TAR Sicilia: sì (a ‘coda di topo’) alla ZTL di Palermo. Ma l’AMAT rischia di fallire lo stesso

8 dicembre 2016

L’ordinanza del TAR che dice sì alla Zona a Traffico Limitato istituita a Palermo va letta bene. Il Comune dovrà far funzionare i bus e non potrà estenderla. Se non si atterrà a queste prescrizioni, i giudici del TAR, quando entreranno nel merito, la ‘inchiummeranno’. I veri sconfitti di questa storia sono gli imprenditori che operano nel Centro storico, che pagheranno per tutti. Ma sconfitto è anche il Comune di Leoluca Orlando che, senza i soldi del Governo Renzi, non salverà AMAT (e Tram) dal fallimento. Le reazioni di consiglieri comunali, politici e organizzazioni imprenditoriali 

Pioggia di reazioni dopo l’ordinanza del TAR Sicilia che – è il caso di sottolinearlo, visto che parliamo di automobili – sembra aver fatto marcia indietro rispetto al proprio pronunciamento che risale ai primi mesi di quest’anno e, con una nuova, immaginifica ordinanza (nel senso ‘artistico’ della parola: ordinanza che presenta una grande potenza immaginativa), ha affermato che la ZTL istituita dall’Amministrazione comunale va bene. In realtà come ora proveremo a illustrare, i giudici del TAR hanno dato la sensazione di aver fatto vincere l’attuale Amministrazione comunale. Ma è solo una sensazione, perché l’ordinanza è a ‘coda di topo’: pronta ad affondare l’attuale ZTL se gli amministratori proveranno a fare i furbi.

Prima di dare la parola a sindacati e commentatori vari, proviamo a raccontare come stanno le cose.

Perché la nuova Zona a Traffico Limitato (ZTL) che ‘inchiumma’ i commercianti del Centro storico di Palermo questa volta andrebbe bene? Perché – questo grosso modo il ragionamento dei giudici del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) – è stata istituita in una superficie della città meno estesa rispetto alla prima formulazione della ZTL bloccata dallo stesso TAR nei mesi scorsi; perché ridurrebbe effettivamente lo smog; e perché – e qui siamo alla parte immaginifica dell’ordinanza – gli autobus (che nessuno finora ha visto) dovrebbero consentire ai cittadini un’alternativa all’automobile.

A nostro modesto avviso, le pressioni saranno state fortissime: del resto, in questo momento storico non mancano certo ‘alte autorità panormite’ in grado di esercitare pressioni. Quello che si coglie, da questa ordinanza del TAR – che, lo ricordiamo, dovrà ancora entrare nel merito di questa vicenda – è che i commercianti del Centro storico di Palermo sono quelli che pagheranno per tutti.

Di fatto, è stato stabilito – con una buona dose di ipocrisia – che la crisi che ha colpito questi esercizi commerciali non avrebbe nulla a che spartire con una tassa di circolazione automobilistica contrabbandata come ZTL.

Nei fatti, la vicenda degli esercizi commerciali di via Roma è emblematica. Realizzata a fine ‘800 squarciando il Centro storico, via Roma è, con la ZTL, una via che si può percorrere solo pagando. Ma a pagare, per percorrere via Roma con le automobili, sono solo i cittadini che non ne possono fare a meno. Tutti gli altri cittadini-automobilisti si tengono alla larga da via Roma, perché non hanno alcuna intenzione di pagare al Comune il pass giornaliero, o il pass mensile, o i 100 Euro all’anno.

Da via Roma si tengono lontani anche gli abitanti dei centri che si distendono a est di Palermo: Villabate, Misilmeri, Bagheria, Casteldaccia, Altavilla Milicia. Anche questi ultimi non ne vogliono sapere di pagare i pass al Comune di Palermo: e si tengono lontani anche per timore di pagare salate contravvenzioni.

Nel caso di via Roma, senza volerlo, il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alla Mobilità, Giusto Catania, hanno ridotto dell’80% il flusso di veicoli; ma, contestualmente, si è ridotto – sempre dell’80% circa – anche il volume di affari delle attività commerciali.

Resteranno fregati i commercianti. Ma resteranno fregati anche gli attuali amministratori del Comune di Palermo, che proprio ‘pelando’ i commercianti pensavano di trovare i soldi per foraggiare l’AMAT e le altre società comunali piene di precari o precari stabilizzati.

La nostra sensazione è che Orlando e Catania pensavano, con la ZTL, di arraffare chissà quali soldi per salvare AMAT e Tram. Ma così non sarà. Per salvare AMAT, Tram e le altre società collegate al Comune ci vorrebbero almeno 20 milioni di Euro all’anno. Solo che il Comune avrebbe incassato un milione e mezzo di Euro. Gli altri soldi, Orlando, li potrà chiedere al Governo Renzi.

Diciamo la verità: Orlando e Catania avevano pensato a una ZTL ‘pirandeliana’: paghi, passi con l’automobile e inquini: e soprattutto paghi. Ma i palermitani – l’abbiamo accennato – preferiscono dimenticarsi il Centro storico piuttosto che pagare l’obolo al Comune. E la stessa cosa fanno gli abitanti dei Centri vicini.

