Palermo, 50 varianti urbanistiche nel Centro storico in parte senza certificato antisismico!

4 settembre 2016

A chiacchiere si dice che bisogna prevenire i danni che potrebbero essere provocati dai terremoti. Di fatto, poi, si procede facendo l’esatto contrario. Succede a Palermo, dove invece di aggiornare il vecchio Piano Particolareggiato Esecutivo per il Centro storico si procede a colpi di varianti. Per piazzare nuovo cemento là dove era previsto il verde. Ignorando la prevenzione sismica. Le critiche di Nadia Spallitta, che annuncia emendamenti in Consiglio comunale

Tra uno scavo, un obbligo a non superare ora i 50, ora i 70 km orari sulla Circonvallazione, una ZTL ora sì, ora no, il Comune di Palermo trova anche il tempo per una bella ‘lenzuolata’ di varianti urbanistiche nel Centro storico. Per la precisione, sono 50 varianti urbanistiche. Una bella ‘botta’, insomma, pe rla parte antica della città. Così, tanto per gradire…

Abbiamo parlato del Comune. Ed è corretto. Anche se, in realtà, tutto parte dalla Giunta comunale che ha presentato questa ‘grassa’ delibera al Consiglio comunale. Dove non mancherà una maggioranza per approvare questa bella colata di nuovo cemento nel Centro storico della città. Con una novità: cemento là dove si prevedeva il verde.

Ma tutto fa brodo, ormai, a Palermo. Manca un anno alla fine della consiliatura. Il prossimo anno si voterà per il nuovo sindaco e per il nuovo Consiglio comunale. Tanto vale darci sotto, no? Meglio accontentare i cittadini titolari di vecchie abitazioni nella parte antica della città, bloccati da un PPE (Piano Particolareggiato Esecutivo) del 1993 con i vincoli per l’esproprio scaduti.

Invece di pensare a lavorare per un nuovo PPE si provvede con le varianti: facile come bere un bicchiere d’acqua. 

Le varianti puntano a mantenere le abitazioni là dove il vecchio Piano Particolareggiato Esecutivo del Centro storico prevedeva, invece, la demolizione o la creazione di aree di verde pubblico.

Olè, signori: cemento al posto degli alberi. In onore ai mille alberi eliminati negli ultimi anni in città per fare posto alla strada ferrata di Tram, Passante e Anello ferroviario. La tutela dell’ambiente, innanzi tutto…

Il Tram o comunque la strada ferrata non è prevista nel Centro storico. Così la parte antica di Palermo – dove di verde, in verità, ce n’è sempre stato poco – non ha potuto conoscere il ‘fascino’ degli alberi tagliati per fare posto alle ferrovie (vedi via Leonardo Da Vinci-via Nortarbartolo)

Ma niente paura: là dove non arriveranno gli appalti ferroviari, oplà!, arriveranno le già citate 50 varianti urbanistiche: non potendo eliminare il verde che non c’è si eviterà di mettercelo.

Nadia Spallitta, vice presidente vicaria del Consiglio comunale, esponente del PD, non sembra molto contenta della soluzione.

“In primo luogo – dice – contesto che varianti urbanistiche che comportano ricadute tanto rilevanti sul territorio possano essere trattate, così numerose, in un unico atto. Mancano, tra l’altro, le schede specifiche per ogni immobile, da allegare all’atto, che consentono di conoscere la portata della variante per consentire inoltre eventuali osservazioni o opposizioni. Ritengo, poi, incomprensibile e inaccettabile la scelta di eliminare il verde pubblico nel nostro Centro storico – che ne è già sostanzialmente privo – con un’illegittima deroga agli standard urbanistici”.

“Inoltre – prosegue Nadia Spallitta – molte varianti riguardano verde pubblico limitrofo alle mura antiche della città. Così avviene per esempio per gli interventi relativi alle aree del Cassaro, di Porta Montalto o di via Candelai, che dovrebbero essere valorizzate e inserite nel percorso arabo-normanno attraverso la creazione di spazi verdi ad uso collettivo. Per cui questa scelta mi sembra che contrasti con il processo di riqualificazione e valorizzazione condiviso con l’Unesco. Sotto il profilo strutturale molte delle varianti sono sprovviste dell’obbligatorio e vincolante parere del Genio civile, che sostanzialmente invita l’Amministrazione a cassare tali interventi puntuali dalla proposta, in quanto gli edifici risultano sprovvisti del certificato antisismico”.

“Anche da questo punto di vista – dice sempre la vice presidente vicaria del Consiglio comunale – ritengo che l’atto sia illegittimo nella parte in cui si propongono interventi in assenza dei prescritti pareri tecnici. Infine non mi spiego per quale ragione si sia deciso improvvisamente di modificare il PPE in modo così disorganico, col rischio anche di alterare gli equilibri del Centro storico, e non si pensi invece ad un aggiornamento dello strumento urbanistico che consenta di analizzare lo stato di fatto e rivedere eventualmente alcune previsioni, salvaguardando sicuramente il verde e i beni monumentali. Proporrò in Consiglio alcuni emendamenti per correggere ed eliminare tali criticità”.

Insomma, c’è modo e modo di andare incontro alle legittime aspettative dei cittadini.

“E questo – conclude Nadia Spallitta – non mi sembra il modo migliore”.

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