Leoluca Orlando getta la maschera, abbraccia Renzi e attacca l’Autonomia siciliana

10 ottobre 2016

Invece di attaccare il Governo Renzi che ha fatto fallire la Regione, i Comuni e le ex Province, il sindaco di Palermo e presidente dell’ANCI Sicilia, Leoluca Orlando, non trova di meglio che schierarsi con i potenti. Invece di attaccare chi oggi rappresenta indegnamente l’Autonomia siciliana attacca direttamente l’Autonomia. Orlando pensa che la candideranno d’ufficio alla presidenza della Regione per finire di sfasciare l’Autonomia per conto di Roma? E chi dovrebbe eleggerlo?

Il Governo Renzi ha fatto fallire la Regione siciliana e tutto il sistema delle autonomie locali, dai Comuni dell’Isola alle ex Province che non riescono nemmeno a pagare gli stipendi ai propri dipendenti. Cinque milioni di Siciliani sono penalizzati, tra autostrade e strade abbandonate, gestione dei rifiuti in stile delinquenziale, acqua nelle mani dei privati, servizi sociali ridotti al lumicino, sanità allo sbando (lo Stato, dal 2009 ad oggi, ha rubato alla nostra Regione oltre 5 miliardi di Euro, come potete leggere qui). E che cosa fa il presidente dell’ANCI Sicilia e sindaco di Palermo, Leoluca Orlando? Spara a zero sull’Autonomia siciliana!

Lo ha fatto ieri, a Villa Niscemi, a Palermo nel corso della riunione dei sindaci siciliani.

Insomma, se c’era qualcuno che aveva dubbi sul Orlando renziano, adesso questi dubbi sono stati fugati. Leggere cosa ha dichiarato Orlando alla commissione parlamentare per le questioni regionali:

“Ci troviamo a fare i conti non solo con una appesantimento normativo che appare superato e non attinente ai tempi, ma anche con un’Autonomia speciale che, troppo spesso, si trasforma in una muraglia cinese, limitando pericolosamente lo sviluppo della nostra Regione”.

Di quale “muraglia cinese” parla, Orlando? Sarebbe il Governo regionale di Rosario Crocetta la “muraglia cinese”? Il Governo regionale che ha consentito a Roma di scippare una barca di soldi alla Regione? E’ l’Autonomia siciliana che “limita lo sviluppo”? Ma guarda un po’: e i precari che ha creato la sua Amministrazione comunale, tra il 1993 e il 1997 – quando appunto Orlando era sindaco di Palermo – non li ha pagati e non li continua la Regione con l’Autonomia che adesso non le piace più, sindaco Orlando?

Egregio sindaco Orlando, lei cade male: perché noi ci ricordiamo tutto quello che ha combinato da sindaco del passato e del presente, dagli appalti comunali di fine anni ’80 al Tram costato oltre 20 milioni di Euro al chilometro, in assoluto il Tram più costoso del mondo: tutto regolare, ovviamente…

E poi che fa? Va a Roma e attacca l’Autonomia siciliana? Certo che ci vuole una faccia!

Per carità: si tratta di un Parlamento nazionale screditato, eletto con una legge elettorale – il Porcellum – che la Corte Costituzionale ha definito incostituzionale.

Però nelle parole di Orlando c’è un segnale politico preciso: il sindaco di Palermo si schiera con Renzi e con il PD. E lo fa – come ha sempre fatto – scavalcando i dirigenti siciliani della sinistra. Cosa che ha fatto prima con il Pci, poi con il Pds, poi con i Ds e ora con il Partito Democratico.

Della serie: i dirigenti della sinistra siciliana e di Palermo per me non contano nulla: io parlo solo con Roma…

Faceva così quando segretario del Pds era Achille Occhetto (nel 1993 fu la Rete di Orlando a mettere fine all’esperienza del Governo regionale di Giuseppe Campione); e sta facendo così anche oggi, bypassando i vertici del PD siciliano e palermitano.

Sia chiaro: a noi Orlando renziano non suona nuovo.

Il signor Orlando è il sindaco di Palermo che non ha aperto bocca in occasione del referendum sulle trivelle renziane. Certo, qualche dichiarazione qua e là, ma nessuna iniziativa concreta in sostegno del No. 

