Tutti si stracciano le vesti per i disabili abbandonati. Ma chi ha fatto ‘fallire’ la Regione?

23 febbraio 2017

Il presidente Rosario Crocetta, a Pif che lo attaccava per la vicenda dei due ragazzi disabili gravi abbandonati, avrebbe potuto ricordare che è Roma che ha provocato il default non dichiarato della Regione siciliana. Ma non l’ha fatto, forse perché il primo a consentire alla ‘buonanima’ del Governo Renzi di svuotare le ‘casse’ della nostra Regione è stato proprio lui. Ora arriva l’altra notizia: l’Unione Europea chiede all’Italia una manovra da 3,5 miliardi di Euro. E il Governo Gentiloni chiede altri soldi alla Regioni. A cominciare dalla Sicilia… 

La vicenda dei disabili gravi lasciati senza assistenza è gravissima. Ma altrettanto grave è che non si parli dei veri responsabili di quanto sta accadendo. Nel seguente articolo si racconta, con dovizia di particolari, come stanno le cose:

Pif all’assalto di Crocetta. Perché non va a protestare dal suo amico Renzi che ha tagliato i fondi ai disabili?

Qui non si tratta di difendere il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta – che, come vedremo, ha le sue responsabilità, ma di ristabilire un po’ di verità.

Quando scriviamo che la Regione siciliana è in sostanziale default non dichiarato non ci prendono sul serio. Però in tanto si indignano quando i disabili gravi vengono lasciati senza assistenza.

Pif, due giorni fa, ha dato spettacolo con Crocetta. Del resto, da un uomo di spettacolo che cosa ci si può attendere se non lo spettacolo?

“Crocetta, se non trovi i soldi per assicurare l’assistenza ai disabili gravi dimettiti”, ha detto Pif.

Noi siamo d’accordo con Pif. A patto che lo stesso Pif sia disposto a individuare tutti i responsabili di quanto sta succedendo in Sicilia.

Il Governo di Roma ha tagliato i fondi della legge nazionale n. 328 del 2000. E’ la legge che finanzia le attività sociali. Compreso il sostegno ai disabili gravi e gravissimi.

Per questi ultimi esiste un altro Fondo nazionale che è stato ridotto. I disabili gravi e gravissimi hanno bisogno di assistenza h24. Ma il Governo nazionale – lo stesso Governo che, con il voto del Parlamento di ‘nominati’ ha trovato in quattro e quattr’otto 20 miliardi di Euro per le banche – ha tagliato sia i fondi della legge 328 (un taglio del 66%!), sia il Fondo per i disabili gravi e gravissimi.

E’ il Governo nazionale, nel silenzio generale, che ha deciso di ridurre a 3 ore al giorno l’assistenza ai disabili gravi e gravissimi. Quello che Pif ha detto a Crocetta lo dovrebbe dire anche al Presidente del Consiglio, Gentiloni.

Su questo tema è ‘scivolato’ l’ormai ex assessore regionale, Gianluca Miccichè, che invece di dire come stanno le cose – magari aggiungendo la sua inefficienza di amministratore pubblico – ha preferito ‘fuggire’, per poi andarsi ad ‘auto-incaprettare’ in casa dei due ragazzi disabili Gianluca e Alessio Pellegrino (come potete leggere qui).

Dicevamo del sostanziale default non dichiarato della Regione.

I soldi non mancano solo per i disabili gravi.

Le ex Province sono state lasciate senza soldi. Risultato: edifici scolastici abbandonati, strade provinciali abbandonate, studenti disabili privati dei mezzi di trasporto per recarsi a scuola.

I Comuni siciliani sono alla frutta e, di fatto, non erogano ormai tanti servizi, a cominciare proprio da alcuni servizi sociali: infanzia, anziani malati e via continuando.

Domani, venerdì 24 febbraio, gli operai della Forestale scenderanno in piazza a Palermo. Motivo: il Governo regionale ha deciso di tagliare le indennità a questi lavoratori, riportandoli al 2001.

Circa 200 dipendenti del Corpo forestale – reparto Servizio antincendio – sono stati penalizzati e scenderanno in piazza insieme con gli operai della Forestale.

La sanità siciliana è in grandissima sofferenza: mancano i posti letto, interi reparti sono stati chiusi, i medici pubblici sono sotto stress da almeno sei-sette anni; idem gli infermieri; e mentre gli stipendi dei medici pubblici sono bloccati, l’attuale Governo ha deciso di pagare, con una parte del Fondo sanitario regionale – contro il parere della Corte dei Conti – gli oltre 2 mila dipendenti di una società regionale (la SAS), l’ARPA e le rate dei mutui della stessa Regione.

Quasi tutti i dipendenti delle società regionali non vengono pagati.

Problemi finanziari enormi si registrano in quasi tutti gli enti e le società regionali.

Tutto il mondo siciliano che dipende dalla spesa pubblica è in crisi. Il crollo della Regione, delle ex Province e dei Comuni sta travolgendo famiglie e imprese della nostra Isola.

