Formazione professionale: le accuse di Venturino, Campanella e Menallo

15 febbraio 2017

Violazioni di legge di vario tipo. Per esempio sulle norme di accreditamento di enti e società che gestiranno i corsi di formazione. Violazione delle norme comunitarie sulla rendicontazione. Agevolazioni ai privati ai danni dei soggetti no profit. Nucleo di valutazione dei progetti composto in violazione delle norme vigenti. E altro ancora

Non sono leggere le accuse che oggi sono state formulate alla gestione della Formazione professionale in Sicilia nel corso di una conferenza stampa tenuta a Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano.

A sottolineare le “violazioni di legge” sono stati il vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino, il senatore della Repubblica, Francesco Campanella, e l’avvocato Francesco Menallo.

Sono nove i punti segnalati nel corso dell’incontro. Eccoli.

1) L’Avviso 8 è la riproposizione – peggiorativadell’Avviso 20;

2) Contiene numerose violazioni di legge che si ripercuoteranno anche sulla sostanza del servizio reso;

3) Sono stati, ancora una volta, ammessi, in violazione delle norme sull’accreditamento, bypassate con una circolare assessoriale, soggetti imprenditori (nonostante le determinazioni di TAR, CGA e Corte dei Conti sul punto) anche in forma associativa, versando nelle loro casse veri e propri aiuti di Stato ed escludendo, quindi, non foss’altro che per l’inevitabile conseguente scivolamento in graduatoria, soggetti no profit invece legittimati a svolgere i corsi, consentendo loro il recupero dell’Iva e dei costi vivi in genere, in quanto scaricabili dalle imprese e non dai soggetti no profit;

4) Si è affermato che l’Unione Europea, con regolamento 1303/2013, avrebbe reso non necessaria la rendicontazione, accontentandosi di controlli in itinere sul regolare svolgimento dei corsi: ciò non corrisponde al vero, giacché una cosa è la determinazione del finanziamento (mediante costi unitari standard uguali per tutti), altra cosa è il sistema di controllo della spesa con la conseguente restituzione delle somme non utilizzate od impropriamente utilizzate;

5) Il piano non è stato approvato dalla CRI, come prevede la legislazione in vigore, e la CRI non è stata ricostituita nonostante sia un organismo in vigore;

6) Il Nucleo di Valutazione dei Progetti è stato composto non rispettando le vigenti norme di legge (prevalenza di membri esterni alla Pubblica Amministrazione); lo stesso organismo si è diviso in tre sottocommissioni, dando luogo a valutazioni difformi; parrebbe altresì che vi sia stata una tempistica eccezionalmente breve per esaminare ciascun progetto, così come progetti identici avrebbero avuto punteggio difforme;

7) Non sarà possibile prevedere il reimpiego del personale licenziato dagli organismi affidatari in quanto non sono state rispettate le regole della Legge Regionale Siciliana  n. 24 del 1976 né quelle della Legge regionale siciliana 25/93 né le circolari attuative, tra cui la 10/94, né l’allegato 12 al CCNL di categoria. L’albo del personale che si pretenderebbe di utilizzare, difatti, non è quello della Legge Regionale Siciliana 24/76 bensì è un albo aperto, a cui tutti gli operatori si possono iscrivere, anche dopo la scadenza temporale del 31/12/2008;

8) Le norme sull’accreditamento, segnatamente in materia di caratteristiche dei locali adibiti alle attività corsuali e non, sono state ristrette ed allargate in modo privo di criterio ed allargando le destinazioni d’uso imposte dalla vigente normativa urbanistica e catastale, in violazione di norme primarie;

9) Ancora adesso, valutate le superiori criticità, si rimane convinti che una soluzione al problema del personale rimasto senza attività e senza sostegno al reddito possa rinvenirsi, nel DDL 1106/2015 od in sue possibili integrazioni, mediante la pratica dell’avvalimento, istituto giuridico comunitario che consentirebbe il passaggio diretto ed immediato di personale da un ente ad un altro nel rispetto del principio comunitario dell’obbligo di destinazione dei fondi impegnati.

Tutto questo sfocia in un esposto che i parlamentari invieranno alla Procura della Repubblica di Palermo.

Seguiranno ulteriori aggiornamenti

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