Ars, maggioranza e Governo assenti in Aula: mini-finanziaria a Settembre?

10 agosto 2016

Dopo l’approvazione della discutibile ‘riforma’ elettorale dei Comuni, Sala d’Ercole dovrebbe approvare entro oggi una mini- finanziaria. Ma dall’aria che tira si capisce che il testo esitato dalla Commissione Bilancio e Finanze presieduta dal solito Vincenzo Vinciullo (nella foto sopra) non sembra condiviso. E’ probabile che tutto slitti a Settembre. La questione degli studenti disabili tra verità e non verità

Approvata la legge di ‘presunta’ riforma delle legge elettorale dei Comuni, l’Assemblea regionale siciliana dovrebbe approvare, entro oggi, una mini-finanziaria molto rabberciata.

Ma stamattina, a Sala d’Ercole, erano assenti tanti deputati, quasi tutti della maggioranza di centrosinistra. Così, dopo la richiesta del numero legale, il vice presidente dell’Ars, Giuseppe Lupo, che presiedeva i lavori, ha sospeso la seduta.

L’Aula tornerà a riunirsi a mezzogiorno. Ma, con molta probabilità, il problema assenze si ripeterà tale e quale. La sensazione è che il testo della mini-finanziaria esitato dalla Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars non sia molto condiviso.

Non è la prima volta che il presidente della più importante Commissione legislativa del Parlamento siciliano, Vincenzo Vinciullo, va avanti senza tenere conto di tutte le ‘anime’ politiche presenti all’Ars. L’epilogo, in questi casi, non può che essere il blocco dei lavori parlamentari.

A nostro modesto avviso, di questa Finanziaria si tornerà a parlare a Settembre.

Per la cronaca, non si tratta di grandi somme: circa 8 milioni di Euro scippati al Fondo etico (come potete leggere qui). Più una serie di norme di principio e un mutuo di 19 milioni di Euro circa – che non sta né in cielo, né in terra – per consentire alla Regione di privatizzare (o di svendere?) le Terme di Sciacca e le Terme di Acireale.

Una coda polemica riguarda la vicenda degli studenti disabili. Su questo punto è bene fare un po’ di chiarezza.

Il Ministero dell’Istruzione interviene fornendo una parte di servizi per questi studenti. In Sicilia, da anni, le Province hanno assicurato alle famiglie di tali studenti anche il sostegno nel pomeriggio e l’accompagnamento a casa con i pullman.

Ma, com’è noto, le Province siciliane sono state trasformate nelle tre Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina e nei Consorzi di Comuni. Ma questi nuovi soggetti non sono attivi perché anche i fondi delle ex Province sono stati ‘inghiottiti’ dal Governo Renzi.

Di fatto, le tre Città Metropolitane siciliane e i Consorzi di Comuni esistono solo sulla carta perché, senza soldi, non hanno potuto nemmeno effettuare le elezioni di secondo grado (nel caso dei Consorzi di Comuni). Questo perché, come già accennato, mancano i soldi.

In Aula è stata fatta un po’ di confusione: qualcuno ha sostenuto che lo Stato ha interrotto tutti i servizi in favore degli studenti disabili; mentre a noi risulta che sono stati interrotti solo i servizi che un tempo venivano effettuati dalle ormai ex Province (ci rifiutiamo di pensare che la Regione paghi i docenti i cui costi sono a carico dello Stato).

Una cosa giusta l’hanno detto i grillini quando hanno sottolineato che dal Fondo di riparto che lo Stato ha approntato per tutte le Province, è stata esclusa la Sicilia. E’ vero. Qualche mese fa il Governo Renzi, con la scusa che la Regione siciliana, sulle Province, non si era adeguata alla legge Delrio, ha escluso la nostra Regione dal riparto delle somme destinate alle Province del resto d’Italia che si chiamano tutte Città Metropolitane.

In pratica, il Governo Renzi, dopo aver scippato alle Province della nostra Isola circa 220 milioni di Euro della cosiddetta RC Auto, non ha erogato una somma – legata al riparto – pari a circa 45 milioni di Euro.

E questo è avvenuto nonostante la presidenza dell’Ars del solito Giovanni Ardizzone ha fatto ‘genuflettere’ il Parlamento siciliano al volere di Roma. Non solo il Parlamento siciliano si è piegato, estendendo anche in Sicilia la legge Delrio: ma questo – almeno fino ad ora – non ha impedito a Roma di tenersi i soldi del riparto per le ex Province destinati alla Sicilia.

Insomma, l’ascarismo non paga mai (chissà se il presidente Ardizzone ci rifletterà).

Avrebbe dovuto essere il Governo regionale di Rosario Crocetta a battere i pugni sul tavolo. Ma in quei giorni Crocetta era a Roma a firmare il secondo ‘Patto scellerato’ con Renzi, rinunciando, per la seconda volta, ai contenziosi finanziari con lo Stato in cambio di 500 milioni di Euro che non sono arrivati e che non arriveranno…

Insomma, Crocetta e i rappresentanti del PD siciliano erano a Roma per svendere per l’ennesima volta i Siciliani, non certo per rivendicare i soldi del riparto per le Province.

Morale: deputati dell’Ars in vacanza. A meno di colpi di scena, di questa mini-finanziaria, se ne riparlerà a Settembre.

Dimenticavamo: ci saranno le solite ‘geremiadi’ sui Consorzi di bonifica: non si potrà irrigare di qua, no si potrà irrigare di là. E bla bla bla…

Foto tratta da dettotranoi-palermo.blogautore

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