Bruno (PD) al M5S: “Incapaci di governare”. Il bue che dice cornuto…

5 settembre 2016

Ipse dixit/ Il presidente regionale del Partito Democratico dà lezioni di governo e di comportamento ai pentastellati. Non è una barzelletta. Ci è o ci fa?

Quando il bue dice cornuto all’asino. Giuseppe Bruno, presidente regionale del Partito Democratico, attacca il Movimento 5 Stelle: “In Sicilia gli amministratori 5 stelle stanno dimostrando dovunque incapacità a governare. Adesso scopriamo che anche le loro pseudo battaglie di moralizzazione della politica altro non erano che una presa in giro per i cittadini”.

L’esponente renziano, nella sua nota, si riferisce ad un caso particolare, quello di Alcamo, dove il sindaco grillino, Domenico Surdi, convinto che si tratti d “adeguamenti Istat”, ha deciso di aumentare del 3% la sua indennità e quella dei suoi 5 assessori. La delibera in questione è stata contestata e sarebbe all’attenzione della Corte dei Conti. “Il sindaco Pd di Terrasini ha deciso di rinunciare all’identità viste le difficoltà economiche del Comune- dice Bruno, per sottolineare la differenza tra il suo partito e quello di grillo che, appunto, sarebbe “incapace di governare”.

In effetti, in un momento come quello che stiamo vivendo, la mossa non ci pare tra le più azzeccate, anche se da Alcamo fanno sapere che la riduzione del numero degli assessori e dei consiglieri comunali è già un risparmio e che comunque le indennità, anche con l’adeguamento Istat, restano più basse di quelle della precedente amministrazione.

Detto questo (e in attesa del parere della Corte dei Conti), ci lascia basiti il commento di Bruno. Che conferma come a questo partito manchino i fondamentali: il senso dell’autocritica e della decenza. Se, infatti, un cittadino qualsiasi è legittimato a porsi qualche domanda, non lo è, in questo caso, un esponente del partito che ha ridotto in macerie la Sicilia, pure peggio dei governi precedenti, che è quanto dire.

Innanzitutto, se dovessimo correlare la capacità di governare ai singoli atti controversi (illegittimi o inopportuni che siano) col PD ci perderemmo di casa. Senza bisogno di scomodare Mafia capitale e o gli altri scandali giudiziari che hanno coinvolto questo partito in tutta Italia, anche in Sicilia non mancano cattivi esempi. Prova ne è la batosta clamorosa delle ultime amministrative, che, evidentemente, ancora brucia. E lì dove hanno vinto, non mancano i primi scandali: clamoroso il caso di Canicattì, dove il neo sindaco è stato rinviato a giudizio dalla Corte dei Conti, per avere, in veste di consigliere comunale, approvato un aumento dei gettoni di presenza, non del 2% o 5%, ma del 100%. Ne deduciamo, dunque, che il sindaco PD sarà incapace di governare visto che è stato capace di un atto- questo sì, palesemente fuori da ogni grazia di Dio- del genere? Oppure per giudicarlo, servirà tempo visto che si è insediato a Giugno e questo vale anche per il sindaco di Alcamo?

Non parliamo, poi, del PD al governo della Regione. I misfatti e le incapacità sono sotto gli occhi di tutti, li tocchiamo con mano ogni giorno, li paghiamo ogni giorno: dai rifiuti, ai vergognosi accordi con lo Stato che depredano le casse regionali, fino al complice silenzio in tema di tributi, che, secondo la Corte dei Conti, il Governo nazionale “trattiene unilateralmente” e che invece, sempre secondo la magistratura contabile, potrebbero essere utili per risolvere i problemi di liquidità dei comuni. Va da sé, l’elenco potrebbe continuare all’infinito.

Questo blog non ha mancato di criticare il M5S quando è stato il caso. Ma, soprattutto, non è un mistero, l’associazione I Nuovi Vespri, cui fa riferimento questo sito, è convinta della necessità di un nuovo soggetto politico fatto di Siciliani che lavorino per la Sicilia, senza alcun riferimento nazionale, come sosteniamo qui, ad esempio.

Non è dunque, nelle nostre corde, difendere aprioristicamente chiunque abbia un riferimento a Roma. Ma non lo è neanche far passare in sordina l’incoerenza e la faccia tosta di chi indica la gobba altrui, tacendo sulla propria che è enorme. Anche perché siamo stufi di tanta arroganza e dell’offesa continua all’intelligenza dei siciliani.

Fortuna vuole che i siciliani non sono così stupidi, lo hanno dimostrato alle ultime amministrative e continueranno a farlo.

 

 

 

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