Formazione, Falcone: “Altri enti nel mirino dei magistrati, l’assessore rifletta”. Palazzotto: “Ci sono responsabilità politiche”

12 gennaio 2017

Il capogruppo di Forza Italia all’Ars esorta il Governo ad un maggiore rigore dopo lo scandalo che ha travolto l’Anfe, mentre Erasmo Palazzotto parla chiaramente di responsabilità politiche. E interviene pure il Presidente della Regione che, come al solito, cade dalle nubi e parla di un cambiamento del sistema che risulta solo a lui, fatta eccezione per alcuni avvicendamenti che hanno portato alla nascita di nuovi enti che hanno preso il posto di quelli vecchi…

Non sarebbe solo l’Anfe ad essere finito nel mirino dei magistrati che, stamattina, come vi abbiamo raccontato qua, hanno disposto gli arresti domiciliari per Paolo Genco, presidente dello storico ente di formazione (l’unico che, finora, era riuscito a sopravvivere all’ondata di nuovi enti targati PD e Crocetta) accusato di avere intascato 53 milioni di euro.

Pare, infatti, che la stessa Procura di Trapani che ha guidato le indagini e anche altre Procure siciliane, stiano passando al setaccio altri enti. Lo dice chiaramente, ad esempio, Marco Falcone capogruppo di Forza Italia all’Ars (nella foto): “L’arresto di Paolo Genco rappresenta uno dei tanti e grandi nodi irrisolti del governo regionale. Nei mesi scorsi avevamo già puntato il dito su enti come l’ANFE, che non pagano lo stipendio ai dipendenti da oltre 15 mesi, nonostante questi lavorino regolarmente e le risorse siano state puntualmente erogate dalla Regione”.

“Una situazione vergognosa,- aggiunge il deputato-  che non si limiterebbe all’ANFE, pare infatti ci siano anche altri enti sotto la lente della magistratura, fatti che dovrebbero fare riflettere l’assessore Marziano, imponendo agli uffici competenti maggiore rigore nell’utilizzo dei fondi pubblici. Ho chiesto al presidente della commissione Lavoro all’ARS la convocazione dei 24 enti che si occupano di obbligo formativo e a cui sono stati finanziati ben 960 corsi, per capire nel dettaglio quale sia la metodologia seguita per le assunzioni e quanto personale sia stato inserito dall’Albo”.

Insomma, una nuova bufera giudiziaria starebbe per travolgere un settore considerato il bankomat delle clientele politiche. A proposito di politica, Erasmo Palazzotto deputato nazionale di SEL, si chiede dove sia finita la “rivoluzione di Crocetta”:

“Com’è possibile che 53 milioni di euro vengano erogati ad un ente senza alcun tipo di controllo sulla spesa da parte dell’amministrazione regionale? Se non saranno rilevate responsabilità penali dell’amministrazione, dobbiamo considerare in ogni caso quelle politiche – continua Palazzotto – negli ultimi quattro anni Crocetta ci ha raccontato di avere riformato la formazione professionale, ma in cosa è consistita questa rivoluzione se non ci si è nemmeno accorti di una truffa di questa portata? E anche l’Ncd dovrebbe fornire adesso spiegazioni, visto che i suoi deputati regionali erano arrivati a minacciare di uscire dalla maggioranza di governo dopo l’esclusione dell’Anfe dall’ultima graduatoria della formazione”.

Ovviamente interviene anche il Presidente della Regione, Rosario Crocetta. E come sempre, casca dalle nubi: “Quando qualche anno fa insieme a Nelli Scilabra, avevo individuato il marciume che sta dentro la formazione professionale, siamo stati attaccati da tanti, e tali attacchi sono stati particolarmente veementi nei confronti di una giovane che
ha avuto, insieme a me, il coraggio di indignarsi, di non accettare un sistema. Quando nei mesi scorsi con l’assessore alla Formazione, Bruno Marziano, abbiamo posto il problema dell’obbligo degli enti ad assumere il personale esistente, ci sono stati e anche adesso ci sono, i ricorsi degli enti che hanno bloccato l’avvio dei corsi e l’impiego dei lavoratori, i contrasti della vecchia politica e anche, purtroppo, di quella che pretenderebbe di essere nuova che invece di difendere lavoratori ha difeso gli enti. Ora un nuovo scandalo che rischia di essere pagato ancora dai lavoratori che – continua il presidente – invito a una maggiore consapevolezza e coesione con un governo che vuole garantire i loro posti di lavoro, ma non vuole lo scempio di denaro pubblico che verrebbe sottratto ai cittadini. Quando diciamo che i lavoratori della formazione inseriti nell’albo devono essere assunti prioritariamente, ci sono delle ragioni”.

E ancora: “Il settore è stato per anni una prateria indisturbata di interessi illegali, e lo dimostrano le inchieste, numerose, che hanno già coinvolto altri enti come il Ciapi, lo Ial e tanti altri.Spesso dietro alcuni enti c’erano politici, parenti, loro congiunti o amici politici. Quel tipo di formazione ha compromesso il futuro dei giovani siciliani, tant’è vero che appena siamo intervenuti e abbiamo indirizzato alcune di quelle risorse su Garanzia e Piano giovani, decine di migliaia di giovani sono stati assunti. Chi ha distrutto la formazione in Sicilia è la vecchia politica, che non ha garantito un livello adeguato di istruzione ai ragazzi e alle ragazze di Sicilia, che gli permettesse poi di trovare un lavoro. Adesso – chiosa Crocetta- la formazione deve ripartire, assicurando un futuro ai lavoratori del settore, ma anche ai giovani che devono qualificarsi nel lavoro”.

Tutto bene? Non proprio, perché nessuno si è accorto del rinnovamento del settore. Certo è cambiato qualche nome, qualche ente nuovo fiorito nel prato del PD ha preso il posto di qualcun altro, ma che siano cambiati metodi e pratiche, lo pensa solo Crocetta.

 

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