Grano duro, l’ultima follia dell’AGEA: penalizzare il pane per favorire la grande industria della pasta

16 dicembre 2016

Di fatto, l’AGEA ha lanciato un ‘siluro’ ai produttori di grano duro di Puglia, Sicilia e Basilicata. La conferma che, in Italia, la politica agricola la decide la grande industria a scapito degli agricoltori. Un’altra follia è andata in scena ieri a Caltagirone, in provincia di Catania. Dove la CIA si è messa a sponsorizzare i contratti di filiera, ben sapendo che non servono agli agricoltori, ma solo alla solita grande industria della pasta

Per il grano duro del Sud Italia – e, in particolare, per gli agricoltori della Sicilia, della Puglia e della Basilicata – è arrivato un altro ‘siluro’ destinato a scatenare altre polemiche. L’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) ha stabilito che gli aiuti andranno solo a chi produrrà di grano duro per la pasta, eliminando gli aiuti per la filiera del pane.

La notizia è stata resa nota ieri nel corso di un convegno che è andato in cena a Caltagirone, in provincia di Catania. Una giornata di studi e riflessioni organizzata dalla CIA siciliana per parlare del futuro del grano duro e dei contratti di filiera.

“E’ un dato che allarma moltissimo la nostra comunità cerealicola – ha dichiarato Graziano Scardino, direttore CIA Catania, a proposito della novità introdotta dall’AGEA -. Al Sud significative aliquote, intorno al 50% del grano duro, vengono invece destinate alla produzione di pane. La circolare AGEA è di ieri sera (mercoledì sera 14 dicembre, per chi legge ndr), noi abbiamo sollevato il problema a livello nazionale, e da domani saremo già al lavoro”.

Nel corso del convegno di ieri è stata lanciata la proposta di organizzare una “filiera corta” fra i produttori, industrie della pasta e del pane e chi commercializza i prodotti sul territorio.

In Sicilia, è stato ribadito nel corso dell’incontro, il settore cerealicolo si sviluppa su una superficie di circa 370 mila ettari. La produzione si attesta intorno a un milione di tonnellate. Al netto del consumo interno, l’Isola è in grado di esportare oltre il 50% di grano duro prodotto, eppure resta una produzione in perdita, sebbene rappresenti un pilatro dell’economia siciliana.

“Bisogna far capire alla politica e ai produttori che senza la filiera non si va da nessuna parte – ha commentato il presidente provinciale della CIA, Giuseppe Di Silvestro -. L’agricoltura ha bisogno dell’agroindustria”.

Il prezzo basso del grano duro è uno dei problemi del settore:

“I produttori locali – si legge nel comunicato diffuso dopo il convegno – hanno costi più elevati rispetto ai partner stranieri. Circostanza che rende difficile la competizione sul piano del prezzo con il grano che viene importato dai Paesi dell’Est”.

“il settore dei cereali e del grano duro, in particolare, vive un momento di grande difficoltà: i prezzi di produzione sono di gran lunga più alti rispetto ai prezzi che oggi il mercato riconosce agli agricoltori – ha esordito il responsabile nazionale CIA del Dipartimento Sviluppo Agroalimentare Ivan Nardone -. Un problema che abbiamo sollevato da tempo. Da parte del Governo (supponiao nazionale ndr) ci sono delle risposte parziali, ma importanti, come il decreto che aiuta i contratti di filiera: forse è inadeguato dal punto di vista delle risorse, ma può spingere gli agricoltori ad affrontare in modo diverso il drammatico fenomeno della volatilità dei prezzi, dando un minimo di stabilità nel triennio”.

“Del decreto dobbiamo cogliere il meglio – ha aggiunto Gino Catania, vice presidente vicario CIA Sicilia Orientale -. Dobbiamo dare agli agricoltori lo strumento dell’aggregazione dell’offerta, creare la tracciabilità e la trasparenza dei prezzi e mettere nelle condizioni anche i consumatori di essere consapevoli che, quando scelgono il grano duro di Sicilia, scelgono un prodotto di qualità”.

