Brexit: il voto popolare non basta, la parola passa al Parlamento

24 gennaio 2017

La democrazia è bella, ma fino ad un certo punto. Questo il messaggio che arrva dalla Corte Suprema inglese che ha dato torto alla Premiere Theresa May secondo la quale il risultato del referendum bastava per condurre fuori dall’UE la Gran Bretagna

La decisione è clamorosa ed è destinata a fare un gran rumore: la Suprema Corte inglese ha stabilito che il la premier Theresa May non potrà portare fuori la Gran Bretagna dall’Unione europea appellandosi all’articolo 50 del Trattato di Lisbona, per uscire dall’Unione Europea senza il consenso del Parlamento.

Per bocca del suo presidente, la Corte Suprema ha affermato che:

“Il governo non può esercitare tale potere se in tal modo cambia le leggi del Regno Unito a meno che non sia autorizzato a farlo da parte del Parlamento”.

La Corte ha dunque confermato la sentenza dello scorso 3 novembre dell’Alta Corte di Giustizia del Regno Unito, contro cui il governo di Theresa May aveva presentato ricorso, sostenendo che i cittadini del Regno Unito si erano già espressi su Brexit con il referendum. Una sentenza che aveva dato ragione a un comitato di cittadini guidato dalla donna d’affari e attivista europeista Gina Miller che appunto chiedeva un voto Parlamentare dopo la delusione del risultato referendario che, lo ricordiamo, ha sorpreso il mondo e lasciato a bocca aperta le oligarchie della finanza europea.

I giudici che hanno votato a favore di un intervento del Parlamento sono stati 8, in 3 hanno invece votato contro.

Questo significa che si potrebbe fermare il processo di uscita della Gran Bretagna dall’UE?

E’ altamente improbabile che sia così. Secondo gli osservatori l’effetto potrebbe essere solo quello di ritardare la Brexit, la cui conclusione, nei piani del Governo May, sarebbe dovuta giungere entro il 31 Marzo.

Il Parlamento, inoltre, potrebbe imporre vincoli sostanziosi spingendo per una soft Brexit: una uscita che non tagli tutti i vincoli con l’Unione europea, così come avrebbe voluto Theresa May e come avrebbe voluto il popolo britannico che si era espresso con il referendum.

Il messaggio che sembra arrivare da Londra oggi è il seguente: democrazia sì, ma fino ad un certo punto….

Interessante notare che i giudici hanno negato qualunque potere di veto da parte delle assemblee di Scozia, Galles e Irlanda del Nord sulla Brexit, respingendo così il tentativo di far valere anche in questo caso il potere della devolution. Si tratta di regioni (o Paesi) che hanno votato a grande maggioranza per restare nella Ue e che ora minacciano apertamente la secessione dalla Gran Bretagna per continuare a fare parte dell’Europa.

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