Tabella H: contributi anche ai privati. E l’interesse pubblico quale sarebbe?

27 ottobre 2016

Con la Tabella H si dovrebbero erogare contributi a fondo perduto ad associazioni, enti e fondazioni che svolgono un servizio pubblico. I soggetti privati – cioè i soggetti che svolgono attività privata non garantendo alcunché ai cittadini – non dovrebbero usufruire di questi contributi. Sarebbe bene che, su tale vicenda, intervenisse la Corte dei Conti per verificare l’eventuale presenza di danno erariale 

 

Qualche giorno fa la stampa ha riportato la notizia che la Giunta regionale presieduta da Rosario Crocetta ha approvato la ripartizione di 8 milioni di Euro (quasi 16 miliardi delle vecchie lire!) ad enti associazioni varie.

Accanto a sigle storiche, la Fondazione Whitaker, la Fondazione Piccolo, la Fondazione Mandralisca – che svolgono un sia pur minimo servizio pubblico, quantomeno di conservazione e manutenzione di beni di interesse pubblico – hanno ricevuto sussidi e contributi anche associazioni assolutamente private, come chiese e parrocchie e associazioni dai nomi e dagli scopi più fantasiosi (Coreras, Coribia, Consorzio Ballatore, Tiro con l’arco e Judo). Tutte associazioni, ne sono convinto, che svolgono opera meritoria nel loro ambito specifico e per i loro iscritti.

Però, c’è un però. E’ stata rispettata la regola che stabilisce che l’erogazione di pubblico denaro, ovverosia il denaro del contribuente, è connessa con i perseguimento dell’interesse pubblico? Sappiamo che cos’è l’interesse pubblico, un interesse che riguarda la generalità dei cittadini, e sappiamo pure che questo interesse generale è il titolo in base al quale lo Stato e la Regione impongono le tasse che paghiamo.

E se con questi soldi vengono finanziate le associazioni private oppure chiese e parrocchie? Siamo sicuri che i cittadini pagherebbero più volentieri di quanto non facciano già tasse e soprattasse se sapessero che parte del loro contributo pagato alla pubblica autorità perché assicuri i pubblici servizi viene regalato a soggetti che non svolgono per loro e la comunità nessuna attività utile, nemmeno potenzialmente?

Queste associazioni private, anche se giuridicamente riconosciute, perché non vivono dei finanziamenti dei soci? Se non ce la fanno ad andare avanti non dovrebbero chiudere i battenti?

Nessuno sa quali criteri siano stati adottati per erogare e distribuire questi 8 milioni di Euro. Ma c’è un organo che è deputato a questa indagine. Si chiama Corte dei Conti. Ad essa compete stabilire se queste erogazioni a pioggia non configurino un danno erariale.

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