Ars, sì all’assestamento di Bilancio in violazione del regolamento, tanto il commissario dello Stato non c’è più!

2 dicembre 2016

Ieri sera Sala d’Ercole, dopo intere sedute che sono sembrate riedizioni delle comiche di Ridolini, ha approvato una volgare legge omnibus che di assestamento tecnico di Bilancio non ha proprio nulla. Incredibili le violazioni del regolamento d’Aula, come nel caso dell’approvazione della norma sul contratto tra Regione e Trenitalia ‘bocciata’ dall’Aula e, di fatto, riapprovata. Insomma, uno sfascio istituzionale prima che politico

Nel clima di sfascio politico, economico e finanziario della Regione non poteva mancare, nella manovra di assestamento di Bilancio 2016 approvata ieri sera dal Parlamento dell’Isola, una palese violazione del regolamento. Articoli di legge che erano stati ‘bocciati’ – con tanto di voti d’Aula – sono stati riproposti e riapprovati. Cosa che non si può fare: in presenza di una ‘bocciatura’, infatti, un provvedimento può essere riproposto nella sessione legislative successiva. Ma il Diritto non è più di casa a Sala d’Ercole, dove Governo e presidenza dell’Assemblea regionale siciliana fanno quello che vogliono. Del resto, si sono sbarazzati dell’Ufficio del Commissario dello Stato per la Regione siciliana proprio per esibirsi in queste sceneggiate.

Chi è che dovrebbe impugnare una legge regionale che viola il regolamento? Il Governo nazionale che, con molta probabilità, ha imposto tale violazione?

Ci sarà tempo per illustrare e commentare la legge licenziata ieri sera dall’Ars. Oggi ci limitiamo a segnalare alcuni passaggi di questa legge che definire vergognosa è poco.

Intanto si tratta di una legge omnibus: e questa è già un’assurdità, perché un assestamento di Bilancio è un fatto tecnico, non una mini-finanziaria con dentro tutto e il contrario di tutto. Ma questo, alla fine, è un fatto metà tecnico e metà politico (in questo caso nel senso deteriore del termine: leggere malapolitica).

Il passaggio incredibile si è consumato sul “no” espresso dall’Aula alla spesa da 3,4 milioni di Euro per pagare l’IVA del contratto tra la Regione e Trenitalia. Provvedimento già molto discutibile, visto che il servizio fornito in Sicilia da questa società delle Ferrovie non è dei migliori. Forse è pensando a questo che i parlamentari dell’Ars, in un momento di resipiscenza, l’hanno ‘bocciato’?

Fatto sta che ‘qualcuno’ (Roma?) ha fatto ‘ingoiare’ al Parlamento siciliano il “no” al contratto con Trenitalia. Il tutto con una palese violazione del regolamento. Lo ribadiamo: questo provvedimento avrebbe dovuto essere approvato nella sessione legislativa successiva, perché nella medesima sessione non si può prima ‘bocciare’ e poi approvare una norma!

Tutta la manovra di assestamento di Bilancio è stata una sceneggiata. Con un ‘attore’ principale: la presidenza della Parlamento siciliano che ha ridotto i lavori d’Aula a mezze comiche di Ridolini. Con la manovra di assestamento di Bilancio – ribadiamo: un fatto tecnico – che nel passaggio dalle commissioni legislative di merito e dalla commissione Bilancio e Finanze si è trasformata in una legge omnibus.

Durante questi passaggi la presidenza del Parlamento non è intervenuta. In Aula il presidente, Giovanni Ardizzone, ha stralciato (cioè ha eliminato) le norme che nulla hanno a che vedere con un assestamento di Bilancio.

Per tutta risposta, i deputati della maggioranza di centrosinistra hanno minacciato di non votare la manovra. E hanno ‘bocciato’, una dopo l’altra, norme proposte dal Governo del quale fanno parte.

E’ iniziata una mediazione – ovviamente al ribasso – per fare rimangiare al presidente Ardizzone le norme che ha stralciato. Alla fine hanno vinto i parlamentari ribelli: le norme stralciate dal presidente Ardizzone sono state reinserire nella manovra e approvate. Tra queste, come già ricordato, anche le norme che il Parlamento siciliano aveva ‘bocciato’. Uno sfascio totale, istituzionale prima che politico.

