Referendum, Orlando e Ferrandelli come i pesci dentro al barile…

5 dicembre 2016

Il Sindaco di Palermo oggi esulta. Peccato che non abbia mosso un dito per la vittoria del No, almeno pubblicamente. Dobbiamo correggerci  sul candidato sindaco, Ferrandelli. Ci dicono che, seppur sotto tono, si era schierato per il Sì: bye bye Palazzo delle Aquile…

Che bello, ora, potere dire: “Ho vinto”. Si sa, ad essere orfana, è sempre la sconfitta. I padri delle vittorie, invece sono tanti. Pure quelli che non hanno mosso un dito, almeno ufficialmente, per conseguirla la vittoria.

Parliamo, ad esempio, del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. In una intervista, è vero, ha dichiarato che avrebbe votato No. Ma tutto si è fermato lì: nessun dibattito, nemmeno una comparsa,  nessuna iniziativa in sostegno delle regioni del No. Dice di seguire il modello De Magistris, ma a differenza del Sindaco di Napoli, che anche in questa campagna referendaria è stato in prima linea per il No, non ha mosso un dito.

Oggi però esulta: “Da Palermo, con oltre il 72% di No, viene il risultato più netto fra i capoluoghi: un vero atto di amore per la Costituzione– dice all’Ansa- La sconfitta del Pd e dei suoi cespugli, come quella di Renzi deriva da un tentativo goffo di mascherare uno stravolgimento di alcuni valori importanti della Costituzione, fra cui il rapporto fra lo Stato da un lato e Regioni e Comuni dall’altro, dietro slogan vuoti e mistificazioni”.

Belle parole. Se solo avesse dimostrato il suo amore per la Costituzione con qualche iniziativa pubblica concreta, oggi suonerebbero come musica. Normale, dunque, che si presti all’ironia dell’opposizione: “Guarda che combinazione: per oltre un anno non ha mai detto una parola sul referendum, adesso, invece, Orlando addirittura rivendica la vittoria del NO e che Palermo sia stata la città con il maggior numero di contrari alla riforma voluta da Renzi. Come al solito, una gran bella faccia tosta – afferma Angelo Figuccia, consigliere comunale di Forza Italia, che aggiunge: “Sono orgoglioso di essere “accozzaglia” con il sindaco di Napoli De Magistris, come ha detto ormai l’ex premier, ma certamente Orlando non può rivendicare nulla, anzi non ha nessun diritto di mettersi dalla parte dei vincitori, dopo che è stato il più renziano dei renziani, anche grazie alle sue scelte coloratissime e ai tanti “patti”, diventati ormai carta straccia, stretti con Renzi. Insomma, il sindaco si conferma ancora una volta come Giano Bifronte, pronto a cavalcare l’onda giusta pur di rimanere in sella”.

Per completezza di informazioni, c’è chi sostiene che, comunque, gli uomini più vicini ad Orlando, su suo input, si sarebbero impegnati per il No. Attendiamo di conoscere i loro nomi e, comunque, questa eventuale scelta ‘democristiana’ lo giustifica poco dinnanzi agli occhi dei Siciliani che con coraggio hanno detto No in massa. Non se lo aspettava neanche lui?

Altro personaggio (in cerca d’autore) da cui ci attendiamo una dichiarazione trionfale è il candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli, un po’ assente da questa campagna elettorale. Scommettiamo che, nei prossimi giorni, in un modo e o nell’altro, esulterà per il risultato?

Ma, insomma, ancora non lo hanno capito che la strategia del pesce dentro al barile non funziona più?

AGGIORNAMENTO

Dobbiamo correggerci: ci dicono che Ferrandelli, seppur un po’ sotto tono, si era schierato per il Sì: bye bye Palazzo delle Aquile. Considerando che il 72% dei palermitani ha detto No a questa politica, a questa riforma e a chi la sosteneva, il sogno di diventare sindaco si allontana sempre più…. Bella mossa, bravo Fabrizio. Anzi, coraggioso!

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