In più – e questa è la parte ‘a coda di topo’ dell’ordinanza del TAR – Orlando e Catania dovranno garantire i bus nella ZTL e non potranno estendere la stessa ZTL. Se gli attuali amministratori comunali non ottempereranno a queste due condizioni, i giudici del TAR, quando entreranno nel merito della vicenda con una sentenza, ‘inchiummeranno’ il Comune, questa volta definitivamente.

Andiamo ai commenti.

Angelo Figuccia, consigliere comunale di Forza Italia a Palermo:

“Finalmente il sindaco Orlando e il suo fido assessore Catania hanno raggiunto il loro scopo: trasformare il Centro storico di Palermo, il più grande di tutte le città europee, in un gigantesco night club con bancarelle di street food ad ogni angolo di strada. Abbiamo profondo rispetto per la decisione del TAR che ha confermato la ZTL decisa dal Comune, ma è una sentenza che rischia concretamente di dare un colpo mortale ai commercianti che vivono e lavorano nel Centro storico. Le pseudo correzioni decise dal Comune, dalle navette ai varchi per alcuni parcheggi, sono palliativi che potranno soltanto rallentare quello che succederà tra qualche tempo: di giorno negozi chiusi e strade vuote, dalle 20 in poi, cessata la ZTL, via libera a tutti i locali e localini della movida, che evidentemente ha vinto su tutta la linea”.

In realtà, quella del TAR non è una “sentenza”, ma un’ordinanza. La sentenza – cioè il pronuciamento sul merito di questa vicenda, da parte del TAR, deve ancora essere pronunciata.

“Spazio, quindi, a pub, ritrovi, ristoranti, pizzerie e tutti i locali notturni – prosegue Figuccia – che potranno continuare a lavorare tranquillamente, anzi prospereranno senza alcuna difficoltà, trasformando così il nostro bellissimo centro storico in un mega night club, con buona pace dei residenti, costretti, nel giro di qualche mese, a cercarsi un posto dove poter riposare tranquillamente. Cari Orlando e Catania, missione compiuta: ogni sera potrete divertirvi dove volete con le vostre variopinte comitive, tanto avrete tutte le porte aperte, anzi spalancate”.

Anche il segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Vincenzo Fumetta, pasticcia tra ordinanza e sentenza del TAR:

“La sentenza del TAR di Palermo conferma che la scelta fatta dall’Amministrazione Comunale sulle ZTL è stata buona oltre che da un punto di vista politico anche da un punto di vista giuridico. Questa sentenza conferma che l’interesse privato portato avanti da Confindustria, da Confcommercio, da qualche consigliere comunale in cerca di notorietà non può prevalere sull’interesse generale della città e dei suoi cittadini a vivere in un ambiente più salubre. Adesso che questo capitolo si è finalmente chiuso  Rifondazione Comunista invita l’Amministrazione comunale a proseguire sulla linea tracciata per avere una città sempre più a misura di persona e non di automobile”.

Anche Nunzio Reina (Confartigianato Palermo) – e siamo a tre – scambia l’ordinanza del TAR per una sentenza:

“Le sentenze – dice Reina – si accettano, ma ancora una volta le imprese del Centro storico sono state messe in secondo piano. Se ciò va bene per l’Amministrazione non può essere sicuramente condivisibile dalle associazioni, che si sono battute ed hanno cercato un dialogo sulla ZTL che non si è mai verificato. Negozi e botteghe artigiane all’interno del perimetro continuano a morire, a dimostrarlo sono le 246 cancellazioni avvenute negli ultimi tre mesi, a fronte delle 169 nuove iscrizioni. Una situazione disastrosa a cui questa decisione del TAR contribuirà ancora una volta negativamente”.

Nadia Spallitta, vice presidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo:

“Ritengo che il ricorso presentato da cittadini e associazioni di categoria abbia avuto il merito e l’effetto di migliorare i provvedimenti amministrativi, correggendo la posizione iniziale assunta dal Comune che ha dovuto ridimensionare il perimetro delle ZTL nel rispetto del principio di gradualità e, solo dopo il ricorso, ha creato qualche nuovo parcheggio, varchi di accesso e navette che prima mancavano. I ricorrenti quindi hanno dato un forte contributo nell’interesse della collettività”.

Insomma, Nadia Spallitta ricorda che i giudici del TAR hanno costretto il Comune di Palermo a fornire servizi aggiuntivi.

“Sotto il profilo politico – aggiunge la vice presidente del Consiglio comunale – credo che l’Amministrazione esca sconfitta dall’intera vicenda ZTL in quanto non potrà coprire il deficit dell’AMAT (che ammonta a circa 15 milioni) con le tariffe incassate (ad oggi circa 1,5 milioni), ma allo stesso tempo ha recato un ingiustificato danno a centinaia di commercianti del Centro storico, mettendo a rischio il tessuto economico di una parte consistente della città”.

