Leoluca Orlando: se a Palermo sta provando a ‘pelare’ i cittadini (ZTL) cosa combinerebbe da presidente della Regione?

26 ottobre 2016

La domanda è legittima. Anche il Comune di Palermo è vittima degli scippi finanziari del Governo Renzi. Scippi che il sindaco ha già fatto pagare ai cittadini con l’aumento della pressione fiscale: cittadini (soprattutto commercianti) che dovrebbero pagare anche, con il balzello contrabbandato per ZTL, i costi esorbitanti del Tram. Quindi, ragionando così, cosa farebbe da presidente della Regione? Farebbe pagare ai Siciliani gli scippi di Roma? 

All’insegna della confusione va in scena a Palermo la protesta dei commercianti del Centro storico. Si parla del “No” alla ZTL, facendo finta di non sapere almeno due cose.

Prima cosa: il Comune non ha istituito una Zona a Traffico Limitato (ZTL). In tutte le città del mondo le ZTL sono aree della città chiuse al traffico automobilistico. Vi si accede con le auto solo in casi eccezionali, pagando un ‘botto’ di soldi. A Palermo i cittadini vengono invitati a pagare 100 Euro all’anno per accedere a questa ‘presunta’ ZTL, con l’esclusione dei titolari di auto molto vecchie, considerate più inquinanti delle auto di nuova generazione.

Si paga, si entra con l’automobile e si inquina. Cosa centra tutto questo con la ZTL? 

Seconda cosa: la magistratura amministrativa ha già sospeso questo provvedimento. Per la precisione, l’ha sospeso. Il TAR – sigla che sta per Tribunale Amministrativo Regionale – avrebbe dovuto entrare nel merito tra qualche giorno. Ma l’Amministrazione ha messo in atto una furbata: ha ritirato il provvedimento amministrativo e ne ha presentato uno nuovo, che è uguale, se non peggiore, a quello sospeso dal TAR.

Una furbata inutile: perché è già pronto un ricorso per motivazioni aggiunte. Il Comune ha solo guadagnato qualche settimana di tempo per far ripartire un provvedimento, ribadiamo, già sospeso dai giudici amministrativi.

In questa storia quello che dà veramente fastidio è la scorrettezza e l’ipocrisia dell’Amministrazione comunale.

Ieri, ad esempio, è andata in scena una manifestazione di protesta dei commercianti. Non sono mancati i momenti di tensione. Alcuni avrebbero intimato ai titolari di alcuni esercizi commerciali che non hanno aderito alla manifestazione di abbassare le saracinesche; altri hanno abbattuto la segnaletica della ‘presunta’ ZTL.

Così il sindaco, Leoluca Orlando, ha colto la palla al balzo non per parlare di questo provvedimento – a nostro avviso sbagliato nella forma e nella sostanza – ma degli atti di intemperanza.

Vogliamo parlare del vero problema, sindaco Orlando? Proviamoci.

Cominciamo col dire che lei e la sua Amministrazione, egregio sindaco, state provando ad aggirare un parziale pronunciamento del TAR. Quando i giudici amministrativi hanno sospeso quella che, impropriamente, viene chiamata ZTL, hanno segnalato una serie di anomalie: anomalie che la sua Amministrazione ha riproposto nel nuovo provvedimento amministrativo.

Esempio: chi non intende pagare il pass per entrare nell’area della ZTL (e chi è costretto a non entrarci, perché possiede un’automobile vecchia) come fa ad accedere a questa zona della città? Sono stati approntati mezzi di trasporto pubblici alternativi? Sembra di no.

Insomma, sindaco, diciamolo con chiarezza: il Comune di Palermo non ha un Piano generale del traffico urbano (Pgtu). E, se proprio la dobbiamo dire tutta, ci sono aree periferiche della città che, da quando è partito il Tram, sono state private del servizio dell’AMAT (cioè del servizio degli autobus).

Non sappiamo come finirà lo sciopero. Ma sappiamo che parlare delle intemperanze, evitando di parlare delle ragioni della protesta, non ci sembra corretto.

I commercianti hanno scioperato perché, da quando avete introdotto questo balzello, tantissimi cittadini non si recano più nel Centro storico. Così il volume di affari degli esercizi commerciali si è drasticamente ridotto. Questa è la tesi dei commercianti. Li volete ascoltare? O volete tirare dritto?

Diciamo la verità, sindaco: questo balzello è stato pensato per foraggiare il Tram, o meglio, l’Azienda del Comune che gestisce il Tram: l’AMAT.

Come lei e i suoi assessori avete avuto modo di vedere, i cittadini palermitani, pur di non pagare il pass della ‘presunta’ ZTL, non entrano più nel Centro storico. A pagare sono solo quelli che sono costretti a farlo: chi vive dentro il Centro storico e chi è, per lavoro, è costretto a entrare in questa zona.

Due le deduzioni.

Prima deduzione. Se il Comune pensava di incassare almeno 15 milioni di Euro per foraggiare AMAT e Tram ha commesso un errore: queste entrate non ci saranno mai.

