Il volo di Leoluca Orlando e Vito Riggio, grandi arbitri del futuro della GESAP

21 novembre 2016

Ritorna lo spettro della ‘privatizzazione’ della GESAP. Gli eventi sembrano governati dalle dure leggi dell’economia. Ma c’è chi, in questa storia, ci vede una recita che dovrebbe culminare nella cessione ai privati della società che gestisce l’aeroporto ‘Falcone-Borsellino’ di Palermo (già Punta Raisi). Il ruolo del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando (che forse pensa di essere in uscita) e dell’ENAC di Vito Riggio. Le pressioni del sottosegretario, Simona Vicari. E l’ascarismo della maggioranza di centrosinistra dell’Ars che, con l’inghippo su Province e ‘sindaci metropolitani’, ha preparato il terreno a un’operazione a perdere per i cittadini 

Che succede alla GESAP? Parliamo della società che gestisce i servizi a terra dell’aeroporto ‘Falcone-Borsellino’ di Palermo (già Punta Raisi). Già da qualche giorno sui giornali si raccontano di polemiche al vetriolo tra gli attuali amministratori della società e i vertici dell’ENAC (Ente nazionale per l’Aviazione Civile). Con l’ENAC che minaccia di revocare la concessione quarantennale alla GESAP. Vorremmo tanto sbagliarci, anzi, ci auguriamo di sbagliare, ma a noi questa storia – che coinvolge il sindaco ‘metropolitano’ di Palermo, Leoluca Orlando – somiglia tanto a una recitazione ‘ascara’ che dovrebbe culminare nella ‘privatizzazione’ della GESAP, parola magica del liberismo sfrenato del nostro tempo – che in Italia, oggi, prende il nome di renzismo – che tradotto dal politichese significa regalare ‘pezzi’ dell’Italia agli amici.

La ‘privatizzazione’ della GESAP (società pubblica che, se gestita bene, produce utili per la collettività: cosa, questa, che non andava bene quando i berlusconiani governavano la Sicilia e che va ancora meno bene ora che i renziani controllano la Sicilia, pur non avendo mai vinto le elezioni) è storia vecchia. Quando il centrodestra governava la Sicilia – dal 1994 fino al 2008, con la parentesi del Governo regionale di Angelo Capodicasa: autunno 1998-primavera del 2000 – i tentativi di regalare la GESAP ai privati sono stati tanti.

Ma sono stati tutti bloccati da alcuni ex democristiani, da qualche dirigente del centrosinistra e, forse, anche da qualche dirigente dello stesso centrodestra.

Durante la lunga stagione di Diego Cammarata sindaco di Palermo, la GESAP non è stata regalata ai privati. Allora al Comune facevano capo il 30% circa delle azioni GESAP, mentre il 40% circa era riconducibile alla Provincia regionale di Palermo, retta in quegli anni da Francesco ‘Ciccio’ Musotto. Allora la privatizzazione di GESAP sembrava nelle cose. Invece così non è stato.

Come mai? Non è da escludere che uno dei due rappresentanti politici degli azionisti di maggioranza – non sappiamo se Cammarata o Musotto – non deve avere ‘remato’ con grande convinzione per regalare la GESAP ai privati. Insomma, allora, se avessero voluto, Comune e Provincia di Palermo e la Regione retta allora da Totò Cuffaro avrebbero ‘privatizzato’ la GESAP. Infatti, quelli erano gli anni in cui il centrodestra siciliano controllava tutto: la maggior parte delle ormai ex Province, la maggior parte dei Comuni, i vertici delle Camere di Commercio (che sono azioniste sia della GESAP, sia della SAC, la società che gestisce l’aeroporto Fontanarossa di Catania: qui le Camere di Commercio sono, addirittura, azioniste di maggioranza). Ma, come già ricordato, la GESAP è rimasta pubblica.

Oggi lo scenario è mutato. Con la legge di ‘riforma’ delle Province approvata dall’Assemblea regionale siciliana – legge molto sofferta, più volte impugnata dal Governo nazionale – il controllo delle ex Province (e quindi di tutte le società collegate) è andato ai sindaci. Nel caso di Palermo e di Catania, i rispettivi ‘sindaci metropolitani’ sono diventati, di fatto, coloro i quali controllano, rispettivamente, il pacchetto azionario di maggioranza della GESAP (Orlando) e, nel caso del ‘sindaco metropolitano’ di Catania, Enzo Bianco, una parte delle azioni SAC che un tempo facevano capo alla Provincia di Catania (per la cronaca, il Comune di Catania, incredibilmente, non era presente nell’azionariato SAC).

