Ars/ La manovra 2017 è una finzione scenica. Mancano i 115 mln di Euro per le rate mutui dei Comuni

8 aprile 2017

Da oggi fino a martedì pubblicheremo una serie di articoli per illustrare, per grandi linee, la manovra economica e finanziaria 2017 che l’Ars dovrebbe approvare tra la fine di aprile e i primi di maggio. Precisazione d’obbligo: per una buona metà si tratta di stanziamenti finanziari fittizi che quest’anno non si materializzeranno (e non si materializzeranno, in parte, nemmeno negli anni successivi). Per metà, più che una manovra, è una finzione scenica. Un modo per prendere in giro i Siciliani prima delle imminenti elezioni

Cominciamo da oggi un rapido ‘viaggio’ nella manovra economica e finanziaria in queste ore in discussione in Assemblea regionale siciliana. L’approvazione dovrebbe avvenire tra la fine di questo mese di aprile e i primi di maggio. L’attuale, infatti, è il quarto mese di esercizio provvisorio, l’ultimo previsto dalla legge. Perché Governo regionale e Ars hanno aspettato tutto questo tempo? Risposta scontata: perché mancano un sacco di soldi.

Per essere chiari: quella che il Parlamento siciliano in uscita dovrebbe iniziare a discutere martedì prossimo (in realtà, la discussione avrebbe dovuto iniziare ieri, ma il Governo, tanto per cambiare, ha portato a Sala d’Ercole una documentazione incompleta) è un legge per metà vera e per metà finta. Le previsioni di spesa, verosimilmente, ci dovrebbero essere tutte.

Ma una buona metà di tali stanziamenti è teorica.

Non dovrebbe essere così. Ma invece è così. La metà di questi fondi sono solo promesse che servono a illudere i Siciliani in vista delle elezioni comunali di giugno e delle elezioni regionali di novembre.

Come sempre abbiamo il Bilancio 2017 a legislazione vigente dove ci dovrebbero essere i soldi veri (spese per il personale in servizio e in quiescenza, sanità, spese obbligatorie, eccetera). E poi c’è la Finanziaria che, per una buona metà, è composta da risorse aleatorie.

Ovviamente, se interpellerete i rappresentanti di Governo e Ars vi diranno che non è così, che chi scrive questo articolo vaneggia, che gli stanziamenti ci sono tutti e bla bla bla.

Se invece volete verificare come stanno le cose informatevi su quanti soggetti, allo stato attuale dei fatti, aspettano i pagamenti del 2016 dall’Amministrazione regionale. Un caso su tutti, che comunque è emblematico: il fondo per il pagamento dei lavoratori precari dei Comuni. Ebbene, a valere sul 2016, la Regione deve ancora erogare ai Comuni siciliani 120 milioni di Euro. E siamo già ad aprile del 2017!

Se approfondirete il tema, vi accorgerete che ci sono tantissimi i soggetti che aspettano i pagamenti del 2016: campa cavallo!

Cosa vogliamo dire? Che quest’anno, ancor più degli anni passati, la manovra economica e finanziaria della Regione siciliana si configura come una finzione scenica. Perché finzione scenica? Perché a novembre – il 5 novembre ha stabilito l’attuale Governo della Regione – si voterà per eleggere il nuovo presidente della Regione e la nuova Assemblea regionale siciliana. Quindi assisteremo al festival delle promesse.

Insomma, siamo davanti a una legge omnibus, con dentro tutto e il contrario di tutto. Il canovaccio prevede che la presidenza dell’Ars martedì, poco prima dell’inizio dei lavori, stralcerà una serie di norme dalla manovra 2017, dichiarandole non conformi all’oggetto del tema in discussione. Traduzione: una parte del libro dei sogni verrà eliminato. Un taglio che in parte sarà concordato e in parte sarà a discrezione della presidenza del Parlamento.

Vi risparmiamo le cifre macro, perché non le conoscono nemmeno coloro i quali hanno messo nero su bianco ‘sta manovra. Questo perché sull’Italia sta per abbattersi una mazzata che la ‘Grande informazione’ italiana minimizza, ma che avrà effetti devastanti sui conti pubblici delle Regioni e dei Comuni: la manovra da 3 miliardi e mezzo di Euro che l’Europa dell’Euro ha imposto all’Italia (le Province non esistono più: sulla carta, a livello nazionale, sono state trasformate in pompose Città Metropolitane, ma sono solo immaginarie, perché le hanno lasciate senza soldi).

Anche se cercano, come già accennato, di sminuire questo passaggio contabile, va detto – lo ribadiamo – che sarà devastante. Non si tratta, infatti, di un abbattimento del debito pubblico italiano teorico ma, al contrario, molto pratico: nel senso che Bruxelles i 3 miliardi e mezzo di Euro dall’Italia li vuole per davvero. Soldi che, entro quest’anno, dovranno ‘uscire’ dalle tasche degli italiani.

Da quello che abbiamo capito – considerato che il centrosinistra che oggi governa a Roma considera la Sicilia ormai ‘persa’ (nel senso che molto difficilmente il centrosinistra siciliano vincerà le elezioni di novembre) – di questi 3 miliardi e mezzo ben 700 milioni di Euro dovrebbero essere scippati alla nostra Regione.

