G7 di Taormina: bloccato un appalto, gli altri in mano agli amici…

23 marzo 2017

Tutte le aziende che si stanno dividendo la torta sono riconducibili al Patto del Nazareno. Amici di Renzi o amici di Berlusconi. Ce n’è anche una che è stata parte del sistema Giacchetto. Intanto, il Consiglio di Stato rompe il giocattolino e blocca l’affidamento del servizio accrediti. Che, ovviamente e per caso, era finito in mano ad un ingegnere vicino al PD

E’ la solita Italia quella che si prepara ad andare in scena a Taormina per il G7 il 26 e il 27 Maggio. La solita Italia delle coincidenza amicali quando si parla di appalti e degli incidenti giudiziari imprevisti.

Come sappiamo, il Governo, lo scorso Dicembre, ha stabilito che questi appalti vanno affidati mediante ricorso alla procedura negoziata, ovvero senza bandi di gara. Una procedura prevista dal Codice Civile “per ragioni di estrema urgenza”. Che è difficile intravedere nel caso di un evento programmato come questo. Non a caso, lo stesso presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione Raffaele Cantone, aveva storto il muso, parlando del rischio di verifiche più blande.

A gestire tutto è la Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione, travolta dal ciclone giudiziario in cui è finito indagato anche il Ministro, Luca Lotti. Gare truccate, amici degli amici, corruzione. Una garanzia di legalità e trasparenza, insomma, possiamo stare tranquilli.

A giudicare da come stanno andando le cose, Cantone, non aveva tutti i torti nel dirsi ‘preoccupato’. Partiamo dalla notizia pubblicata stamattina dal Sole 24ore: il Consiglio di Stato ha bloccato l’affidamento dell’appalto per gestire il sistema di accreditamento e controllo ingressi. La gara, valore circa 600 mila euro, è stata assegnata all’azienda Schema 31 di Roma. Un’altra azienda, anch’essa di Roma, la After, ricorre al Tar che fa orecchie da mercante. Il caso approda, dunque, al Consiglio di Stato che  blocca tutto con un decreto di sospensione.

Per i giudici amministrativi di secondo grado, infatti  “va valutato  se la società Schema 21 fosse effettivamente in possesso dei requisiti” per vincere, anche “in relazione alle pregresse esperienze di accreditamento”, e la verifica è ancora in corso. La società, ed eccoci alle coincidenza amicali, è dell’ingegnere Salvatore Manzi residente a Firenze e ritenuto vicino a Matteo Renzi.  E’stato scelto dal governo Renzi come membro del supervisory board di STMicroelectronics.

Il capitolato non assegnava nessun punteggio all’esperienza pregressa. Ed, infatti, la società di Manzi, non ha nessuna esperienza del genere. 

Il rischio, va da sé, è di una ‘malafiura internazionale’, i controlli e gli accrediti sono fondamentali, ma per i giudici, evidentemente, sono più importanti le necessità del diritto.

Ma non si tratta dell’unica gara ‘chiacchierata’. Perché come ha scritto recentemente l’Espresso, “le gare se le aggiudicano le società che sembrano godere della fiducia massima da parte del governo”. 

E, tra queste, se non ci sfugge qualcosa, non ce n’è una che sia siciliana. Tanto per dire che questo G7 alla Sicilia porterà davvero poco. Dobbiamo accontentarci della promozione di immagine, che così dicono a Roma, ci verrà da questo evento. Come se il mondo non sapesse quanto sia bella Taormina. Difficile credere che aumenterà il numero di turisti perché i potenti del mondo terranno in ostaggio la città per una settimana, ma, come al solito, a noi possono dire tutto. Una pacca sulla spalla, un’ode alle bellezze della Sicilia e via. Che vogliamo di più?

