare il verde?

Sul quotidiano on line il Sicilia.it leggiamo un articolo sul possibile ‘sbarco’ di IKEA a Palermo. La notizia circola già da tempo. Quello che ci ha colpito è un passaggio dove si parla della possibile localizzazione della sede del colosso svedese:

“I rumors danno per favorita proprio l’area di Ciaculli. Alcuni privati avrebbero già chiuso una trattativa per la cessione di porzioni di terreno. L’area sarebbe ben servita sul piano dei trasporti pubblici, ma non ancora sulla viabilità stradale: un aspetto, questo, non indifferente e che però potrebbe risolversi col completamento degli svincoli incompiuti di Brancaccio su cui in settimana il Comune potrebbe trovare un accordo con la società proprietaria del Forum. L’interlocuzione tra il gigante svedese dell’arredamento e l’Amministrazione comunale al momento è in stand-by… Più aggiornato è invece l’assessore alla Pianificazione urbana e territoriale, Giuseppe Gini: ‘Da 7 mesi ormai non abbiamo interlocuzioni con Ikea. Li abbiamo incontrati circa 6 o 7 mesi fa, ma – rivela – da allora aspettiamo loro indicazioni sulla scelta della location. Sappiamo che vogliono puntare sugli ingressi Nord o Sud della città. Probabilmente l’area ideale potrebbe essere la zona di Ciaculli, anche per riqualificare quella zona della città e gli svincoli di Brancaccio. Da parte nostra c’è la massima disponibilità'”.

Perché siamo rimasti colpiti da questa ‘rivelazione’ dell’assessore comunale Gini? Semplice: perché l’area di Ciaculli è una delle ultime aree verdi della città di Palermo sfuggita miracolosamente alla ‘cementificazione’. Dopo di che prendiamo atto che ci sono ben due progetti per ‘cementificare’ questa zona: il nuovo cimitero e, adesso, anche l’IKEA.

Insomma: perché nel capoluogo della Sicilia è impossibile tutelare il verde? Perché anche i mandarini di Ciaculli – uno degli ultimi lembi di quella che fu la “Conca d’oro” – debbono scomparire?

Tra l’altro ci chiediamo e chiediamo: a Palermo serve veramente l’IKEA? Tutti sappiamo che diventerebbe il punto di riferimento non soltanto dei palermitani, ma di una platea molto più vasta. Ciò significa che si andrà a compromettere la rete di negozi artigianali dell’arredamento e l’artigianato che ci sta dietro. Il tutto in cambio di un’omologazione.

Quello che questo blog pensa dell’IKEA l’ha già detto Franco Busalacchi:

“La Sicilia deve difendere il proprio artigianato che vanta grandi tradizioni – sottolinea Busalacchi -. L’eventuale arrivo di questa multinazionale che, com’è noto, opera nel campo dell’arredamento della casa sconvolgerebbe i delicati e fragili equilibri dell’artigianato locale di Palermo e, in generale, della parte occidentale della nostra Isola. Con l’eventuale arrivo di questo gruppo, quel poco di artigianato legato all’arredamento che ancora oggi resiste scomparirebbe nel giro di qualche anno”.

“Non si tratta di essere protezionisti – dice sempre il candidato de I Nuovi Vespri alla presidenza della Regione – ma di non subire un’ennesima colonizzazione culturale ed economica. Già la Sicilia è irrazionalmente piena di centri commerciali che solo in minima parte valorizzano, ad esempio, i prodotti agroalimentari della nostra terra. La proliferazione di questi centri commerciali ha già determinato la chiusura di tante attività artigianali legate al commercio. Quello che oggi non serve a Palermo e alla parte occidentale della Sicilia, ribadisco, è una multinazionale che farebbe scomparire anche l’artigianato locale dell’arredamento”.

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