Corte dei Conti: lo Stato “stressa” i conti della Sicilia

5 luglio 2016

Il contributo per la finanza pubblica richiesto alla Sicilia continua ad aumentare, tanto che i magistrati contabili parlano del rischio di “uno squilibrio incompatibile con le complessive esigenze di spesa” regionali…”

Tra i tanti capitoli contenuti nel ‘Rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio finanziario 2015’ della Corte dei Conti (che stiamo leggendo in queste ore), ci imbattiamo in quello intitolato: “Il concorso della Regione Siciliana al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica”, ovvero quanti soldi la Sicilia sborsa per le politiche economiche nazionali.

Capitolo dolentissimo. Come, infatti, ricorderete, la Sicilia, per stessa ammissione dell’assessore-commissario, Alesandro Baccei, è la regione che, in assoluto, ha versato più soldi alle casse romane: 1 miliardo e 286 milioni nel 2015, quando nel 2012 il contributo si ‘fermava’ a 639 milioni.

Ebbene, cosa ha fatto il ‘nostro’ Baccei per fare ridurre questo salasso? Ovviamente un bel niente visto che lui lavora per Roma, non per la Sicilia. Ed, infatti, questo contributo, come si legge nella relazione della Corte dei Conti, è destinato a crescere:

“Si deve rilevare il crescente stress al quale sono state sottoposte le entrate regionali,che subiscono drenaggi annualmente sempre più elevati. Ciò si verifica già rispetto al dato base del 2012, pari a 639 milioni di euro, che quasi si raddoppia nel 2015 (1.286 milioni di euro), lievitando fino a 1.510 milioni di euro nella prospettiva del 2018″.

“Al riguardo, nel rinviare alle considerazioni espresse dalla Consulta nelle sentenze n.
10 e 29 del 2016 circa i parametri di legittimità costituzionale che devono caratterizzare le
riduzioni di trasferimenti finanziari da un ente territoriale ad un altro, queste Sezioni riunite ritengono di dover porre in particolare evidenza come eventuali ulteriori significativi incrementi del concorso della finanza regionale al consolidamento dei conti pubblici nazionali potrebbero, in effetti, “comportare uno squilibrio incompatibile con le complessive esigenze di spesa” regionali e, in definitiva, rendere “insufficienti i mezzi
finanziari dei quali la Regione dispone per l’adempimento dei propri compiti”. 

Non solo: “L’ incremento della quota di concorso – si legge nella relazione- annualmente richiesta, per il triennio in esame, già eccede le previsioni di crescita del gettito delle entrate tributarie con cui farvi fronte, risultanti dal bilancio pluriennale e richiede variazioni in aumento ovvero manovre aggiuntive volte a comprimere ulteriormente le spese. In tale scenario, ulteriori risorse finanziarie da parte dello Stato – ottenute dalla Regione in forza di accordi o intese – rischiano di ritornare alla fonte sotto altra forma”.

Più chiaro di così…

La Corte dei Conti siciliana cita anche un monito della Corte costituzionale contenute nella sentenza n. 19 del 2015, ovvero: “Anche lo Stato, dunque, deve fare in modo che l’attività di concertazione si svolga secondo comportamenti coerenti e non contraddittori, tanto in riferimento ai limiti di accoglimento delle proposte formulate dalle autonomie speciali, quanto in relazione alle possibili alternative da offrire a queste ultime. Ciò senza dar luogo ad atteggiamenti dilatori, pretestuosi, ambigui, incongrui o insufficientemente motivati, di modo che il confronto possa avvenire su basi di correttezza e di apertura all’altrui posizione”,

Insomma una tirata d’orecchie allo Stato che fagocita le risorse delle regioni autonome (non è la prima volta che la Corte dei conti siciliana accusa di slealtà lo Stato –come potete leggere qui, ad esempio– nei suoi rapporti con la Sicilia).

Però mentre le altre si ritrovano difese dai politici locali, in Sicilia queste ‘faccende’ sono lasciate in mano all’assessore imposto dal Governo Renzi che fa i suoi interessi e ad una classe politica di servi.

Tant’è che non solo non è stato ridotto il contributo alla finanza pubblica, ma si continuano a scippare altre risorse con altri accordi capestri.

Per chi non l’avesse ancora capito: ci stanno affamando scientemente….

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