Notiamo una differenza tra Palermo e Catania. Il ‘sindaco metropolitano’ di Palermo, Orlando, come già accennato, controlla oltre il 70% delle azioni GESAP. Mentre il ‘sindaco metropolitano’ di Catania, Enzo Bianco, è in minoranza, perché la maggioranza delle azioni fa capo alle Camere di Commercio della Sicilia orientale.

Se ne deduce che Orlando, nel controllo della GESAP di Palermo, è “un uomo solo al comando”: la Regione siciliana di Rosario Crocetta e il PD di Palermo non hanno voce in capitolo. Mentre a Catania Bianco, peraltro autorevole esponente del PD, deve comunque discutere con la Regione di Crocetta che controlla le Camere di Commercio.

Una parte della politica siciliana ha provato a non assegnare ai ‘sindaci metropolitani’ di Palermo e di Catania il controllo delle azioni GESAP e SAC senza un democratico passaggio elettorale. Per il posto di ‘sindaco metropolitano’, a Sala d’Ercole, c’era chi proponeva un passaggio elettorale allo stato puro, facendo votare i cittadini. Poi si è passati a un’elezione di secondo grado: la legge approvata dal Parlamento siciliano prevedeva che ad eleggere i ‘sindaci metropolitani’ sarebbero stati sindaci e consiglieri comunali dei Comuni della rispettiva provincia.

Ma il Governo Renzi ha imposto un metodo antidemocratico: il ruolo di ‘sindaco metropolitano’ va assegnato ai sindaci dei capoluoghi di provincia: e così è stato, con la ‘benedizione’ dell’attuale presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, con molta probabilità il peggiore presidente del Parlamento siciliano della storia dell’Autonomia siciliana (lui è il vero protagonista della riscrittura delle norme di attuazione dell’articolo 36 dello Statuto con il quale 5 milioni di Siciliani, ogni anno, regaleranno 2,1 miliardi di Euro a Roma!).

Questo passaggio – cioè la designazione automatica dei sindaci di Palermo e Catania e ‘sindaci metropolitani di Palermo e Catania – spiega meglio di qualunque altro esempio il perché il Governo Renzi vuole modificare il titolo V della nostra Costituzione. Perché questi signori vogliono mettere le mani sulle società – oggi in buona parte pubbliche – che fanno capo ai Comuni. Così i cittadini pagheranno il doppio o il triplo alcuni servizi, anche essenziali, facendo ingrassare i privati.

Cosa, questa, che andrebbe illustrata ai tanti siciliani ingenui che vogliono votare sì al referendum del prossimo 4 dicembre. Nel caso della GESAP, se questa società verrà ‘privatizzata’, pronto accomodo verranno licenziati tutti i dipendenti (compresi quelli di eventuali società collegate alla stessa GESAP). Per essere forse riassunti in parte con le regole del Jobs Act: ovvero, tutti precari. Dopo di che i nuovi gestori privati aumenterebbero i costi dei servizi, ‘incaprettando’ soprattutto i siciliani (un po’ meno i turisti, perché questi dovrebbero essere invogliati a venire in Sicilia).

Ma di questo – lo ribadiamo – gli ‘intellettuali’ siciliani che oggi, sulla rete, scrivono “io il 4 dicembre voto sì” se ne accorgeranno quando, a GESAP privatizzata, verranno debitamente ‘pelati’ tra parcheggi e altri servizi che gli costeranno il doppio, se non il triplo….

Ciò posto, andiamo a vedere quello che sta succedendo in questi giorni. Anzi, in queste ore. Con la premesse che Orlando, quando si è insediato, sembrava andare d’accordo con Roberto Helg, che fino a quando non è stato messo fuori dalla società in seguito a una storia di tangenti era l’uomo forte del centrodestra nella GESAP e propugnatore della ‘privatizzazione’ della società.

Tra il 2012 e il 2013 l’arrivo dei privati sembra dietro l’angolo. Quasi tutti i sindacati tacciono: tutti meno che la LEGEA CISAL, guidata da Gianluca Colombino e Giacomo De Luca. Che invece sono fermamente contrari alla privatizzazione (gli altri sindacalisti, soprattutto di ‘sinistra’, li stanno ancora cercando…).

Già negli anni del centrodestra il ‘vezzo’ di svalutare la GESAP era molto di moda (e anche molto comodo per la politica: assumevano personale sotto il segno del clientelismo, anche elettorale, mandavano in ‘rosso’ i conti e deprezzavano la società, magari per venderla a un prezzo irrisorio).

