Sanità/ I ‘buchi’ di alcune Aziende ospedaliere siciliane e i ‘misteri’ dell’ISMETT

29 settembre 2016

Stranezze di Sicilia. Mentre un gruppo di Aziende ospedaliere presenta 230 milioni di Euro circa di disavanzo, con i fondi della sanità pubblica siciliana si pagano profumatamente grandi strutture sanitarie private, si pagano un numero eccessivo di dipendenti amministrativi, si pagano gli oltre 2 mila dipendenti della SAS, si pagano i precari e si pagano le rate di mutui che nulla hanno a che vedere con la sanità. Come mai nessuna ‘autorità’ interviene?

Siamo rimasti colpiti da un articolo pubblicato dal quotidiano on linea Live Sicilia, nel quale si parla dei ‘buchi’ finanziari accumulati da un gruppo di Aziende ospedaliere della Sicilia.

Il disavanzo, nel complesso, ammonta a circa 230 milioni di Euro.

Le strutture sanitarie pubbliche che hanno accumulato passività sono:

Azienda ospedaliera Ospedale Civico di Palermo: disavanzo pari a circa 80 milioni di Euro;

Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo: disavanzo pari a circa 46 milioni di Euro;

Azienda ospedaliera Papardo di Messina: disavanzo pari a circa 43 milioni di Euro;

Policlinico universitario Vittorio Emanuele di Catania: disavanzo pari a circa 38 milioni di Euro;

Policlinico universitario di Palermo: disavanzo pari a circa 19 milioni di Euro;

Istituto Bonino-Pulejo di Messina: disavanzo pari a circa 5 milioni di Euro.

Per quello che è di nostra conoscenza, le entrate delle Aziende ospedaliere sono assicurate dalle prestazioni che erogano, che vengono pagate dall’Amministrazione regionale con i Drg: ovvero Diagnosis-related group, in italiano Raggruppamento omogeneo di diagnosi (Rod). Tale sistema permette di classificare i pazienti dimessi dalle Aziende ospedaliere. In base ai Drg l’Azienda ospedaliera viene remunerata dalla Regione.

Se queste Aziende ospedaliere presentano tali ‘buchi’, evidentemente non hanno effettuato le prestazioni che avevano preventivato. O hanno speso male i fondi a disposizione.

Ricordiamo che tali Aziende sono vincolate a un bilancio preventivo. Chi ha stilato il bilancio preventivo – e qui dovrebbero essere stati i direttori generali – ha fatto bene i conti?

Altra domanda spontanea: prevenire non dovrebbe essere meglio che curare (interrogativo iper-legittimo, visto che parliamo di sanità)?

Come mai l’assessorato regionale alla Salute si accorge solo adesso di questi disavanzi?

Ancora: che parte hanno svolto, in questa vicenda, i collegi dei revisori? Ricordiamo male, o i revisori dovrebbero essere i soggetti che dovrebbero prevenire l’insolvenza e la crisi?

La cosa ancora più strana di questa vicenda è che tutto questo avviene mentre la sanità siciliana registra una carenza cronica di posti letto.

Mancano i posti letto e, contemporaneamente, gli ospedali siciliani erogano meno prestazioni?

O, forse, erogano meno prestazioni perché mancano i posti letto?

Come può succedere tutto questo mentre la sanità siciliana registra tagli paurosi ai servizi sanitari?

Ci sono reparti che vengono disertati dai cittadini-utenti della Sicilia perché non ritenuti validi?

Succedono cose molto strane, nella sanità siciliana.

Noi abbiamo, ad esempio, denunciato, la presenza eccessiva, se non patologica, di personale amministrativo.

Stando a quello che abbiamo letto su documenti ufficiali, in Sicilia, con i soldi della sanità – che dovrebbero servire per pagare nuovi medici e nuovi infermieri – si pagano dipendenti amministrativi, gli oltre 2 mila dipendenti della SAS e un numero imprecisato di precari (cose che questo blog ha già denunciato in questo articolo citando dati ufficiali della Corte dei Conti).

Non ci sfugge un parallellismo:

mentre si registra questo disavanzo di circa 230 milioni di Euro, la Regione paga con i fondi della sanità rate di mutui che nulla hanno a che vedere con la stessa sanità (se è vero che tali soldi sono serviti ad altri settori dell’Amministrazione regionale). 

Un direttore generale di Azienda ospedaliera che non raggiunge i risultati preventivati non dovrebbe essere mandato a casa? Non prevede questo la legge? Come mai non se ne parla? Forse perché il ‘buco’ è ‘pattiato’ (leggere concertato)?

Abbiamo letto di un Piano di rientro triennale.

A che titolo l’attuale Governo regionale in uscita vincola per tre anni il futuro Governo regionale?

Sempre contemporaneamente, mentre queste Aziende ospedaliere pubbliche registrano un probabile calo dei Drg, alcune grandi strutture della sanità privata fanno il ‘pieno’ di pazienti. Tutto questo non è strano?

Non è strano affermare che, alla luce di questi 230 milioni di Euro di disavanzo, bisognerà procedere a nuovi tagli alla sanità pubblica siciliana, mentre alcune strutture sanitarie private che operano in Sicilia ‘ingrassano’?

Ultima stranezza. Abbiamo più volte chiesto alla commissione Sanità dell’Assemblea regionale siciliana a quanto ammontano i fondi che la Regione sta erogando quest’anno all’ISMETT, il centro trapianti che ha sede a Palermo, nell’area dell’ospedale Civico. Gli uffici della commissione Sanità ci hanno risposto che non sono in possesso di tali dati.

Ci chiediamo e chiediamo: può un Parlamento non essere al corrente di quanti fondi pubblici finiscono nelle ‘casse’ di un’importante struttura sanitaria privata?

O, forse, il fatto che l’ISMETT faccia capo a un’università americana giustifica il ‘disinteresse’ del Parlamento siciliano?

O forse la segretezza è giustificata dal fatto che l’ISMETT – che ormai non si occupa più solo di trapianti – è diventato l’ospedale dei politici e, in generale dei potenti della Sicilia?

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