Anche Favara dichiara il dissesto: l’annus horribilis dei Comuni Siciliani. Il PD sa governare…

24 novembre 2016

Tagli statali e tagli regionali. La situazione è drammatica secondo l’Anci Sicilia che denuncia una crisi pesantissima che “con una progressione che non ha precedenti nel passato” sta portando molti enti al default. Grazie al Governo Crocetta e al Governo Renzi…

Un altro Comune siciliano capitola: il consiglio comunale di Favara, ieri sera, ha approvato il dissesto finanziario nel corso di una riunione consiliare convocata d’urgenza. Nel comune dell’agrigentino, il sindaco M5S Anna Alba, ha sostenuto che l’urgenza trova i suoi presupposti nel tentativo di bloccare gli interessi sui debiti che con il dissesto finanziario non vengono, di fatto, più pagati.

Sempre nell’agrigentino, lo scorso Ottobre è stato il consiglio comunale di Porto Empedocle a giungere alla stessa conclusione. Una via praticamente obbligata dopo la relazione dei revisori dei conti che hanno messo nero su bianco non solo l’impossibilità di far fronte ai debitori, ma anche di erogare i servizi essenziali. Anche qui, il sindaco è del M5S.

Nel 2016, secondo quanto dichiarato dall’Anci Sicilia, l’associazione dei comuni guidata da Leoluca Orlando, sono dieci i Comuni che hanno già dichiarato il dissesto. Se aggiungiamo quelli che lo hanno fatto l’anno scorso, o nel 2014, il numero raddoppia.

“Il 2016 si può infatti considerare l’anno peggiore per le finanze dei comuni siciliani- dice l’associazione dei Comuni. Perché, al di là di quelli che hanno già dichiarato il default, sono tantissimi quelli che sono ad un passo dal baratro: “Sono oltre 200 i comuni che non hanno approvato il bilancio,diverse decine  hanno fatto ricorso ai piani di riequilibrio pluriennale. La vicenda è particolarmente esplosiva e rischia di creare ulteriori disagi nella gestione degli enti locali e rispetto all’erogazione dei servizi ai cittadini”.

L’Ani Sicilia ha incontrato il Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone e la Commissione Bilancio per illustrare la situazione: “Se sul fronte dei trasferimenti regionali ai comuni per spese di investimento la situazione dovesse rimanere ferma a quanto previsto dal decreto dell’Assessorato regionale alle Autonomie locali del 14 novembre 2016, si rischia di aggravare una situazione che sta portando settimana dopo settimana – con una progressione che non ha precedenti nel passato – nuovi comuni a dichiarare il dissesto”.

“Ancora una volta anche la Corte dei Conti – Sezione di controllo per la Regione Siciliana nell’ultima relazione su “La finanza locale in Sicilia” del giugno 2016 conferma la grave crisi in cui versano gli Enti Locali Siciliani dimostrando come il peggioramento della finanza locale sia, sempre più “imputabile principalmente alla progressiva e consistente riduzione dei trasferimenti di provenienza statale e regionale”.

In particolare, l’analisi dei dati conferma che per i comuni i trasferimenti regionali (che fino al 2013 erano assegnati a valere sul Fondo delle Autonomie Locali), sono passati dai 913 milioni di euro del 2009 ai 472,7 milioni di euro del 2015 (di cui 357,7 milioni di parte corrente e 115 milioni per spese di investimento).

“A ciò si aggiunga- prosegue l’Anci- che i bilanci comunali negli ultimi anni sono stati gravati progressivamente da una serie di costi crescenti relativi al sistema socio-sanitario (disabili mentali, minori a rischio, minori stranieri non accompagnati ecc..)”.

Nel 2016 la situazione appare più articolata. Infatti a fronte di una riduzione certa di circa 18 milioni sulla parte corrente (si è passati dai 357,7 milioni del 2015 ai 340milioni dell’anno in corso) per ciò che riguarda le spese per investimenti l’articolo 7 della legge di stabilità regionale distingue due autonomi capitoli:

– i 50 milioni (Fondo per investimenti) previsti dal comma 20

– i 115 milioni (risorse PAC) previste dai commi 22 e 23.

“Il decreto infatti prevede il riparto di 50 milioni a fronte dei complessivi 165 (di cui 115 fondi PAC) previsti dalla Legge di Stabilità regionale e, in base ad essa, utilizzabili anche per il pagamento delle rate dei mutui contratti per le medesime finalità. Se confrontiamo la situazione del 2016 con quella dell’anno precedente, in cui furono stanziati per la medesima finalità 115 milioni, siamo di fronte ad un taglio che sfiora il 60% e che, “ufficializzato” solamente a fine anno rischia di determinare un danno irreparabile”.

“La situazione degli enti locali siciliani (comuni, unioni di comuni, liberi consorzi e città metropolitane) deve essere al centro delle priorità di governo e Parlamento regionale. Per questa ragione vengano i 220 milioni che dovrebbero essere destinati agli enti di area vasta ma si intervenga con decisione per introdurre, sin dall’assestamento di bilancio, una norma che ponga rimedio alla disastrosa riduzione delle risorse destinate a spese di investimento”.

“L’AnciSicilia – ha detto il presidente Orlando – sarà costretta, in assenza di una forte presa di posizione del governo sulle spese di investimento, ad avviare e sostenere ogni iniziativa di protesta possibile per far comprendere ai cittadini che non si possono sempre e soltanto additare gli amministratori locali come gli unici responsabili dei tagli ai servizi e alle opere e manutenzioni ordinarie e del progressivo innalzamento dei tributi locali”.

In sintesi: tagli di trasferimenti regionali e statali. Operati da due governi targati PD. Che conferma la sua capacità di governare ‘bene’….

L’aspetto più paradossale è che molti sindaci di questi comuni che vivono situazioni drammatiche sono del PD. Questo li induce ad esitare nelle proteste, preferendo sacrificare i loro cittadini per conservare la tessera.

 

 

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