Le analisi sulla pasta: Granoro, Coop e La Molisana attaccano GranoSalus

1 marzo 2017

Riusciamo solo ora ad aggiornare il sito dopo una serie di problemi tecnici che ancora non riusciamo a capire (ma che stiamo cercando di capire insieme con i tecnici di Aruba). Sottoponiamo all’attenzione dei nostri lettori le reazioni all’articolo che GranoSalus ha pubblicato due giorni fa sul proprio sito. Si parla delle prime analisi sulla pasta disposte da questa associazione. C’è chi nega di utilizzare grano duro estero e chi, invece, lo ammette

Sono le quattro e mezza di mattina dell’1 marzo. Solo oggi – due giorni e mezzo dopo il blocco de I Nuovi Vespri – proviamo, a Dio piacendo, ad aggiornare il sito.

Che cosa sia successo non l’abbiamo capito. Abbiamo avuto – questo era già chiaro due giorni fa – tanti visitatori.

Non abbiamo fatto nulla di eccezionale: ci siamo soltanto limitati a pubblicare i dati diffusi da GranoSalus sulle analisi di otto marche di pasta, come potete leggere qui di seguito:

GranoSalus: i risultati delle analisi sulla pasta Barilla, Voiello, De Cecco, Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro 100% Puglia

Sono notizie che possono essere lette sul sito della stessa GranoSalus – l’associazione che raccoglie produttori di grano duro di tutto il Sud Italia e tanti consumatori – e su altri siti. Tutto qui.

Leggiamo adesso le reazioni. Sono comunicati che avremmo pubblicato ieri se il nostro sito non fosse stato bloccato.

Cominciamo con la Granoro:

“Possiamo assicurare con la massima serenità che il grano utilizzato nella produzione della Pasta Granoro Dedicato 100% Puglia è ottenuto da filiera costituita da operatori esclusivamente pugliesi (Cooperativa Fra’ Coltivatori di Apricena-FG e Molino De Vita di Casalnuovo Monterotaro-FG); tale produzione è interamente controllata dall’origine fino alla trasformazione e quindi ‘certificata’ da uno dei più prestigiosi Enti internazionali in materia, assolutamente terzo ed indipendente.
Quanto affermato nell’articolo di ieri 26/02/17 di GranoSalus Produttori in difesa del Consumatore è del tutto infondato. Infatti:
– il grano pugliese da noi utilizzato è altamente selezionato e difficilmente se ne può reperire di migliore sul mercato, sia da un punto di vista qualitativo che della salubrità;
– la nostra pasta “Dedicato 100% Puglia” risponde perfettamente a quanto da noi dichiarato, essendo ottenuta da grano non solo italianissimo, ma in particolare pugliese e pertanto contestiamo l’insinuazione contenuta nell’articolo secondo la quale avremmo miscelato anche semola di grano estero con quello pugliese (ricordiamo che nella filiera Dedicato operano circa 140 aziende agricole pugliesi, oltre alla su citata Cooperativa, tutte puntualmente controllate dall’Ente di certificazione);
– sussistono dubbi sui metodi sia di campionamento che di analisi adottati, come recenti studi scientifici internazionali hanno affermato: http://aoac.publisher.ingentaconnect.com/content/aoac/jaoac/2015/00000098/00000006/art00034.
– Non è escluso che tracce delle sostanze citate possano trovarsi in grani italiani e pugliesi (il glifosato non è attualmente vietato in tutta la UE: vedi Regolamento UE 2016/1056 del 29/06/16, Regolamento UE di esecuzione 2016/1313 del 01/08/16 e relativi atti e decreti ministeriali collegati e conseguenti).

L’articolo di GranoSalus (con altre finalità) costituisce quindi solo una pura e gratuita diffamazione nei nostri confronti.
Tuteleremo la nostra immagine, la nostra onorabilità e quella degli operatori della Filiera 100% Puglia nelle sedi opportune e sono in corso di redazione atti di smentita e recisa nostra contestazione.

Tranquillizziamo tutti i nostri consumatori: la nostra Pasta Granoro Dedicato 100% Puglia è perfettamente salubre ed a norma; le nostre affermazioni sono veritiere e verificabili in maniera trasparente”.

La replica di Coop:

“Sul sito internet dell’Associazione Granosalus è stato pubblicato un report su test analitici, effettuati su alcuni campioni di pasta, per la ricerca di DON (nota micotossina), Cadmio (metallo pesante presente in natura) e Glifosate (noto pesticida).

Tra i campioni analizzati vi è anche un campione di pasta a marchio Coop che ha valori di tali residui molto bassi. Per tutti e tre i parametri è abbondantemente entro i limiti di legge e anche entro i limiti dei requisiti Coop.

Nello specifico:

– Per il DON il valore ritrovato (112 ppb) è molto più basso del limite di legge (750 ppb), decisamente inferiore al limite definito da capitolato Coop (inferiore al 50% del limite di legge) e addirittura inferiore al limite del baby food che è di 200 ppb;

– Per il CADMIO il valore ritrovato 0,027 ppm è molto più basso del limite di legge per i cereali che è pari a 0,10 ppm;

– Per il GLIFOSATE il valore ritrovato 0,013 ppm è molto più basso del valore fissato dal Ministero della Salute a 10  ppm per il frumento e anche più basso del valore della policy Coop (50% del limite sulla materia prima).