Idem adesso. A meno di due mesi dal referendum sulle riforme costituzionali del Governo Renzi, a parte qualche dichiarazione estemporanea, non sta muovendo un dito.

Orlando è sempre stato un politico ambiguo: in tutto. Alla fine degli anni ’80 del secolo passato, quando era il sindaco della Giunta comunale della ‘Primavera di Palermo’, si scoprì che al posto nel gruppo imprenditoriale del conte Arturo Cassina, nella gestione degli appalti di strade e fogne della città, si erano intrufolati Vito Ciancimino e il suo socio storico, il conte Romolo Vaselli.

Su questa incredibile storia indagava l’allora pubblico ministero presso la Procura della Repubblica di Palermo, Alberto Di Pisa, poi ‘inghiottito’ dallo scandalo del ‘corvo’ di Palermo: scandalo da quale il giudice Di Pisa è stato totalmente scagionato. Ma tanto bastò a mettere una pietra sopra sulla presenza di Ciancimino al Comune di Palermo.

Orlando è stato democristiano e antidemocristiano. E’ stato antimafioso, ma questo non gli ha impedito di stare tra quelli che attaccava Giovanni Falcone tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90. La storia è storia e non si può nascondere.

E’ in politica da oltre trent’anni (è stato eletto per la prima volta sindaco di Palermo nel 1985). E’ stato europarlamentare e parlamentare nazionale. E da quattro anni, con risultati disastrosi, è sindaco di Palermo.

Da primo cittadino ha aumentato spaventosamente la pressione fiscale. I palermitani, per Orlando e la sua Giunta, sono solo ‘limoni da spremere’. Ma i soldi non gli bastano mai, anche perché deve giustificare i tagli dei sui amici Renzi e Delrio, che hanno sì tolto risorse finanziarie agli anziani, ai portatori di handicap e, in generale, alle categorie disagiate, ma che hanno assecondato il sindaco nel capriccio del Tram: un Tram che costa circa 15 milioni di Euro all’anno e che sta facendo fallire l’AMAT.

Per ripianare i debiti dell’AMAT (e delle altre società del Comune, quasi tutte con i conti in ‘rosso’), insieme con i consiglieri comunali che lo seguono, si è inventato una tassa di circolazione automobilistica abusiva contrabbandata per Zona a Traffico Limitato (ZTL).

TAR Sicilia e CGA hanno ‘bocciato’ questo odioso balzello stradale per palesi illegittimità: ma Orlando e la sua sempre più scalcagnata Amministrazione stanno provando, di fatto, ad aggirare un pronunciamento della magistratura amministrativa, riproponendo un atto illegittimo (con il corollario di attacchi incredibili alla stessa Giurisdizione amministrativa!).

Il tutto per far pagare ai cittadini palermitani i soldi che in parte Renzi ha scippato al Comune e, in parte, i ‘buchi’ di un’Amministrazione comunale che fa acqua da tutte le parti.

A Roma, presso la commissione parlamentare sulle Regioni, Orlando è andato a raccontare solo mezze verità. Queste, ad esempio, non si possono sentire:

“Se non si trovano delle soluzioni immediate si rischia di aumentare il gap infrastrutturale tra la Sicilia e il resto d’Italia. Basti pensare che la nostra regione non ha una legge sull’acqua, che il sistema dei rifiuti è in pieno marasma poiché la legge del 2010 non è più in vigore e che non sono mai state avviate le riforme di livello del sistema locale, creando il paradosso che vede città come Palermo, Messina e Catania definite abusivamente città metropolitane”.

Intanto non è vero che la Sicilia “non ha una legge sull’acqua”. C’è una legge regionale che consente ai Comuni di gestire il servizio idrico. E ce n’è un’altra che ha sancito il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua: legge che è stata impugnata dal Governo nazionale senza che il Governo regionale abbia presentato ricorso presso la Corte Costituzionale.

Sui rifiuti Orlando non ha molte carte a suo favore. Ha attaccato – e qui ha ragione – i ‘Signori delle discariche’. Ma non dimentichiamo che ha fatto il sindaco dal 1985 al 1990, poi dal 1993 al 2000 e, ancora, dal 2012 ad oggi. Considerato che la discarica di Bellolampo è in emergenza dal 1986 – e che, da allora ad oggi, non c’è mai stata una seria campagna per avviare la raccolta differenziata, ma solo proroghe per la discarica di Bellolampo – qualche responsabilità non ce l’ha pure lui.

