Enzo Bianco e Leoluca Orlando trattano con Roma perché la Regione di Crocetta non conta niente

10 novembre 2016

La nostra è una constatazione amara, ma è la verità: se la Regione siciliana non fosse governata da ascari i sindaci di Palermo e di Catania, Orlando e Bianco, non andrebbero a trattare con Renzi. Perché, a norma del nostro Statuto – purtroppo calpestato – i rapporti con lo Stato li terrebbe, esclusivamente, il Presidente della Regione (articolo 20). Invece abbiamo Crocetta, il governatore di cartapesta…

Ci sono fotografie che commuovono, ci sono quelle che indignano e ci sono quelle… che non dovrebbero nemmeno  esserci, perché non dovrebbero essere esistite le circostanze in cui farle e i soggetti cui farle.

E’ questo il caso di tante fotografie in cui appaiono, seduti fianco a fianco allo stesso tavolo e immortalati nell’atto di firmare documenti, i sindaci di Catania, Enzo Bianco, e di Palermo, Leoluca Orlando, entrambi con Renzi, il nostro ineffabile presidente del Consiglio.

Perché ho fatto quell’affermazione? Semplice, perché se i nostri politici non fossero stati ascari e servi dei partiti nazionali e avessero fatto il loro dovere in materia di attuazione dello Statuto, i rapporti con lo Stato li terrebbe (e li terrà!) esclusivamente il Presidente della Regione (Art.20).

Qualunque accordo, qualunque intesa con lo Stato andrebbe (e andrà!) negoziata prima e sottoscritta dopo dal Presidente della Regione, ovviamente sulla base di una consultazione politica e di una concertazione con gli enti locali. Se quelle fotografie sono possibili è perché, senza soluzione di continuità, a quei antichi ascari sono succeduti gli ascari del nostro tempo.

Se Renzi può venire in Sicilia a trattare e farsi bello con singole amministrazioni comunali e se singole amministrazioni comunali possono trattare con lui è perché Rosario Crocetta e i suoi  predecessori si sono fatte beffe dello Statuto.

Ognuno così fa i suoi affari e la sua spesa, senza che nessuno si curi di garantire l’interesse della Regione, che sta più in alto dell’interesse di ogni singola autonomia locale.

Così le istituzioni vivono (male) alla rovescia: in primo piano Bianco e Orlando, compiaciuti e sorridenti, e, relegato in secondo piano, Crocetta, il Presidente della Regione, anche lui sorridente. Lui che invece di ridere dovrebbe piangere se soltanto avesse la sensibilità di riflettere sulle condizioni miserevoli cui la sua incapacità e la sua inadeguatezza hanno ridotto il ruolo della Presidenza della Regione.

Crocetta, il nostro pettoruto Governatore di cartapesta, invece, ci viene a raccontare che ha risanato i conti della Regione con l’accordo scellerato con Renzi, in base al quale, non dimenticatelo mai, lo Stato ci sottrae all’anno 3 miliardi di Euro, soldi dei siciliani, soldi rubati al futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. Ci viene a parlare di incremento del PIL regionale, come se la sua amministrazione c’entri qualcosa. Come può avere inciso sul PIL se ancora, e sono già passati due anni, il Governo regionale non ha speso un centesimo dei Fondi comunitari relativi alla Programmazione 2014-2020? Se ancora dallo Stato non è arrivato (e chissà se e quando arriverà ) un centesimo dei quelli promessi  Se la Sicilia ha tutti i parametri in rosso?

Ma come si permette di prendere in giro i siciliani, soprattutto quelli che, loro sì, lavorando, fanno muovere il Prodotto Interno, nonostante il freno a mano tirato allo sviluppo dal Governo regionale?

E non sono da meno quegli altri che, per farsi una fotografia e venire in primo piano nel “santino”, si sono votati a Renzi, mortificando le istituzioni. Che garanzie darebbero ai Siciliani se avessero la faccia di bronzo di candidarsi e ci fossero tanti Siciliani che, perseverando nell’errore che li ha portati ad eleggere Crocetta, avessero la dabbenaggine di eleggere  uno di quei due?

Foto tratta da siciliainformazioni.com

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