Segnaliamo quindi la mancanza da parte di GranoSalus di un competente giudizio tecnico-scientifico sui risultati che determina toni allarmistici, dove un allarme invece non c’è, anche allo scopo di ottenere donazioni e fondi economici da parte dei consumatori.

In generale vi ricordiamo che, oltre a quanto previsto dalla cogente legislazione, Coop attraverso il capitolato tecnico di produzione prevede per i suoi prodotti standard chimico-fisici e batteriologici più rigorosi e cautelativi rispetto alle normative di legge nonché restrizioni sull’utilizzo degli additivi, e assenza di coloranti nei prodotti alimentari.

Il sistema dei controlli è rappresentato da analisi e ispezioni che vengono sviluppati anche in corso di fornitura, con interventi immediati in caso di irregolarità.

Per quanto riguarda il Glifosato, in un quadro di tossicità non ancora ben definito e in virtù del principio di precauzione, in via cautelativa Coop ha deciso di vietare l’utilizzo del Glifosato per i prodotti a marchio se diverso da quello di diserbante e comunque esclusivamente lontano dalla raccolta. Per tutti i prodotti a marchio, il valore del Glifosato sulle materie prime utilizzate nei prodotti deve essere inferiore al 50% rispetto al corrispondente limite di legge presente per il prodotto agricolo di riferimento.

Riguardo le micotossine, Coop richiede nei suoi prodotti a marchio tenori di micotossine inferiori al 50% dei limiti di legge. Infine le analisi sui metalli pesanti condotte da Coop non hanno ad oggi rilevato alcun tipo di anomalia.

Riguardo l’origine delle materie prime, altro aspetto segnalato come negativo, il prodotto Italiano è da sempre la base della politica d’acquisto Coop per le proprie filiere e per grandi volumi. Per la realizzazione dei prodotti a marchio, Coop si avvale per il 90% di fornitori italiani. Ciò detto, non sempre è possibile utilizzare esclusivamente prodotti e produttori nazionali ed è giusto ricordare che, come sistema Italia, siamo purtroppo deficitari in molti settori, come quello del Latte, del Grano, della Carne, e senza massicce importazioni non saremmo in grado di garantire gli attuali livelli di consumo. Non va dimenticato, inoltre, che l’Italia in molti casi ha eccellenze industriali nella prima trasformazione, ad esempio la pasta, dove di fatto esporta prodotto finito che deriva da materie prime estere, ma in questo giro il valore aggiunto rimane in Italia”.

Leggiamo anche la precisazione de La Molisana:

“Riteniamo che la produzione di alimenti sia prima di tutto una questione etica, per questo consideriamo un nostro dovere, ma anche un diritto, esprimere rispetto alla questione sollevata dall’articolo di GranoSalus Produttori in difesa del Consumatore del 26 febbraio 2017, una posizione chiara e di denuncia.
Siamo mugnai dal 1910 e abbiamo costruito una solida reputazione nella selezione dei grani duri più pregiati in Italia e all’estero, nella consapevolezza che una pasta eccellente nasce sempre da un mix di grani di qualità superiore, perfettamente salubri, con caratteristiche chimico-fisiche diverse e complementari.
Ci teniamo a sottolineare che siamo fortemente motivati a tutelare produttività e redditività colturale e a recuperare l’agro-biodiversità italiana. Per questo abbiamo siglato contratti di filiera con oltre 600 produttori del Molise e della Puglia, per l’acquisto di 11.000 tonnellate del seme di grano duro Maestà (come si può leggere qui)
La scelta di utilizzare anche grani esteri è, d’altro canto, motivata dalle seguenti ragioni:
1. l’origine italiana del grano duro non è di per sé sinonimo di qualità: il grano raccolto nel 2016, pur abbondante, è risultato per l’80% di medio – bassa qualità, senza l’apporto di grani esteri di pregio sarebbe perfino difficile rispettare le regole della legge di purezza che tutelano la pasta italiana;
2. la produzione nazionale di grano duro è insufficiente a coprire il fabbisogno di consumo: la media del raccolto del grano in Italia negli ultimi anni è di circa 39 milioni di quintali a fronte di una domanda di consumo di circa 55 milioni di quintali;
3. le caratteristiche igienico-sanitarie e quindi di salubrità del grano duro estero sono rigorosamente certificate dagli organismi della Polizia di frontiera presso le Dogane di terra e marittime e dai Corpi di Polizia sul territorio nazionale.
Infine questa scelta, diversamente da quanto si pensa, è per noi anche più onerosa, perché il grano estero di qualità superiore costa oltre il 40% in più rispetto a quello nazionale.
In conclusione, esprimiamo seri e fondati dubbi sull’attendibilità dei dati riportati nell’articolo sopra citato, non essendo ben precisata né la metodica utilizzata, né la loro fonte (si parla genericamente di un laboratorio estero senza definirne tipologia, specializzazione e provenienza).
L’articolo di GranoSalus persegue finalità diffamatorie e strumentalmente denigratorie, dal momento che i nostri valori riportati in tabella, come quelli di tutti gli altri colleghi pastai citati, sono di gran lunga sotto i limiti prescritti dalla vigente normativa in materia.
Tuteleremo con forza nelle sedi opportune l’onorabilità della nostra azienda e la fiducia che quotidianamente i consumatori in noi ripongono, consapevoli che le nostre affermazioni sono veritiere e verificabili”.

P.S. 

Prendiamo atto che la Molisana ammette l’utilizzazione di grani duri esteri

 

 

 

 

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