L’esempio macroscopico di questo disastro economico è rappresentato da Palermo. Questo ilcomunicato fiffuso nei giorni scorsi dalla dalla Confartigianato del capoluogo siciliano:

“Quasi mille artigiani hanno cessato la propria attività nel 2016 a Palermo. E’ quanto emerge dal Registro delle Imprese della Camera di Commercio, che evidenzia anche un calo delle nuove iscrizioni. Nel dettaglio, sono 943 le cessazioni di imprese artigiane nel capoluogo siciliano, 719 le iscrizioni su un totale di 14528 imprese registrate in città. A livello regionale le cessazioni sono invece 5065, con 3742 iscrizioni su un totale di 74988 imprese artigiane”.

“E’ il segno che gli artigiani che proseguono nella loro attività lo fanno con grande sacrificio  – dice il presidente di Confartigianato Palermo, Nunzio Reina – ma nello stesso tempo molte imprese sono costrette a chiudere, specie in alcune zone della città che sarebbe il caso di rivalutare. E’ necessario un dialogo tra l’Amministrazione comunale e le imprese, solo in questo modo si potranno evitare ulteriori cancellazioni e perdite di posti di lavoro che lasciano fuori dal mercato un gran numero di artigiani”.

‘Dialoga’ l’Amministrazione comunale di Palermo? Sì, raddoppiando la pressione fiscale e inventando nuovi balzelli, come la finta ZTL (in realtà, è un balzello e basta) che ha scatenato proteste durissime.

Chi è il responsabile del sostanziale default della Regione siciliana?

In primo luogo il Governo nazionale che ha tagliato alla Sicilia più di quanto ha tagliato ad altre Regioni italiane.

Poi del presidente della Regione, Rosario Crocetta, che invece di opporsi ai tagli romani ha addirittura ‘aiutato’ il Governo romano a scippare fondi alla Regione siciliana, firmando due ‘Patti scellerati’ con il Governo Renzi: due ‘Patti’ che hanno tolto alla Regione un sacco di soldi. Nel secondo caso, anche con il sì della maggioranza dell’Assemblea regionale siciliana:

‘Patto’ Renzi-Crocetta3/ La Sicilia saluta l’Autonomia finanziaria: a Roma a 90°

L’aspetto sul quale invitiamo i nostri lettori a riflettere è il seguente.

Il Governo romano taglia i fondi alla Regione e il presidente della Regione non dice nulla.

Lo stesso Governo taglia i trasferimenti ai Comuni siciliani e i sindaci, nella stragrande maggioranza dei casi, non parlano. E, per tutta risposta – come ha fatto il Comune di Palermo (ma non solo) – tassano i cittadini.

Una sorta di principio dell’omertà fino ad oggi ha legato a doppio filo il Governo romano, il Governo regionale e la maggior parte dei sindaci della nostra Isola. E’ come se fossero tutti coalizzati per fare pagare il conto ai cittadini siciliani.

Solo adesso, davanti alla prospettiva di nuovi tagli da parte di Roma, Crocetta sta alzando la testa. I fatti sono noti, anche non non sufficientemente ‘gettonati’ dalla grande stampa e dalla Tv.

La novità di queste ore è che la grande Unione Europea chiede all’Italia una manovra di 3,5 miliardi di Euro. E’ una follia per un Paese ridotto malissimo come l’Italia. Ma, come direbbe l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, “ce lo chiede l’Europa…”.

E cosa fa il Governo Gentiloni? ‘Gira’ i tagli alle Regioni. E com’è accaduto in questi anni, la Regione che dovrebbe pagare più di ogni altra è la Sicilia!

Crocetta – quello che ha firmato due ‘Patti’ con Roma, aiutando il Governo nazionale a ‘svuotare’ le ‘casse’ della Regione siciliana, questa volta si vorrebbe opporre. Annuncia ricorso. E dice che con questi nuovi tagli Regione e Comuni (le Province non esistono più) dovrebbero effettuare altri tagli.

“Doppu c’arrubaru a Santa Chiara ci misiru ‘i catin (dopo che la Basilica di Santa Chiara venne saccheggiata misero i portoni di ferro). Da noi in Sicilia si dice così di quelle persone poco attente che cercano di porre rimedio ai propri errori tardivamente.

E’ il suo caso, presidente Crocetta: a partire dal giugno del 2014, lei non ha fatto altro che agevolare gli scippi ai danni della Regione siciliana. Lei, il PD e tutti i partiti dio centrosinistra. Ora Roma è abituata a saccheggiare le finanze regionale e vuole proseguire nel saccheggio…

Forse Crocetta, il PD e i partiti di centrosinistra della Sicilia non si sono accorti che, grazie ai Governi di centrosinistra a Roma e alla Regione – e grazie al silenzio dei sindaci della stragrande maggioranza dei Comuni dell’Isola, tutti di centrosinistra – in tanti centri della nostra Isola, oltre a mancare già i servizi essenziali, c’è la fame. Speriamo che se ne accorgano anche i cittadini Siciliani alle prossime elezioni comunali di primavera, alle elezioni regionali di novembre e alle elezioni politiche.   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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