Seconda deduzione. Se è già scoppiata la rivolta nella ‘presunta’ ZTL del Centro storico, è probabile che la protesta esploderà anche nel malagurato caso in cui il Comune dovesse pensare di estendere il balzello in un’area più estesa.

Per dirla con estrema chiarezza: il sindaco Orlando, gli assessori e i consiglieri comunali che gli tengono ‘bordone’ si devono levare dalla testa l’idea di fare pagare ai cittadini i ‘buchi’ del Tram. Nelle condizioni ordinarie questo sarebbe corretto. In una condizione di grave crisi economica ciò diventa impossibile.

Perché sono stati realizzati i 15 chilometri di Tram se poi non ci sono i soldi per man tenere questo servizio? La domanda è interessante. La risposta, invece, la dice lunga su cosa c’è dietro tale opera.

Ricordiamo che quello di Palermo è l’unico Tram al mondo che è stato realizzato acquistando otto-dieci anni prima le carrozze. Di solito, prima si realizza la strada ferrata e poi si acquistano le carrozze. O si fanno le cose simultaneamente. Anche perché le tecnologie si evolvono: acquistando prima le carrozze per utilizzarle otto-dieci anni dopo si rischia di affidarsi a tecnologie superate. O no?

Del molto ‘intelligente’ acquisto delle carrozze con largo anticipo è stata protagonista la passata Amministrazione comunale di centrodestra. Il centrosinistra – con sindaco Leoluca Orlando – ha realizzato, invece, la strada ferrata più costosa d’Italia: oltre 320 milioni di Euro per 15 chilometri di percorso dentro l’area cittadina, senza gallerie. Oltre 20 milioni di Euro a chilometro!

Tutto regolare nel caso dell’acquisto anticipato delle carrozze, tutto regolare nella realizzazione dei 320 milioni di Euro e forse più di strada ferrata in città (a parte la Corte dei Conti che dovrà fare chiarezza su 80 milioni di Euro un po’ ‘malandrini’…).

Completate le due ‘operazioni’ – acquisto carrozze e appalti ‘generosi’ – il ‘prodotto’ (Tram) deve funzionare. Il problema è che costa almeno 15 milioni di Euro all’anno (anche del perché debba costare tanto si dovrebbe discutere…).

Il Governo Renzi ha tagliato i soldi ai Comuni siciliani. Lo stesso Governo Renzi ha tagliato i fondi alla Regione che, a propria volta, li ha tagliato ai Comuni.

Orlando potrebbe chiedere al Governo Renzi almeno una parte dei soldi che ha tagliato al Comune di Palermo. Invece il sindaco e la sua Amministrazione i soldi per giustificare la spesa folle del Tram e per farlo funzionare li vorrebbero prendere dalle tasche dei cittadini.

La storia di questa ‘presunta’ ZTL è tutta lì: i piccioli per il Tram (e magari per foraggiare anche le altre società che fanno capo al Comune di Palermo, buona parte delle quali sono solo ‘carrozzoni’), nella testa di Orlando, dei suoi assessori e dei consiglieri comunali che gli vanno dietro (questi i nomi dei consiglieri comunali di Palermo che nel dicembre dello scorso anno hanno in favore della ‘presunta’ ZTL), dovrebbero arrivare dalle tasche dei cittadini.

L’inquinamento dell’aria, la salute dei cittadini sono solo scuse. Tant’è vero che zone più inquinate della città non si trovano nelle zone delle ‘presunte’ ZTL, ma in via della Regione siciliana e in via Evangelista Di Blasi (via perpendicolare alla stessa Circonvallazione).

Come finirà questa storia? A nostro avviso, male. Perché a nostro avviso, a prescindere dal pronunciamento del TAR Sicilia (che ci sarà), Tram e AMAT andranno comunque a sbattere. Perché i cittadini – commercianti in testa – non hanno ancora voglia di dare al Comune 15-20 milioni di Euro di ‘presunta’ ZTL.

Resta una domanda: se Orlando, pur di non disturbare il ‘manovratore’ Renzi – che è uno dei responsabili delle ‘casse’ vuote del Comune di Palermo – ha combinato tutto questo ambaradan al Comune di Palermo, cosa combinerebbe se venisse eletto presidente della Regione siciliana?

La domanda non è peregrina. Il Governo Renzi ha svuotato del tutto le ‘Casse’ della Regione. Alla Sicilia serve un presidente che vada a Roma a chiedere il maltolto, non un presidente che tassi i Siciliani per giustificare gli scippi romani.

Se Orlando, anche per giustificare gli scippi finanziari operati dal Governo nazionale al Comune di Palermo – sta provando, senza grande successo – a ‘svuotare’ le tasche dei palermitani, chi ci dice che non farebbe la stessa cosa con i Siciliani, una volta eletto presidente della Regione?

Se ne deve dedurre che Orlando, alla presidenza della Regione siciliana, sarebbe l’uomo sbagliato nel posto sbagliato.

 

 

 

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