L’unica strada per battere la concorrenza è quella della qualità del prodotto siciliano, è stato più volte dibadito nel convegno di ieri. Sotto questo profilo, il grano duro siciliano e, in generale, il grano duro prodotto in tutto il Sud Italia “risulta particolarmente pregiato, più sano e genuino, grazie alle condizioni climatiche nel quale cresce – ha detto Vincenzo Grassia, Coordinamento regionale GIE Cerealicolo -. La nostra regione, infatti, per via delle alte temperature e delle poche piogge non permette trattamenti massicci – come accade altrove – di antiparassitari e di azoto, quest’ultimo utilizzato per aumentare le proteine oltre il 12,50%, valore richiesto dalle industrie, ma in realtà non necessario. Quest’anno per il grano siciliano è stata una grande annata, senza trattamenti ha superato il 12%, eppure le industrie continuano a comprare altrove!”.

P.S.

Fin qui le notizie emerse dal convegno di ieri e illustrate in un comunicato stampa. Detto questo, non possiamo non commentare quanto sta avvenendo. In giornata – o al massimo domani – chiederemo ai rappresentanti degli cerealicoltori siciliani e pugliesi cosa pensano, in primo luogo, della mossa dell’AGEA.

Intanto ci diciamo cosa pensiamo noi. Quello di Matteo Renzi – per l’agricoltura – è stato un Governo pessimo. E il Governo Gentiloni – sempre con riferimento all’agricoltura – comincia malissimo.

Negare gli aiuti a chi produce grano duro per la filiera del pane è una follia. Il pane, nel Sud Italia, vanta una tradizione millenaria. Pensiamo al Pane di Altamura in Puglia, al Pane di Matera in Basilicata e al Pane nero di Castelvetrano in Sicilia. Attenzione: sono solo tre esempi, magari i più conosciuti: ma sono tanti i panificatori di qualità, in tutto il Mezzogiorno d’Italia, che vanno aiutati.

La decisione adottata dall’AGEA è, con molta probabilità, dettato dalla grande industria italiana che, ormai da decenni, condiziona, in negativo, la politica agraria del nostro Paese.

Di fatto, i produttori di grano duro del Sud Italia si trovano stretti da una PAC (Politica Agricola Comunitaria) tradizionalmente poco attenta alle agricoltura del Sud Europa e da un Governo nazionale che continua a privilegiare gli interessi della grande industria della pasta a scapito dell’agricoltura.

Nel convegno della CIA di ieri – a giudicare da quello che leggiamo nel comunicato – si è parlato dei grani duri esteri che arrivano dall’Est europeo; ma non si è parlato del grano duro canadese. Come possono i vertici della CIA siciliana ignorare i gravissimi problemi creati dal grano duro canadese pieno di glifosato e di micotossine?

Di più. Proporre i contratti di filiera come soluzione dei problemi del grano duro siciliano è un gravissimo errore. Tra l’altro, gli amici della CIA siciliana si contraddicono: riconoscono che la grande industria della pasta – perché è la grande industria della pasta che propone i contratti di filiera – chiede grani molto ricchi di sostanze proteiche (cioè di glutine: utilizziamo la parola esatta): alti valori proteico o in glutine che, come sottolineano gli amici della CIA, non servono.

Certo, egregi signori della CIA, gli alti valori proteici non servono agli agricoltori e ai consumatori (anzi, ai consumatori l’alto tenore in glutine fa male alla salute!): ma servono alla grande industria della pasta che con valori in glutine del 14% essiccano la pasta in due ore invece che in 24 ore, risparmiando una barca di soldi, ma creando problemi alla salute dei consumatori!

E cosa fa la CIA di Catania? Va a proporre i contratti di filiera!

Secondo voi, amici della CIA, è così che si difendono i reali interessi degli agricoltori? Non è che vi siete convertiti al ‘credo’ della Coldiretti ultima versione?

Avete spiegato agli agricoltori che, accettando i contratti di filiera, dovranno seminare solo grano ‘certificato’? ‘Certificato da chi, signori della CIA? Dalla grande industria della pasta?

Avete spiegato agli agricoltori che, con i contratti di filiera, dovranno ‘andare pesante’ con le concimazioni azotate, per garantire alte rese proteiche? Le concimazioni azotate sono gratuite?

Lo sapete che, alla fine, questi contratti di filiera alterano il mercato del grano duro in favore dell’industria?

Su questo punto GranoSalus è stata chiarissima, come potete leggere qui di seguito:

Grano duro/ GranoSalus attacca il Governo Renzi: “Viola le regole della concorrenza e crea rischi per la salute”

Che dire, infine? Che abbiamo finalmente capito perché il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, viene spesso a Catania. Per costituire la ‘Sinistra dei contratti di filiera’…

 

 

 

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