Messina di nuovo senz’acqua. Non è che è fatto tutto apposta per fregare il sindaco Accorinti?

23 luglio 2016

A pensare male, si sa, si fa peccato: però qualche volta s’indovina. Lo Stato e la Regione che promettono un sacco di soldi per riparare in modo strutturale il guasto alla condotta. E poi se ne pentono optando per un bypass che tiene a malapena. Ora l’incendio, che in Sicilia è quasi sempre doloso. Da qui il dubbio: non è che questa sete di Messina atto secondo spunta per appannare l’immagine dell’attuale sindaco e preparare qualche altra candidatura? Anche se i cittadini…

‘Sto proverbio lo ripetiamo spesso, ma in Sicilia calza quasi sempre a fagiolo:

“A pensar male si fa peccato, però qualche volta s’indovina…”.

Un adagio che calza a pennello a Messina, dove un incendio – appiccato chissà da quale manina – ha mandato in cenere i bypass che portavano l’acqua nella Città dello Stretto. Nei mesi scorsi era stata la frana dalle parti di Caltabiano a interrompere l’erogazione idrica. La Regione stava per intervenire con 24 milioni di Euro, il Governo nazionale con 6 milioni di Euro. Avete presente al ristorante quando, alla fine, si chiude con il conto preso al volo da uno dei commensali:

“Faccio io”, “Ma ti prego”, “No, è un piacere, veramente”, “Non se ne parla nemmeno!”. Solo che a Messina, alla fine, sono scappati entrambi i commensali… Non ha pagato lo Stato e non ha pagato la Regione! Del resto, da Mattero Renzi e da Rosario Crocetta cosa vi aspettavate?

Sapete perché l’acqua, a Messina, è stata ripristinata? Perché, con la ‘sputazza’, come si usa dire quando una cosa è precaria, tipo il Governo Crocetta, è stato realizzato il già citato bypass. Nella speranza – sussurrano i maligni a Messina – che al primo venticello, zact!, l’erogazione idrica si sarebbe interrotta di nuovo. Tanto per dare la colpa al sindaco Renato Accorinti, primo cittadino per caso, eletto causa faide interne alla vecchia politica messinese.

Ora fino a quando si babbia si babbia. Tra un po’ nella Città dello Stretto si tornerà alle urne e la vecchia politica – e magari la Massoneria – rivogliono il ‘giocattolo’. Ragazzi, non è che si può continuare a tenere Messina con un sindaco estremista di sinistra in canotta anti-ponte sullo Stretto e perfino pacifista, mentre in tutta l’Europa trionfano banche e finanza! Cerchiamo di essere seri!

Già nei mesi scorsi i venti-venticinque giorni senz’acqua un segno devono averlo lasciato. O no? Eh sì, c’è il dubbio che i messinesi si siano convinti che il sindaco, con l’acqua che mancava, non c’entrava una mazza.

E allora? E allora sarebbe stata opportuna un’altra ‘botticella’. Nessun dolo, per carità: a Messina, ‘Verminai’ a parte (ricordate? un po’ di ‘ndrangheta, un po’ d’università, e tanti ‘grembiuli’), tutto è legato al caso: nei mesi scorsi la pioggia e la frana, oggi il fuoco di Eraclito.

Chissà, magari i messinesi penseranno: anche se ‘st’Accorini non c’entra, magari magari…

Purtroppo i fatti, però, danno ragione al sindaco estremista di sinistra. Nel senso che lui non c’entra e, invece, c’entra, per esempio, il Governo di Rosario Crocetta. E se lo certifica Forza Italia, con la parlamentare nazionale Maria Gullo, non c’è molto da arzigogolare:

“In otto mesi – dice la deputata azzurra – solo chiacchiere, promesse e passerelle. Messina si appresta a vivere una nuova emergenza idrica dopo quella dello scorso novembre e duole dirlo, ma è figlia del pressapochismo con cui il Governo Crocetta affronta i problemi veri della nostra Regione”.

Il senatore di Sinistra Italiana, Francesco Campanella è ancora più preciso:

“L’ennesimo guasto alla condotta idrica di Messina è un disastro annunciato. Si sapeva già a Ottobre scorso, come abbiamo più volte denunciato, che il bypass sarebbe stato una soluzione provvisoria e sin da subito l’Amam ha stimato i costi per il ripristino dell’intera condotta in 6 milioni di euro. Fondi che non sono mai arrivati a Messina, né da Palermo, né da Roma. I governi Crocetta e Renzi hanno deliberatamente deciso di abbandonare a se stessa l’amministrazione guidata da Renato Accorinti, producendo di fatto i disastri di oggi. Un’intera città da questa mattina è nuovamente a secco e non si sa nemmeno per quanto tempo dovrà restarci. Renzi e Crocetta dovrebbero solo vergognarsi per l’ennesima cronaca di un disastro annunciato”.

Renzi e Crocetta: prendete e portate a casa.

Se quella raccontata da Maria Gullo e Francesco Campanella è la verità – e tutto lo lascia pensare – il leader dell’UDC, Giampiero D’Alia, e il suo fedele amico, Giovanni Ardizzone, possono cominciare a preoccuparsi.

E’ noto che Ardizzone ambisce a prendere il posto di Accorini: anche perché, pur di far nascere la Città metropolitana di Messina, lo stesso Ardizzone ha piegato la potestà legislativa del Parlamento siciliano alla volontà del Governo nazionale, che ha voluto per la Sicilia Città metropolitane uguali, in tutto e per tutto, a quelle nazionali create con l’intelligente legge Delrio: sì, lui, Graziano Delrio, quello che ha tagliato i fondi alle ferrovie del Sud perché al Sud ci sono le “rocce”, tornato agli ‘allori’ dopo l’incidente ferroviario in Puglia…

Insomma, per non divagare, Ardizzone ha ‘costruito’ la sua candidatura a sindaco della Città metropolitana di Messina dalla presidenza dell’Ars. Ultimamente, il Parlamento siciliano a maggioranza ‘ascara’ di centrosinistra è diventato lo scendiletto del Governo Renzi, approvando una legge (variazioni di Bilancio 2016) che certifica il ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta. Che doveva fare, più di quello che ha fatto, il presidente Ardizzone?

Oggi arriva il fuoco e… Per carità, la sete da bypass bruciati ci sta pure. Però, adesso, a Messina si rischia il fuoco amico: non il fuoco che ha bruciato i bypass, per carità: ma il fuoco degli elettori di Messina che potrebbero mandare a quel paese verminai, ‘incappucciati’ e pure i democristiani come D’Alia e Ardizzone.

Della serie: con ‘st’acqua che manca fatta apposta volete forse sbarazzarvi di Accorini? E noi lo rivotiamo alla faccia vostra…

 

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