Partinico: il Comune si inchina alla distilleria Bertolino, Legambiente: “Vergognatevi”. M5S: “VAS disattesa”

22 dicembre 2016

L’amministrazione comunale di Partinico ha approvato la variante urbanistica che trasforma l’area di proprietà della famiglia proprietaria dell’impianto da agricola a industriale. All’orizzonte anche un’altra variante: far diventare gli attuali terreni occupati dalla distilleria, nel cuore di Partinico, aree per edilizia residenziale: “Una vera e grande indecenza, l’ennesimo scandalo intorno agli interessi della Bertolino”

“Gli amministratori di Partinico hanno fatto un altro ennesimo bel regalo alla signora Bertolino, dimostrando, ancora una volta, la loro subalternità alla padrona della distilleria più grande d’Europa”.

Lo dichiara Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia che spiega:

“Hanno approvato la variante al PRG per trasformare terreni agricoli in contrada bosco Falconeria, di proprietà della signora, in area industriale, in un territorio comunque a vocazione agricola, dove è già presente una zona industriale semi vuota. Se la signora Bertolino avesse voluto delocalizzare lì la sua fabbrica insalubre, avrebbe speso di più, ha invece scelto la scorciatoia della “trasformazione” dei suoi terreni, acquistati a prezzi stracciati”.

Ma non è tutto:
“Una seconda ipotetica variante allo strumento urbanistico, il regalo più appetitoso e ricco,- aggiunge Legambiente- è quella, ancora non approdata in Consiglio comunale che potrebbe far diventare gli attuali terreni occupati dalla distilleria, nel cuore di Partinico, aree per edilizia residenziale, così che la signora con una lottizzazione potrà costruire appartamenti per 1200-2000 abitanti.
Una vera e grande indecenza, l’ennesimo scandalo intorno agli interessi della Bertolino.
Finita, dopo la cancellazione dei contributi europei, il business della distillazione, la signora Bertolino si prepara a far soldi con i rifiuti e con il mattone.
Altro che vittoria per la delocalizzazione, gli amministratori di Partinico si devono vergognare”.

Sul caso si era  già registrata una dura presa di posizione di Rifondazione comunista e di alcuni comitati civici, come potete leggere qua, che nella trasformazione dei terreni agricoli in terreni industriali vedono all’orizzonte uno dei termovalorizzatori progettati dal Governo Crocetta. 

Sospetto ribadito dal Movimento 5 Stelle, ieri, al termine dell’audizione del sindaco di Partinico in Commissione Territorio e Ambiente dell’Ars: “Non siamo contrari alla delocalizzazione della distilleria da viale dei Platani (in centro, ndr) alla contrada del bosco Falconara , ma alle modalità adotatte. Secondo il Comune di Partinico – afferma la deputata M5S all’Ars Valentina Palmeri – la nuova area sarebbe a vocazione prettamente industriale, quando è vero esattamente il contrario, visto che quella è una zona a vocazione agricola, come denotano le numerose aziende agricole, anche biologiche, presenti sul territorio, senza dimenticare che nelle vicinanze, è presente la costa di Balestrate, a vocazione turistico-balneare, costa che verrebbe gravemente pregiudicata dai reflui industriali di scarto”.

“In commissione è venuto Salvatore Giglione, dirigente del dipartimento Urbanistica dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente – continua Palmeri – e ha risposto che tutte queste obiezioni saranno prese in considerazione più avanti, quando ci sarà il progetto definitivo. Il sindaco invece ha chiaramente detto che chi ha avviato delle attività di tipo agricolo o agrituristico in quella zona lo ha fatto a proprio rischio e pericolo visto che era nei piani la trasformazione della contrada in area industriale”.

Insomma, tutte le valutazioni ambientali del caso saranno fatte dopo…. Non a caso il deputato Giampiero Trizzino ha dichiarato che “lo strumento Vas (Valutazione ambientale di sicurezza) è stato disatteso”.

Quindi i progetti all’orizzonte:

“Il nuovo impianto che si andrebbe a far nascere – sostengono i parlamentari M5S – sarebbe un impianto di distillazione combinato con uno di produzione di energia elettrica, attraverso la combustione delle vinacce e degli scarti di produzione (biomasse), impianto che, secondo le paure di molti, potrebbe trasformarsi in un vero e proprio termovalorizzatore, bruciando anche rifiuti organici domestici”.

 

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