Nadia Spallitta tocca il punto dolente di questa storia: il probabile fallimento dell’AMAT (e del Tram) qualora l’amico Renzi (ammesso che rimanga capo del Governo) non ‘cacci’ i soldi che ha scippato alla Regione siciliana di quel ‘genio’ di Rosario Crocetta e agli stessi Comuni della nostra Isola.

“Permangono a mio avviso – prosegue Nadia Spallitta – le numerose criticità contestate (ad esempio la mancanza del Put, la mancata previsione nel Bilancio, l’illogicità del provvedimento, la mancanza di servizi, etc) che saranno fatte valere nella fase di merito e in relazione alle quali auspico che realmente l’Amministrazione, al di là delle dichiarazioni e dei documenti prodotti al TAR, ponga effettivo rimedio. Nello specifico, manca una rete di autobus adeguata e l’accesso al territorio per le auto Euro 0, 1, 2 e 3 rimane interdetto senza alcuna alternativa”.

In questo caso la vice presidente del Consiglio comunale introduce un altro tema. i cittadini proprietari di automobili vecchie (Euro 0, 1, 2 e 3) che non potranno circolare dentro il perimetro della ZTL. Dovrebbero cambiare le auto. Ma con la crisi economica che c’è (e che solo il sindaco Orlando, l’assessore ‘comunista’ Catania e i consiglieri comunali che appoggiano l’attuale Amministrazione comunale non vedono: lu saziu non cridi a lu diunu…) non cambieranno una mazza…

Luisa La Colla, consigliere comunale del Partito Democratico

“Rispetto per la decisione del TAR, ma non si può certo parlare di successo dell’Amministrazione comunale: la ZTL Centrale, così com’è, non smette certo di essere inadeguata per vari e tanti motivi”.

“I correttivi e i varchi, infatti, sono sì positivi – dice Luisa La Colla – ma non bastano da soli a risolvere le difficoltà ‘strutturali’ della ZTL. Si pensi, ad esempio, ai parcheggi che si trovano in zone abbandonate al proprio destino, come quello di piazza Giulio Cesare: per tutelare la sicurezza di chi decide di lasciare la propria auto lì e di dirigersi, poi, all’interno della ZTL a piedi o con altri mezzi, occorre incrementare la sorveglianza nell’area della Stazione così da dare la tranquillità ai palermitani di lasciare e prendere l’auto”.

“Da quanto accaduto dall’istituzione della ZTL ad oggi – aggiunge la consigliera comunale del PD – l’Amministrazione comunale dovrebbe mettere da parte il narcisismo che l’ha contraddistinta fino ad oggi e tendere l’orecchio alle associazioni di categoria, preoccupati per le ripercussioni della ZTL sul commercio ‘diurno’. Sì, perché quello ‘notturno’ resta ampiamente tutelato, a prescindere dalla propria natura legale o meno”.

“Il dialogo – precisa ancora l’esponente del PD – dovrebbe essere un imperativo categorico per Leoluca Orlando, in quanto è da proteggere e preservare dal fallimento ogni elemento del tessuto economico della città, soprattutto quello che ha deciso di restare al centro, nonostante le evidenti discrepanze di trattamento, ad esempio, tra questi negozianti e quelli dei centri commerciali, dove non mancano Tram, fermate del treno e ampi parcheggi gratuiti, ben al di là della ZTL”.

“In conclusione – afferma Luisa La Colla – auspico che Orlando & Catania non colgano dalla decisione del TAR solo la ‘vittoria’ sui ricorsisti, ma anche la necessità di venire incontro ai tanti che pensano giustamente che la ZTL s’ha da fare ma va migliorata insieme a tutte le parti coinvolte dal provvedimento”.

Alla buon’ora, cioè dopo quasi un anno, anche gli ‘scienziati’ della CGIL di Palermo – organizzazione sindacale fino ad oggi del tutto assente dal dibattito cittadino, forse perché troppo impegnata a puntellare l’attuale Amministrazione comunale – prende posizione:

“La CGIL di Palermo commenta positivamente la decisione del TAR sulle ZTL (finora, in realtà, di ZTL ce n’è una!) e chiede all’Amministrazione di proseguire sul rafforzamento del trasporto pubblico per garantire a tutti i cittadini in modo adeguato l’accesso alla Zona a Traffico Limitato e sui miglioramenti per l’area funzionali alla ripresa del commercio”.

“Il ricorso sulla ZTL, respinto dal TA, è una buona notizia- dichiarano il segretario CGIL Palermo Enzo Campo e il responsabile Attività produttive CGIL Palermo Mario Ridulfo -. Mette fine a una lunga discussione e ora bisogna lavorare affinché l’area dentro la ZTL, e l’area a ridosso, diventino occasione di sviluppo per un commercio che deve adeguarsi a questa nuova condizione, cogliendo le opportunità per un rilancio del piccolo commercio e dell’artigianato, creando le attrattive e invogliando le persone a vivere la ZTL”.

Con tutta la buona volontà, è difficile coniugare le chiacchiere a ruota libera di questi due sindacalisti (che solo adesso – novelli ‘Alici nel paese delle meraviglie’ – si occupano di una vicenda delicatissima) con la vita di centinaia di commercianti che rischiano di chiudere bottega. Ma tant’è…

 

 

 

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