In pratica, non avendo, la Regione siciliana, una propria Agenzia delle Entrate lo Stato si terrà i 700 milioni di Euro e buona notte ai suonatori (e tra poco potrebbe non avere più nemmeno il proprio ente che riscuote i tributi a ruolo, se è vero che Riscossione Sicilia spa dovrebbe essere liquidata per dare tutto nelle mani romane: altra ‘genialata’ del Parlamento siciliano, che per penalizzare il presidente Crocetta e l’amministratore unico di Riscossione Sicilia spa, avvocato Antonio Fiumefreddo, si sbarazza direttamente della società regionale, fra il tripudio dei circa 700 dipendenti della società che pensano che, finendo sotto le bandiere dell’Agenzia delle Entrate nazionale, verranno retribuiti meglio).

Se le cose andranno così – e secondo chi scrive le cose andranno così – la Regione siciliana, che già versa allo Stato, ogni anno, un miliardo e 300 milioni di Euro per il “risanamento della finanza pubblica nazionale” che non si risana mai, venendo meno altri 700 milioni di Euro di ‘cassa’, andrà definitivamente in tilt.

Per dirla in breve, chi, il prossimo novembre, si insedierà sulla plancia di comando di Palazzo d’Orleans, si ritroverà a governare problemi finanziari gravissimi.

Fatta questa doverosa premessa – comunque indispensabile per fare in modo che i nostri lettori si raccapezzino – passiamo al primo argomento di questa manovra: gli enti locali: ovvero Comuni ed ex Province.

Abbiamo già detto che la Regione deve ancora pagare ai Comuni della nostra sempre più disastrata Isola 120 milioni di Euro del fondo per il precariato: e questo è già un grosso problema, perché siamo ad aprile. Ma la cosa incredibile è che, esattamente come avvenuto lo scorso anno, nella manovra (almeno questo è quello che noi abbiamo decifrato leggendo un documento scritto ‘con i piedi’ con l’obiettivo di nascondere la realtà ai cittadini) mancano i 115 milioni di Euro per il pagamento delle rate dei mutui contratti dai Comuni.

Le rate dei mutui sono spesa corrente o spese in contro capitale? Non si tratta di una questione accademica. Lo scorso anno sono stati considerati ‘investimenti’, quindi spese in contro capitale. I soldi sono stati trovati scippando 50 milioni di Euro dal Fondo pensioni dei dipendenti regionali e contraendo un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti.

A chi scrive questa ‘trovata’ dell’assessore-commissario, Alessandro Baccei, è sembrata folle. Sia perché sono state intaccate le pensioni future di 15 mila persone, sia perché, almeno in parte, i ‘mutui’ dei Comuni dei quali si pagano le rate sono stati contratti dagli stessi Comuni per la spesa corrente e non per gli investimenti!

Se ne deduce che far contrarre a una pubblica amministrazione un mutuo per pagare anche una parte di spesa corrente è una follia totale, perché l’anno successivo – e siamo arrivati infatti ai giorni nostri – il problema si riproporrà, tale e quale!

Domanda da cento punti: da dove verranno presi, quest’anno, i 115 milioni di Euro per il pagamento delle rate dei mutui dei Comuni? Li preleveranno dal Fondo pensioni della Regione con la scusa che nella stessa manovra stanno cedendo al Fondo pensioni una serie di beni immobili regionali?

Di fatto assistiamo alla solita musica: il Governo regionale prima regala i soldi del Bilancio regionale a Roma, tra riscritture truffaldine di alcune norme di attuazione dello Statuto e ‘Patti’ leonini in danno delle finanze regionali e poi, per fronteggiare i soldi che vengono a mancare, si va ad aumentare l’indebitamento.

Altro tema: il Fondo per le Autonomie locali, che quest’anno è stato fissato in 340 milioni di Euro. Il presidente Crocetta ha detto che 34 milioni di Euro verranno trattenuti per pagare una parte del fondo per i disabili gravi: spese che sono a carico dello Stato, ma che l’attuale Governo – a quanto pare con l’avallo dell’Ars – ha deciso di caricare sul conto dei Siciliani (ma perché? dove sta scritto?).

Per la cronaca – sempre per il rispetto della verità – anche il fondo per i disabili gravi rientra nella parte aleatoria della manovra 2017. Traduzione: i soldi potrebbero esserci, ma potrebbero anche non esserci. O, magari, esserci solo in parte (magari pagarli fino a novembre per lasciare anche questa ‘patata bollente’ al futuro Governo).

Poi ci sono le ex nove Province della nostra Isola: tre Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina e i sei Consorzi di Comuni. Lo stanziamento è pari a 91 milioni di Euro. In pratica, meno della metà di quanto serve per rendere operative queste istituzioni, il cui costo è pari a 220 milioni di Euro circa.

Ovviamente – ma questo i nostri lettori lo sanno già – sia i 340 milioni di Euro dei Comuni, sia i 91 milioni di Euro per le ex Province sono soldi teorici: Iddio solo sa quando (e se) si materializzeranno…

Fine prima puntata / continua 

 

 

 

 

 

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