La Sicilia è ormai una discarica. Tutta colpa della mala politica. Cacciamola via!

4 settembre 2016

Platone ci ricorda che non dobbiamo mostrare indifferenza verso il bene comune. Perché se ci mostriamo indifferenti verso il governo della cosa pubblica il potere finisce nelle mani dei malvagi. Proprio come è successo in Sicilia. Il caso degli ATO rifiuti è emblematico. Sarebbe bastato gestire il servizio rifiuti con il personale che lavorava nei Comuni. Invece gli ATO rifiuti hanno assunto circa 13 mila persone. Con il risultato di aver trasformato la Sicilia in una discarica! Cari Siciliani, ricordatevi di questi miserabili politici che oggi governano l’Isola nella prossima campagna elettorale. Non votateli più

 

“La pena che i buoni devono scontare per la loro indifferenza al bene comune è quella di essere governati da malvagi”

La pubblicazione su Facebook  di questa sacrosanta verità espressa da Platone ha innescato una piccola discussione tra “amici”, conclusasi con la domanda di sempre: chi sono i buoni e chi sono i malvagi. Stessa domanda che ci si pone quando, ne “La  Repubblica” Platone auspica il governo dei migliori. Anche qui: chi sono i migliori?

La domanda, secondo me, non può avere risposta e la questione una soluzione se per buoni e migliori intendiamo persone di animo buono o, addirittura, migliore rispetto ad altri.

Ormai da  secoli  etica  e politica hanno preso strade diverse. il che non significa che la politica non debba avere una sua etica. Anzi! E qui sta il punto.

L’etica della politica (la sua profonda, autentica ragion d’essere) è quella del perseguimento del bene comune: i buoni sono quelli che, attraverso la politica, perseguono il  bene comune, i malvagi sono coloro i quali, attraverso la politica, fanno i propri interessi, economici o di potere.

Come si fa a capirlo? Proviamo a dimostrarlo con un “caso di specie”, i cui effetti sono sotto gli occhi  di  tutti, ossia la  politica della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in Sicilia.

Partiamo dalla fine. La politica siciliana, a qualunque livello, in tanti anni non è riuscita ad assicurare nell’Isola un minimo di risposta ad un problema che non è una maledizione biblica, né una calamità naturale e quindi non è riuscita ad assicurare un servizio essenziale per la popolazione. Perché?

Quando in forza di una legge nazionale si impose un nuovo sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e il trasferimento delle competenze prima attribuite ai Comuni  ad un Ente sovra comunale, l’ATO (Ambito Territoriale Ottimale), la politica aveva davanti a sé due strade: una virtuosa, l’altra viziosa.

Secondo la politica virtuosa, l’operazione si sarebbe dovuta realizzare a costo zero. Sarebbe bastato che il personale che in ciascun Comune operava nel settore fosse trasferito in capo all’ATO.

Sarebbe bastato che l’organico della nuova struttura fosse la pura e semplice sommatoria degli organici di ciascun Comune.

Sarebbe bastato che le spese per il loro mantenimento passassero a carico della Regione che li avrebbe recuperate detraendo e trattenendo gli importi relativi dai fondi che la Regione stessa trasferisce agli enti locali.

Primo effetto virtuoso. Gli ATO poi avrebbero avuto a loro disposizione personale qualificato e competente, il quale avrebbe continuato a fare il suo lavoro senza soluzione di continuità.

Secondo effetto virtuoso. I finanziamenti agli ATO sarebbero stati sufficienti per l’attività e i mezzi senza mostruosi indebitamenti.

Secondo la politica viziosa, quella che ha a cuore i suoi interessi e il mantenimento del potere, la costituzione dei nuovi ATO fu una grande occasione di acquisizione di ulteriore consenso. Gli operatori comunali del settore non furono”disturbati”: furono lasciati presso i Comuni a fare altro (e basta con la monnezza!) e furono assunti, senza una procedura di evidenza pubblica e senza che i “buoni” scendessero in piazza per impedirlo, gli amici degli amici secondo il bisogno dei politici e non certo del servizio da rendere alla collettività.

I costi si sono complessivamente più che raddoppiati, il sistema è andato in tilt. I nostri Comuni sono diventati discariche a cielo aperto.

Da dove nasce questo  risultato?

Torniamo a Platone. Se per i cittadini non è prioritario il bene comune, se, come nel caso di specie, il cittadino non ha un forte sociale e civile interesse a questo aspetto del bene comune, e cioè che le strade delle proprie città siano spazzate ogni giorno dell’anno. Se, quando c’è da fare politica, i cittadini se ne stanno a casa, consentendo che “i malvagi”, quelli che hanno causato il disastro, vengano rieletti proprio con i voti degli amici degli amici, è giusto che questi cittadini-non cittadini soffrano la pena di cui parla Platone.

Pensiamoci alla prossima campagna elettorale, quando a questi miserabili tornerà il sorriso accattivante,  quando vi blandiranno con le promesse di sempre.

Pensiamoci, soprattutto, nel segreto dell’urna. 

Foto tratta da astrolabio.amicidellaterra.it    

 

 

 

 

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