La Conferenza Regione-Autonomia locali certifica il fallimento delle ex Province siciliane?

15 settembre 2016

Sembra proprio di sì. Ieri nel corso dei lavori della Conferenza Regione-Autonomie locali sono state accertate due cose. Primo: alle ex Province mancano 120 milioni di Euro. Secondo: non solo il Governo Renzi non vuole dare questi soldi, ma ne vuole altri dalle ex Province dell’Isola ormai fallite. A rischio i servizi per i disabili della Sicilia. Mentre è assodato che non si interverrà sulle strade provinciali ormai abbandonate. L’incognita della manutenzione degli edifici scolastici

Non ci sono i soldi per pagare i circa 6 mila e 500 dipendenti delle ex Province siciliane. Concetto che è stato più volte ribadito nel corso della Conferenza Regione-Autonomie locali che si è riunita ieri a Palermo. Per pagare gli stipendi ci occorrono 120 milioni di Euro. Questi soldi c’erano: sono, anzi erano i soldi le ex Province siciliane incassavano con la RC auto. Ma Roma si è presi anche questi. C’è di più: il Governo Renzi vuole anche dalle ex Province siciliane ormai fallite i soldi per “il risanamento” dei conti nazionali che, però, non si risanano mai.

Insomma, tra Governo Renzi e Governo regionale di Rosario Crocetta siamo tra la farsa e l’operetta oscena.

Sconsolato il commento di Paolo Amenta, vice presidente dell’ANCI Sicilia, che ieri, dopo la conferenza Regione-Autonomia locali, ha vergato il seguente comunicato stampa:

“Siamo al punto di partenza e con le somme esigue che sono sul tavolo, 18 milioni, più altre 9 inseriti nella mini-finanziaria in discussione in queste ore all’Ars, alla fine mancano all’appello altri 120 milioni di Euro, senza tenere conto di tutti gli altri servizi e compiti, per non fare morire le ex Province, oggi Liberi Consorzi. L’unica strada percorribile, considerato che la Regione non sa come reperirli, è quella che vado gridando da mesi, ovvero un intervento determinante del Governo nazionale, in modo da ridurre il prelievo ‘forzoso’ che sta continuando a fare da questi Enti per il risanamento dei conti pubblici”.

Sono i soldi che il Governo Renzi si prende trattenendoseli alla fonte.

“Prelievo, si badi bene – precisa Amenta – che continuerà anche nel 2017. E allora, si apra subito il dibattito su questo tema, anziché provare a distribuire somme che non esistono. Si pensi che per uno dei compiti importanti che hanno le ex Province nel territorio, il Servizio ai disabili, complessivamente i sei Liberi Consorzi riceveranno appena 1.150.000,00 Euro, come dire nulla”.

Amenta, in sostanza, sta avvertendo i Siciliani che il Governo Renzi si è preso anche i soldi che servono per sostenere i disabili della nostra sempre più disastrata Isola. 

“Mentre non ci sono somme per tutti gli altri servizi – aggiunge il vice presidente dell’ANCi Sicilia – ad iniziare dalle manutenzioni degli edifici scolastici delle strade provinciali e così via. Così come non c’è nessuna decisione per il futuro dei precari, la cui data ultima per l’approvazione delle proroghe e pensare alla loro stabilizzazione è il 31 Dicembre 2016”.

Poi si arriva all’ultimo scippo del Governo nazionale: le retribuzioni dei dipendenti delle ex Province:

“Non parliamo poi degli stipendi, di cui non c’è più certezza. Alla Provincia di Siracusa, dove i dipendenti rivendicano tre mensilità, è stato possibile pagare solo il mese di Giugno, per cui da qui alla fine dell’anno non si sa più come fare. Per non parlare della società partecipata Siracusa Risorse i cui dipendenti da 11 mesi aspetto le retribuzioni”.

“È una situazione, purtroppo – prosegue Amenta – che mette a rischio la stabilità di questi Enti, il loro futuro e il ruolo che ricoprono nel territorio e nei confronti dei cittadini in termini di servizi che già da adesso non si riescono più a garantire.

Quindi il passaggio sui Comuni:

“Certo, la situazione non è bella neanche per i Comuni – prosegue il vice presidente di ANCI Sicilia – la maggior parte dei quali non ha ancora approvato, perché impossibilitata da questa situazione, i bilanci di previsione 2016, mentre siano quasi alla fine dell’anno. Per ciò che riguarda i trasferimenti per la Quota corrente, ci è stata data notizia che forse arriveranno alla fine di Settembre, mentre per la Quota investimenti non c’è alcuna certezza”.

“E allora – conclude Amenta – il Governo nazionale si prenda carico di questo quadro, garantisca la chiusura del 2016, e incominci a discutere, seriamente, del 2017, riducendo il prelievo ‘forzoso’ da Enti che non hanno più neanche gli occhi per piangere e stanno riducendo e razionalizzando tutto, tagliando dirigenze, spese, e come si vede anche servizi. Si eviti questo disastro e questa moria ai danni dei cittadini e dei territori. Ma subito!”.

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