Le dimissioni dell’assessore Miccichè e gli studenti disabili di tutta la Sicilia abbandonati

21 febbraio 2017

Giustissime le dimissioni dell’assessore regionale al Lavoro, Gianluca Miccichè, dopo il pasticcio che ha combinato nel trattare il caso dei due ragazzi disabili, Gianluca e Alessio Pellegrino. Ma dopo la protesta dei genitori degli studenti disabili di Palermo, abbandonati dalla Regione, non possiamo non ricordare – ce lo ricorda il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta – che tutti gli studenti disabili della Sicilia sono stati privati del trasporto a scuola. Questo è solo uno dei risultati dei ‘Patti scellerati’ firmati dal presidente Rosario Crocetta con il Governo nazionale!

“Il presidente Rosario Crocetta dice che a marzo gli studenti disabili della Sicilia torneranno a scuola? Mi fa piacere sentire questa notizia. Se lo dice lui sarà così. Avrà sicuramente più elementi di me per assumere un impegno così importante”.

La chiacchierata con il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta, aveva preso spunto dalle dimissioni dell’assessore regionale al Lavoro e alle Politiche sociali, Gianluca Miccichè, e dalle proteste, a Palermo, dei genitori degli studenti disabili. Due fatti solo apparentemente disgiunti, perché stando a quanto ricordiamo noi, è proprio questo assessorato regionale che, da qualche tempo, dovrebbe garantire il trasporto degli studenti disabili nelle scuole.

Amenta ci ha ricordato che noi ricordavamo bene: tocca proprio a questo assessorato regionale garantire questo servizio. Un servizio che, già da tempo, non viene più garantito.

A non potere recarsi a scuola non sono soltanto gli studenti disabili di Palermo, ci racconta Amenta, ma gli studenti disabili di tutta la Sicilia.

“Questo servizio – ci dice il vice presidente dell’ANCI, che in questa organizzazione si occupa proprio di questioni finanziarie – è stato sempre effettuato dalle ex Province. Ma le ex Province della Sicilia sono state lasciate senza risorse finanziarie. Così, invece di trovare le risorse finanziarie per fare funzionare le ex Province, è stato deciso che questo particolare servizio sarebbe stato effettuato dall’assessorato regionale al Lavoro e alle Politiche sociali”.

Chiediamo ad Amenta come mai, se è stato stabilito che se ne sarebbe occupata la Regione, gli studenti disabili della Sicilia – di tutta la Sicilia, ci ha ribadito Amenta, e non soltanto di Palermo – non possono recarsi a scuola, a meno che non li accompagnino i genitori. Non tutti i genitori, però, hanno la possibilità di accompagnare i figli disabili a scuola.

Così tantissimi ragazzi disabili di tutta la Sicilia, già da qualche tempo, rimangono a casa. 

Domandiamo al vice presidente dell’ANCI: rimangono a casa perché la Regione siciliana non ha più i soldi per questo servizio, o forse è un problema di disorganizzazione dell’assessorato regionale al Lavoro? La nostra domanda non è casuale, perché un po’ di disorganizzazione, in questo assessorato, c’è, se è vero che la vicenda di due disabili abbandonati da un anno, nonostante gli impegni assunti, alla fine, hanno provocato le dimissioni dell’assessore Gianluca Miccichè (che in verità, in questa storia incredibile, ci ha anche messo del suo, prima rifiutandosi di incontrare i due ragazzi disabili e poi peggiorando la sua situazione negando anche l’evidenza, come potete leggere e vedere qui).

Però il problema resta: a quanto pare, ad essere abbandonati, non sono solo Gianluca e Alessio Pellegrino (che hanno diritto ad un’assistenza h 24), ma anche tanti altri ragazzi che, come già detto, non possono recarsi a scuola.

“La cosa incredibile di questa storia – ci racconta Amenta – è che nessuno ne parla. Ne stiamo parlando perché c’è stata la legittima protesta dei genitori degli studenti disabili di Palermo. Ma la questione riguarda tutta la Sicilia. E riguarda la sorte delle ex Province siciliane e dei servizi che, incredibilmente, non vengono può assicurati alla collettività”.

“Il problema degli studenti disabili che non vengono accompagnati a scuola è grave – aggiunge Amenta -. Ma è grave, anche, che non venga più effettuata una corretta e costante manutenzione delle scuole. Di questo servizio si occupavano le ex Province. Che, lo ribadisco, sono state lasciate senza soldi e non possono più occuparsi della manutenzione delle scuole. Lo stesso discorso vale per le strade provinciali, ormai abbandonate”.

“Faccio il sindaco di Canicattini Bagni, cittadina della provincia di Siracusa – aggiunge Amenta – e posso raccontare quello che vedo nella mia provincia. Ebbene, l’ex Provincia di Siracusa, quest’anno, avrebbe a disposizione almeno 22 milioni di Euro. Ma questi soldi se li è tenuti lo Stato. Perché non solo le ex Province sono tenute senza soldi, ma debbono contribuire al risanamento dei conti dello Stato e, come la Regione siciliana, ogni anno subiscono il prelievo forzoso da parte di Roma”.

Allo Stato non basta scippare alla Regione siciliana, ogni anno, oltre un miliardo di Euro. Scippa anche i soldi alle nove ex Province della nostra Isola. Non sapendo cosa scippargli, visto che le ex Province sono senza soldi, si tiene i fondi della RC Auto: circa 220 milioni di Euro all’anno con le quali le ex Province siciliane pagavano il personale. Ora non hanno più nemmeno questi fondi.

A questo punto sorge spontanea, da parte nostra, una domanda che presuppone una premessa.

La premessa. le ex Province anche in Sicilia esistono ancora: gli hanno cambiato il nome, ma esistono ancora: si chiamano Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina nei casi, appunto, delle ex Province di Palermo, Catania e Messina; e si chiamano Consorzi di Comuni nei casi delle altre sei ex Province.

La domanda. Se esistono ancora e ci sono ancora 6 mila e 500 dipendenti, questi dipendenti delle ex Province che cosa fanno?

“Non possono lavorare – ci dice Amenta -. Del resto, se lasciano le Province senza soldi come fanno i dipendenti a lavorare? Come fanno a garantire la manutenzione delle scuole? Come fanno a garantire la manutenzione delle strade provinciali? Come fanno ad effettuare i controlli ambientali'”.

Noi magari ci ripetiamo spesso, ma non possiamo non ricordare i ‘Patti scellerati’ firmati dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, con Renzi: il primo nel giugno del 2014, il secondo nel giugno dello scorso anno.

E’ normale, presidente Crocetta e assessore-commissario all’Economia, Alessandro Baccei, dare buona parte dei soldi della Regione – delle entrate della Regione – a Roma e poi lasciare i Siciliani senza servizi?

E’ normale, presidente Crocetta, aver firmato due ‘Patti scellerati’ con il Governo nazionale, regalando a Roma soldi che la Corte Costituzionale, in forza di alcuni pronunciamenti, aveva assegnato alla Regione? 

All’assessore-commissario Baccei, alla fine, non possiamo rimproverare nulla: è stato mandato in Sicilia per svuotare le ‘casse’ della Regione: cosa che ha fatto con certosino impegno.

Ma al presidente della Regione – che oggi si vorrebbe ricandidare con un movimento che si chiama, addirittura!, “Riparte Sicilia” – chiediamo: è stato giusto regalare tutti questi nostri soldi a Roma visto, adesso, la Regione non riesce più a garantire nemmeno il trasporto a scuola agli studenti disabili?

Come fa lei, oggi, a definirsi ‘autonomista’? Non le sembra un po’ grottesco?

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