Cgil: “Asu e Lsu attendono gli stipendi da 10 mesi”. E intanto Baccei vola a Roma…

22 febbraio 2017

Il sindacato attacca il Governo: “Mancano anche i soldi necessari all’Inps per il pagamento dei sussidi”. E mentre all’Ars si attende ancora il collegato alla finanziaria che era atteso per oggi, l’assessore commissario bussa alle porte del Governo nazionale per i soldi alle Province. Una farsa dopo l’altra…

Ritardano in tutta la Sicilia i pagamenti degli stipendi e dei sussidi degli Asu impegnati nei Comuni, degli Lsu e dei lavoratori con contratto a tempo determinato. “Ci sono casi – denuncia la Cgil Sicilia – di ritardi fino a 10 mesi e questo ancora una volta per le inadempienze della Regione siciliana e in particolare dell’assessorato al lavoro e del Dipartimento Enti locali”.

La Cgil sottolinea che “i Comuni aspettano ancora per i contrattisti a tempo determinato l’accredito da parte del Dipartimento Enti locali dei finanziamenti residui del 2016, pari al 60% del totale; per gli Asu e gli Lsu, inoltre, l‘Assessorato al lavoro non ha ancora accreditato all’Inps le somme necessarie per il pagamento dei sussidi”.

“Ancora una volta – dice Mimma Argurio, della segreteria regionale Cgil- le inefficienze e i ritardi di questa Regione si scaricano sui soggetti più deboli. Chiediamo lo sblocco immediato di tutti questi finanziamenti e l’avvio dei processi di stabilizzazione”.

La situazione è grave e seria. Secondo quanto si apprende dagli stessi Asu la Regione non ha ancora versato all’Inps circa 3 milioni e mezzo di euro e senza queste somme  non pagherà le indennità ai precari.

Intanto si recita a soggetto. Si promette, si parla di sbagli nei calcoli dei soldi da dare all’Inps,  di tutto, di più. Pure l’emendamento approvato dalla Commissione Lavoro per la loro stabilizzazione sembra una farsa. La Regione non riesce a trovare la quadratura dei conti ed, infatti, la finanziaria è ancora in alto mare.
Di fatto, è la legge che chiuderà la legislatura, visto che a novembre i Siciliani verranno chiamati a votare per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana e per eleggere il nuovo presidente della Regione. Da qui le fibrillazioni e i tentativi di assalto alla diligenza. Non è facile, insomma, trovare l’accordo su un testo di legge finanziaria, dal momento che la ‘coperta’ è sempre più stretta (leggere carenza di risorse finanziarie in buona parte ‘inghiottite’ da Roma con la complicità della maggioranza di Governo siciliano), mentre sono in tanti a tirarla di qua e di là.

E non è nemmeno arrivato all’Ars il collegato che l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, aveva annunciato ieri sera, per semplificare e concludere l’esame della manovra entro il 28 febbraio ed evitare un altro mese di esercizio provvisorio.

“Se questi documenti arriveranno correttamente, nei modi previsti dalla legge, porteremo questo disegno di legge in Aula. Il collegato però non significhi assalto alla diligenza” afferma il presidente della Commissione bilancio Vincenzo Vinciullo, che di recente ha dichiarato di essere passato all’opposizione: “Su questo sarò fermo, anche se mi pare di capire che questa sembra essere la piega che si vuole dare al provvedimento”.

Intanto  Baccei, tramite i suoi consueti portavoce, fa sapere di essere a Roma per lo sblocco dei fondi per le Province e garantisce che gli Asu restano una priorità. E ci crediamo: 6mila voti sono importanti. Crediamo un po’ meno all’ipotesi stabilizzazione. Al massimo garantiranno una proroga fino alle elezioni.

Cosa potrà ottenere da Roma l’assessore commissario? Il Governo nazionale ha già i suoi guai con le minacce dell’Ue che vuole imporre una manovra correttiva entro Aprile (leggasi lacrime e sangue per gli italiani). Ma non solo.

Baccei è colui il quale per nome e per conto del Governo nazionale ha privato la Sicilia di risorse che sarebbero state preziose. Basti pensare che è lui il regista della rinuncia ai contenziosi con lo Stato, firmata per ben due volte da Crocetta, che avrebbero potuto fare incassare alla Sicilia qualche miliardo di euro.
Ma non sarebbe corretto dare tutta la colpa a Crocetta e Baccei, quindi al PD. Perché ad avallare questa seconda rinuncia ai contenziosi è stata l’Assemblea Regionale Siciliana con 43 voti a favore (qui tutti i nomi).

Quindi di che stiamo parlando? Se la Sicilia è senza soldi una ragione c’è. Come si fa adesso, alla vigilia delle elezioni, a confezionare una finanziaria elettorale e a rattoppare le voragini che loro stesso hanno contribuito a creare?

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