Torniamo alle gare e agli amici dei politici: uno degli ultimi lotti, del valore di 10,5 milioni di euro, è finito, vedi caso, nelle mani  di un’amica di Gianni Letta: “Base d’asta 10,5 milioni di euro, è il più ricco di quelli affidati finora. Tra le imprese che hanno conquistato 
la commessa,- scrive l’Espresso-  valida fra l’altro per i servizi di catering, spicca un nome noto. È quello della Triumph Italy di proprietà di Maria Criscuolo, regina dei salotti romani 
e considerata molto vicina a Gianni Letta, ex sottosegretario berlusconiano e uomo chiave del Patto del Nazareno”.

Uno a te e uno a me, come prevede il patto del Nazareno. Infatti, nello stesso lotto rientra pure un altro raggruppamento dove, sempre vedi caso, c’è la Pomilio Blumm srl e la Piaceri d’Italia srl. “La Pompilio- leggiamo sempre sul settimanale-  ha curato la comunicazione già per la presidenza del Consiglio dei ministri, l’Expo e l’Istat. Piaceri d’Italia gestisce invece il servizio di catering di Eataly”. Eataly, manco a dirlo, è del grande amico di Renzi, Oscar Farinetti.

E, ancora, sempre quegli ‘impiccioni’ de l’Espresso, hanno scoperto che: il lotto numero 3, quello da 1,8 milioni, destinato alle organizzazioni delle riunioni fuori Taormina, è stato affidato a due aziende. “Una è la My Ego: controllata da Maria Bracone, vanta tra i clienti quasi esclusivamente enti pubblici, dal Ministero della Salute alla Provincia di Roma. L’altra vincitrice è in realtà un consorzio formato da due imprese: Spazio Eventi e Ab Comunicazioni”.

Spazio Eventi è di Michele Patano, “azionista di maggioranza è stato per anni direttore del Cotup, il Consorzio degli operatori turistici pugliesi. A gennaio dell’anno scorso è stato condannato a 8 mesi per alcuni appalti pubblici pilotati dalla Provincia di Lecce, allora governata dal Pd. Tra i soci della Spazio Eventi c’è poi Fabrizio Fitto, classe 1984, figlio dell’ex sindaco di Maglie, Antonio, e cugino di Raffaele, oggi europarlamentare del centrodestra, in passato presidente della Regione Puglia e ministro per gli Affari Regionali nell’ultimo governo Berlusconi”.

E ora viene il bello: “Per aggiudicarsi l’appalto per il G7, la società di Fitto junior ha scelto come partner, appunto, la Ab Comunicazioni: azienda con base a Milano, attiva nel settore della comunicazione da quasi 20 anni, è stata coinvolta – pure lei – in una vicenda non proprio edificante per l’immagine che l’Italia vorrebbe trasmettere con il vertice di Taormina. Almeno fino al 2012 è stata una delle imprese del cosiddetto “sistema Giacchetto”. Condannato lo scorso ottobre in primo grado dal tribunale di Palermo a otto anni di carcere per truffa ai danni dell’Unione europea, l’imprenditore siciliano Faustino Giacchetto ha architettato, grazie alla connivenza di alcuni politici locali, un sistema per intascarsi milioni di euro destinati a progetti di comunicazione nell’Isola. Uno schema in cui la Ab Comunicazione aveva un ruolo rilevante: era infatti una delle società che otteneva gli appalti dalla Regione Sicilia proprio grazie alle attività illecite di Giacchetto, che della Ab era di fatto il responsabile locale. Va detto che Giacchetto non è mai stato azionista dell’impresa milanese e che l’unico titolare, Andrea Bertoletti, non è stato neppure indagato per la truffa. Non a caso l’azienda ha continuato tranquillamente a operare sul mercato, ottenendo peraltro anche alcune ricche commesse per l’Expo di Milano”.

Insomma, non c’è che dire. Non sappiamo se il G7 porterà qualche vantaggio alla Sicilia. Di certo lo sta portando alle imprese amiche del Governo.

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