I furbi del Tonno Rosso del Mediterraneo e la mano francese sul Gamberone Rosso di Sanremo

1 gennaio 2017

Il 2017 sarà l’anno della verità in due tra i più importanti settori della pesca italiana. La parola passa al Governo nazionale. Che dovrà ripartire le quote di Tonno Rosso del Mediterraneo tra le marinerie italiane. Sono le quote che ogni marineria potrà pescare quest’anno (rispetto al 2016 ci sono 600 tonnellate in più). Se Roma continuerà a penalizzare i pescatori artigianali si avrà la prova che il nostro Paese tutela interessi monopolistici. Gentiloni – protagonista da ministro degli Esteri – del papocchio del tratto di mare ligure ceduto ai francesi, da capo del Governo dovrà decidere se ratificare o no un accordo con la Francia che penalizza i pescatori liguri    

Il primo articolo dell’anno lo vogliamo dedicare ai pescatori, che nel nostro Paese sono così bistrattati, ma così bistrattati che più bistrattati non si più. E non facciamo riferimento solo ai pescatori siciliani, ma a tutti i pescatori italiani che subiscono – come tutti- non soltanto gli effetti della crisi economica, ma anche una serie di regolamenti internazionali che sembrano pensati o per favorire che, in alcuni settori, detiene una posizione di monopolio, o per penalizzare chi esercita questa attività.

Cominciamo con una notizia che dovrebbe essere positiva. Com’è noto, nel mondo opera un’organizzazione – l’ICCAT, sigla che sta per International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas – che si occupa della tutela dei grandi pesci pelagici del nostro pianeta e che, nel Mare Nostrum, si occupa di ripartire le quote di Tonno Rosso del Mediterraneo che ogni Paese può catturare (o pescare, che dir si voglia) in un anno.

Le quote di pesca sono state stabilite per evitare che questa specie si estingua, se è vero che il Tonno Rosso del Mediterraneo è considerato, sotto il profilo della qualità delle sue carni, uno dei migliori del mondo.

Giustissimo, insomma, tutelare questa specie ittica. Anche se non mancano i problemi e, soprattutto, i dubbi che, dietro tanta solerzia da parte delle autorità (che, come vedremo, penalizza soprattutto i piccoli pescatori artigianali), si celino speculazioni. Vediamo di che si tratta.

Cominciamo col dire che per quest’anno – parliamo ovviamente del 2017 – le quote di Tonno Rosso del Mediterraneo assegnate all’Italia ammontano a 3 mila e 304,82 tonnellate. Rispetto allo scorso anno ci sono circa 600 tonnellate in più che potranno essere catturate. Bisognerà capire, adesso, come verranno ripartite queste quote tra le marinerie del nostro Paese.

Sotto questo profilo, ci sembra interessante una dichiarazione rilasciata nei giorni scorsi dalla parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Angela Foti:

“Abbiamo chiesto a Crocetta di attivarsi presso il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali affinché l’incremento del contingente di cattura del Tonno rosso assegnato all’Italia per l’anno 2017 venga ripartito in modo tale da assicurare, contemporaneamente, la copertura delle inevitabili catture accidentali che hanno determinato sproporzionate e vessatorie sanzioni, peraltro recentemente maggiorate dagli articoli 39 e 40 delle legge 154/2016, ed il rilascio di nuovi permessi di pesca del Tonno rosso ai pescatori artigianali che in passato avevano fatto richiesta di permessi ma ai quali non sono stati mai rilasciati”.

Il punto sollevato dalla parlamentare siciliana è molto importante. Giusto – lo ribadiamo – avere regolamentato la pesca del Tonno Rosso. Ma non si capisce perché ai pescatori artigianali della Sicilia non vangano rilasciati i permessi per pescare il Tonno Rosso del Mediterraneo.

Tra l’altro – e questo lo riconosce anche l’Unione Europea – la pesca artigianale crea meno problemi all’ambiente e agli equilibri ecologici rispetto ad altre pratiche di pesca.

Ma non è solo un problema ecologico. Dietro la pesca del Tonno Rosso del Mediterraneo ci sono grandi interessi economici.

Non va dimenticato che gli esemplari di Tonno Rosso del Mediterraneo sono particolarmente richiesti dal mercato giapponese. Il dubbio – che forse è più di un dubbio – è che si sia creata una condizione di monopolio.

Detto in parole ancora più semplici buona parte del Tonno Rosso del Mediterraneo catturato finirebbe nel mercato giapponese, dove i prezzi spuntati sono di gran lunga maggiori dei prezzi di questo prodotto registrati in Italia e nel Sud Europa.

Il dubbio è che per favorire questo monopolio venga impedito alle marinerie artigianali di pescate il Tonno Rosso del Mediterraneo.

Nelle prossime settimane il Governo nazionale ripartirà le quote di pesca di Tonno Rosso del Mediterraneo tra le marinerie italiane. Sarà la prova dei fatti. Se i pescatori artigianali verranno ancora una volta penalizzati sarà chiaro che il Governo nazionale privilegia i monopoli.

E a proposito del Governo nazionale – e sempre a proposito della pesca – c’è molta tensione, in queste ore, tra i pescatori della Liguria. Motivo: il trattato che nel marzo del 2015 l’allora ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni – oggi capo del Governo – ha firmato con la Francia. Si tratta dell’accordo di Caen in base al quale l’Italia dovrebbe cedere alcune porzioni di mare alla Francia.

Un accordo che i pescatori liguri contestano, perché l’Italia ha ceduto alla Francia un tratto di mare particolarmente pescoso: un tratto di mare dove i pescatori liguri catturano il noto Gamberone Rosso di Sanremo. 

Per la cronaca, l’accordo non è ancora stato ratificato dall’Italia.

La cosa strana di questo accordo è che la Francia lo ritiene già operativo, in assenza – come già ricordato – della ratifica da parte italiana.

La cosa incredibile è che l’allora Governo Renzi ha siglato questo accordo con la Francia a umma umma, cioè senza avvertire gli italiani. La vicenda è venuta fuori nel gennaio del 2016, quando il peschereccio di Sanremo ‘Mila’ è stato bloccato dai francesi e rilasciato, dopo una settimana, non prima di aver pagato una multa di circa 8 mila Euro. Multa è stata poi ritirata, visto che il trattato non era ancora in vigore, almeno per l’Italia.

Tutto chiarito, allora? Nemmeno per sogno! I pescatori liguri, non appena si avvicinano al tratto di mare che i francesi considerano già ‘cosa loro’ – un tratto che i pescatori liguri chiamano la “Fossa del cimitero” –  vengono subito multati.

Ai microfoni de ilfattoquotidiano.it, i pescatori di Sanremo e Bordighera (come potete ascoltare qui) hanno lanciato un appello al Governo Gentiloni a non ratificare un accordo che provocherebbe danni economici ingenti alle marinerie liguri.

Sempre per la cronaca, la vendita a umma umma del tratto di mare da parte del Governo italiani interessa anche la Sardegna (come potete leggere qui).

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