Tra l’altro, proprio sulla raccolta differenziata l’attuale Amministrazione comunale non è estranea al fallimento della sperimentazione voluta nel 2009 dal ministero dell’Ambiente. Si era partiti con la differenziata in una parte di Palermo, coinvolgendo circa 120 mila abitanti. Poi, piano piano, l’esperienza avrebbe dovuto essere estesa a resto della città.

Invece non solo non si è andati avanti, ma l’esperienza, di fatto, è stata smantellata. Non ci aspettiamo certo che la Rai venga a Palermo per raccontare con sono state sprecate un sacco di risorse dal 2009 ad oggi, in materia di raccolta differenziata. Ma noi abbiamo osservato e non dimentichiamo: non dimentichiamo, ad esempio, che, nel dicembre dello scorso anno, l’attuale Amministrazione comunale, nel silenzio generale, ha smantellato l’isola ecologica (come abbiamo raccontato qui), indispensabile per la raccolta differenziata dei rifiuti praticamente scomparsa.

Visto che la sua Amministrazione ha fallito sulla raccolta differenziata, sindaco Orlando, non crede che sarebbe bene evitare di fare la morale ad altri su tale argomento? O pensa che il silenzio e la disinformazione cancellino le insufficienza della sua esperienza di primo cittadino di Palermo?

Palermo, Messina e Catania città metropolitane abusive? E da quando, pensa questo, sindaco Orlando? Non è stato lei a volere diventare, automaticamente, Sindaco Metropolitano di Palermo in quanto sindaco di Palemro, senza passare nemmeno da elezioni di secondo grado? Ora che ha acquisito il ‘titolo’ di Sindaco Metropolitano si è forse accorto che Renzi non farà arrivare a queste nuove entità nemmeno i fondi europei?

Sulla commissione paritetica Stato-Regione Orlando dice una cosa giusta:

“Io credo che la Commissione paritetica Stato-Regione non funzioni assolutamente e che si sia trasformata in un luogo deputato a sistemare soggetti meritevoli di qualche riconoscimento per meriti pregressi nell’attività di controllo, ma che di fatto non curi gli interessi, così come dovrebbe, del popolo siciliano. Ritengo, altresì, importante l’attenzione e il lavoro di questa commissione purché si avvii una vera e propria “operazione verità” che non cada nella trappola di un dibattimento sterile fra chi è a favore o contro lo statuto speciale”.

Detto ciò, il presidente dell’ANCI sicilia si dimentica di ricordare che a non fare funzionare la commissione paritetica è il Governo nazionale. Semplice ‘svista’, sindaco Orlando?

La parte finale del comunicato di Orlando è un concentrato della solita ambiguità:

“L’ANCI Sicilia, nei giorni scorsi, ha preso parte, a Palazzo Chigi, ad un incontro col Governo nazionale per uscire dalla criticità del sistema dell’Autonomia. In quella sede abbiamo rappresentato l’emergenza istituzionale che aggrava ulteriormente i problemi esistenti nel territorio e che rischia di bloccare qualsiasi attività produttiva nella nostra Regione”.

Ma di quale “criticità” parla, sindaco Orlando? In questi anni non ha mai detto una sola parola sui due ‘Patti scellerati’ firmati da Crocetta con Renzi. Non ha detto una parola sui 10 miliardi di Euro di crediti cancellati dal Bilancio della Regione. Non ha detto una sola parola sui già citati 600 milioni di Euro all’anno che lo Stato ruba alla Regione siciliana sulla sanità.

Adesso, improvvisamente, scopre le “criticità del sistema dell’Autonomia”.

Qui, egregio sindaco Orlando, la vera criticità dell’Autonomia siciliana è rappresentata dagli ‘ascari’ che oggi indegnamente la rappresentano e che, altrettanto indegnamente la amministrano.

Tra gli amministratori e i politici di cui la Sicilia si deve liberare, oltre a Crocetta, oltre a Raciti, oltre a Cracolici oltre ad Alfano, oltre a D’Alia, oltre ad Ardizzone e a tutti gli altri esponenti del del fallimentare Governo regionale c’ anche lei, signor sindaco di Palermo.

Il vero problema della Sicilia siete voi.

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