Tra le norme approvate, un ‘premio’ di 2,3 milioni di Euro all’AMT di Catania (Azienda per il trasporto pubblico). Di questi, 500 mila Euro dovrebbero essere disponibili, il restante milione e 800 mila è previsto – sulla carta – per il 2017 (campa cavallo…).

Nella confusione di questi giorni non abbiamo capito che fine hanno fatto i debiti fuori Bilancio, che sono ormai il mezzo con il quale la politica siciliana eroga soldi agli ‘amici’, senza nemmeno la necessità di far conoscere ai cittadini siciliani i nomi di chi va a percepire tali somme (quello che state leggendo vi potrà sembrare incredibile, ma vi assicuriamo che per buona parte della prima tornata di debiti fuori Bilancio della Regione – oltre 130 milioni di Euro – le cose sono andate esattamente così: con il dubbio che la politica siciliana utilizzi alcuni alti dirigenti regionali ‘smemorati’ per effettuare pagamenti misteriosi…).

Confessiamo di non aver capito se questi debiti fuori Bilancio (dovrebbe essere un altro centinaio di milioni di Euro) siano stati ‘infilati’ nell’assestamento di Bilancio (se fosse così sarebbe uno modo molto strano e, soprattutto, ‘creativo’ di assestare un Bilancio pubblico…) o se fanno ancora parte di disegno di legge a sé stante.

Un bel ‘boccone’ da quasi un milione e mezzo di Euro è stato stanziato per manifestazioni turistiche. L’Aula ha ‘bocciato’ il finanziamento per un Expo in occasione del G7 di Taormina. Ma siccome interessa Renzi, è molto probabile che questi fondi vengano comunque dirottati a Taormina: chi dovrebbe impedirlo? Il Governo Renzi che ha deciso che questi soldi dei Siciliani debbano essere spesi per il ‘suo’ G7? Non scherziamo!

Poi ci sono 650 mila Euro per gli ‘amici’ che si occuperanno di promuovere improbabili “prodotti tipici della Sicilia”: manifestazioni che, il prossimo anno, dovrebbero produrre voti…

Ribadiamo: non appena avremo tra le mani il testo di legge approvato lo illustreremo ai nostri lettori. Per ora ricordiamo che, tra le tante ‘perle’, c’è anche il mutuo da 65 milioni di Euro per consentire ai Comuni di pagare le rate dei mutui.

Si tratta della pagliacciata dei 115 milioni di Euro di fondi PAC promessi dall’assessore-commissari, Alessandro Baccei, che, però – come aveva previsto il vice presidente di ANCI Sicilia, Paolo Amenta – non si sono mai materializzati.

L’eventuale utilizzo dei fondi PAC – che sono fondi già destinati alla Sicilia, ma per gli investimenti, non per la spesa corrente! – avrebbe dovuto compensare gli scippi finanziari operati del Governo Renzi. Ma i soldi non ci sono: di conseguenza, i soldi che Roma ha scippato ai Comuni siciliani verranno pagati in parte dagli ignari Siciliani con un nuovo mutuo (65 milioni di Euro) e, in parte (altri 50 milioni di Euro), con i soldi del Fondo pensioni della Regione (cioè con i soldi che dovrebbero servire a pagare le pensioni ai futuri pensionati dell’Amministrazione regionale).

Domanda: la Regione può utilizzare per spese correnti fondi accantonati dalle retribuzioni di dipendenti pubblici che servono per pagare le loro pensioni?

Qui di seguito abbiamo già approfondito la storia di questi 115 milioni di Euro, con la Regione che contrae un nuovo mutuo per pagare altri mutui:

La Regione siciliana farà un mutuo per pagare altri mutui… E poi alleggerirà i futuri pensionati

Le ‘Crisafulludi’ infine. Ovvero le creazioni ennesi dell’ormai ex parlamentare del PD, Mirello Crisafulli: università Kore e autodromo di Pergusa. Sembra che i fondi arriverebbero con la Tabella H (sembra che Crisafulli, per l’occasione, si sia convertito al renzismo).

Per gli aeroporti siciliani di Trapani e di Comiso dovrebbero esserci 5,5 milioni di Euro: 4 milioni di Euro per il primo e un milione e mezzo per il secondo.

Ci dovrebbero essere anche 300 mila Euro per il Corfilac, una struttura scientifica che ha sede nel Ragusano e che si occupa della filiera lattiero-casearia; e 200 mila Euro per il Brass Group di Palermo, una Fondazione musicale che, forse, meriterebbe qualcosa in più.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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