La scena si ripete anche dopo la rielezione di Orlando a sindaco, avvenuta nella primavera del 2012. Viene fuori un documento ‘riservato’ con una bassa valutazione della GESAP. Seguono polemiche e l’attenzione da parte della magistratura. E’ in quest’atmosfera che matura il no del Comune di Palermo retto da Orlando alla ‘privatizzazione’.

Da allora fino ad oggi la GESAP ha investito nel cosiddetto comarketing (collaborazione tra imprese), con contributi in favore delle compagnie low cost per agevolare le tratta da Palermo. A favorire lo scalo aeroportuale del capoluogo siciliano ha contribuito, in modo determinante, la crisi che ha investito alcuni Paesi del Nord Africa, Tunisia ed Egitto in testa. Per non parlare degli attentati a Bruxelles e a Parigi. Tutti fattori che hanno aumentato le presenze turistiche in Sicilia.

Nel frattempo la burrasca si è abbattuta sulla GESAP. Helg è andato via. Seguito, successivamente, dal direttore generale, Carmelo Scelta. Sembra che quest’ultimo sia diventato consulente del sottosegretario, Simona Vicari. Così, Scelta, uscito dalla porta è rientrato, mettiamola così, dalla finestra del Nuovo Centrodestra del ministro Alfano, formazione politica alla quale fa capo la Vicari.

A questo punto sono iniziate le grandi manovre dell’ENAC, presieduto dal siciliano Vito Riggio, già parlamentare nazionale della DC, già testa pensante della CISL siciliana degli anni ’70, piazzato al vertice degli aeroporti italiani dal Governo Prodi a metà anni ’90 del secolo passato. I vertici ENAC e la Vicari, così sembrerebbe, hanno rispolverato la ‘privatizzazione’: e non c’è da stupirsi, visto che siamo in epoca renziana e i privati vengono prima del pubblico.

Sulla base di quali motivazioni bisognerebbe regalare ai privati la GESAP? L’abbiamo già detto: per penalizzare i cittadini e per fare arricchire i privati che se ne impossesserebbero. ma questa è la motivazione vera che, ipocritamente, va nascosta.

Ci vuole una motivazione fittizia. Per completare l’operazione ‘ascara’ ci vogliono due elementi: la scusa per toglierla al pubblico e la classe dirigente, o presunta tale, della Sicilia e, in particolare, di Palermo che dovrebbe regalare ai privati questo asset facendo apparire la cosa come ‘necessaria’.

La scusa è già stata trovata: GESAP non avrebbe fatto altro che appianare i propri bilanci, portandoli in positivo, distraendo soldi dalle tariffe dei passeggeri ed utilizzandoli per tutto, fuorché che per quello per cui avrebbe dovuto: e cioè la programmazione di opere ed infrastrutture.

A quanto pare, a più riprese i vertici dell’ENAC avrebbero scritto ai vertici della GESAP chiedendo ‘lumi’ sulla programmazione. Anche perché le più importanti opere strutturali sono opera del vecchio consiglio di amministrazione presieduto da Giacomo Terranova.

Sembra che nei primi giorni della seconda decade di ottobre i vertici ENAC avrebbero inviato alla GESAP una sorta di ultimatum. In ballo ci sarebbe un bando on il quale la società che gestisce l’aeroporto di Palermo chiede alle banche un prestito di circa 44 milioni di Euro. Bando, sembra, andato deserto. Da qui la volontà dell’ENAC di togliere alla GESAP (cioè agli ignari cittadini siciliani) la gestione quarantennale dell’aeroporto.

A noi, lo ribadiamo, questa storia sembra una recita. Con molta probabilità, il sindaco Orlando, in grande difficoltà sulla questione ZTL-Tram-AMAT (anche se il TAR dovesse dare ragione al Comune l’AMAT, che gestisce , il Tram, sarebbe comunque in gravi difficoltà finanziarie), potrebbe non avere alcuna intenzione di lasciare al suo successore la GESAP.

Insomma, non è da escludere che la GESAP venga a breve privatizzata. Certo, i due ‘filosofi’ Riggio e Orlando – amici da sempre: entrambi docenti alla facoltà di Giurisprudenza di Palermo e insieme già dai tempi di Piersanti Mattarella – non avrebbero alcuna intenzione di passare alla storia come i protagonisti, in salsa renziana, della privatizzazione della GESAP. Giammai! Saranno gli eventi non controllabili dall’azione umana, se ciò dovesse succedere, a decretare tale ‘infausto’ scenario… (scuola gesuiti di Palermo, Sezione Centro Arrupe, anni ’70-’80 del secolo passato).

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti