Appello agli studenti Siciliani che Renzi fa manganellare ogni volta che viene nella nostra Isola

3 dicembre 2016

Cari ragazzi, sappiate che la nostra Regione autonoma, se governata bene – da gente seria e non da ascari e pagliacci – può fare tantissimo per la scuola, per il vostro futuro e per la vostra libertà. Ma dovete prendere coscienza della vostra forza. Sappiate che Rosario Crocetta è stato eletto presidente della Regione con 618 mila voti. Mentre voi siete circa 750 mila. Aiutateci, con il vostro voto, a liberare la Sicilia dagli ascari che vi rubano il futuro. Dovete farlo, in primo luogo, nel vostro interesse   

A Renzi è riuscita un’impresa straordinaria, mai nemmeno tentata da nessun Presidente del Consiglio prima di lui: unificare contro di sé tutto il mondo della scuola.

Ognuna delle sue apparizioni pubbliche, e di questi tempi lui è andato in overbooking e noi in overdose, è stata preceduta,  accompagnata e punteggiata da cortei di giovani che gli hanno manifestato contro.

La parola d’ordine degli studenti, dal Brennero al capo Passero, è stata  una e una sola: Cacciamo Renzi. O, in alternativa, Renzi vattene. Un trionfo.

La tanto osannata “Buona scuola, se la dovessimo giudicare dal successo ottenuto nelle scuole, di buono non avrebbe proprio nulla, nonostante le assicurazioni e la propaganda del governo e del suo premier.

Perché? Forse perché questa scuola concepita da Renzi e dai suoi tecnici è come il risultato del lavoro di una commissione incaricata di disegnare un cavallo, che, nel chiuso del suo atelier, non avendo mai visto un cavallo, ha realizzato il disegno di un dromedario.

A meno che non venga dimostrato che i ragazzi di oggi non ne vogliono manco a brodo. Il che non è. Chi, a differenza di Renzi, e dei suoi sodali, chiusi nel loro narcisistico solipsismo, vive a contato con gli studenti di ogni ordine e grado, è consapevole che i ragazzi di oggi sono molto migliori, intanto di quanto viene affermato da tanti, e poi che sono migliori in assoluto rispetto alle passate generazioni.

La loro attenzione per i temi della politica, per le pulsioni che attraversano il Paese è intensa e lucida. Il che è tanto più meritorio se si pensa che, essendo venuti meno i partiti che un tempo li organizzavano, essi sono il frutto autentico di una coscienza prima personale e poi collettiva.

Ecco perché imbrigliare le manifestazioni del loro dissenso democratico (se ed in quanto assuma e conservi questa forma) è sbagliato e, alla lunga, pericoloso. Bloccare le manifestazioni del dissenso giovanile organizzato, fino ad arrivare allo scontro tra ragazzi che rappresentano, anche se da posizioni diverse, lo stesso Paese è un errore che potrebbe avere sanzioni storiche.

Per quanto ci riguarda più da vicino, è chiaro che in Sicilia il disagio, accentuato da un ritardo ingiustificato, colpevole e ingiustificabile nell’assolvimento dei propri compiti organizzativi, nella tempestività e nell’esaustività, anche in termini di risorse finanziarie e non, da parte delle istituzioni spesso può sfociare in rabbia.

Una rabbia giusta, positiva, che non diventa mai distruttiva se le istituzioni ascoltano, non si chiudono, ma piuttosto chiedono, se hanno non dico l’umiltà, ma almeno il buon senso di confrontarsi con le menti fresche e acute dei giovani.

Non molti sanno, per colpa di una politica scellerata, che la Regione, in materia di istruzione di ogni ordine e grado, nel suo Statuto ha potenzialità mai attuate. Dalla competenza esclusiva nell’istruzione elementare e nel relativo personale – competenza che, se fosse stata dispiegata, avrebbe reso impossibile la diaspora dei nostri insegnanti – al diritto allo studio, che è il cuore di ogni sistema scolastico.

Senza una scuola accogliente nelle strutture e nei suoi servizi immateriali e materiali non c’è scuola.

Dirò di più. L’approccio e l’eventuale confronto tra istituzioni e studenti, anche nelle loro più delicate declinazioni, quali la sicurezza e la continenza nelle manifestazioni, avrebbero maggiori possibilità di essere definiti in dialogo pacato sereno,   se i poteri di polizia fossero esercitati, come da Statuto, da un Presidente della Regione più vicino alle ragioni e alle istanze dei giovani studenti siciliani di quanto non possa esserlo un Ministro degli Interni votato istituzionalmente a garantire interessi nazionali; e ciò in quanto nel giuoco del rapporti tra comunicazione e condivisione da un lato e l’affermazione della propria presenza in Sicilia dall’altro lato, ha scelto sempre la seconda opzione.

Ma per giungere a questo occorre che i giovani acquisiscano una forte e democratica consapevolezza di sé, del proprio peso e della propria forza politica.

In Sicilia i giovani in età tra i 18 e i 29 anni sono circa 750.000. Quando questi stessi giovani rifletteranno, e sarà nostro dovere impegnaci perché ciò accada presto, sul fatto che l’attuale  inquilino di Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione, alias Rosario  Crocetta, è stato eletto con appena 618.000 voti, comprenderanno quanto peso potranno  avere i loro voti se dati a chi pone l’istruzione al primo posto del suo progetto politico.

Renzi a Palermo: ennesima protesta dei giovani, ennesime manganellate VIDEO

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti