Il recupero del peschereccio e delle salme è costato 10 mln di Euro. E’ stato fatto un bando pubblico?

1 luglio 2016

Parliamo del peschereccio naufragato nell’Aprile dello scorso anno nel Canale di Sicilia. Giusto recuperare e dare sepolture alle salme. Però, visto che sono stati spesi 10 milioni di fondi pubblici, sarebbe opportuno rendere ‘trasparente’ tutta l’operazione. Già, nel nostro Paese – come dimostra l’inchiesta su Mafia Capitale – c’è chi si sta arricchendo – anche illecitamente – con i migranti vivi…

Nel porto di Augusta, trainato dalla nave Ievoli Ivory, è arrivato il relitto del peschereccio affondato il 18 Aprile dello scorso anno nel Canale di Sicilia. L’imbarcazione è stata recuperata dopo una una complessa operazione voluta dal Governo del nostro Paese. La vicenda è stata seguita dal ministero della Difesa ed è stata coordinata dalla Marina Militare.

Per la cronaca, il peschereccio è rimasto nei fondali del Canale di Sicilia, a circa 400 metri di profondità, per oltre un anno. Le operazioni hanno consentito il recupero di un numero di corpi che oscilla tra 250 e 300.

Ricordiamo che ancora non si conosce il numero dei migranti che erano presenti sul peschereccio al momento del naufragio (c’è chi parla di 700 imbarcati). I sopravvissuti sono stati 28. E 169 le salme recuperate in mare dai sommozzatori della Marina militare e dei vigili del fuoco.

Il costo dell’operazione – finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – è stato pari a quasi 10 milioni di Euro.

Qualche considerazione. Fermo restando che è umanamente giusto recuperare le salme e provvedere alla sepoltura, ci chiediamo, visto che di mezzo ci sono quasi 10 milioni di Euro pubblici: è stato fatto un bando pubblico per queste operazioni di recupero del peschereccio e delle salme? Perché se è giusto, come ha detto il premier del nostro Paese, Renzi, “dare una sepoltura a quei nostri fratelli, a quelle nostre sorelle”, è anche giusto che questo venga fatto all’insegna della ‘trasparenza’ e non con affidamenti senza bandi.

Ribadiamo: la nostra è una domanda: può anche darsi che noi sbagliamo a pensare male, può anche darsi che la gara sia stata espletata e noi non ne sappiamo nulla: però un po’ di chiarezza, su questo particolare, che non è proprio secondario, sarebbe opportuna.

Altrimenti siamo autorizzati a pensare male: a pensare, ad esempio, che i migranti, in Italia – ce lo dice l’inchiesta su Mafia Capitale – oltre ad essere diventati un grande affare da vivi, potrebbero diventare un affare anche da morti. E poiché non vogliamo pensare a una cosa simile sarebbe bello leggere sui giornali che la Presidenza del Consiglio, per queste operazioni di recupero di peschereccio e salme, abbia fatto ricorso a un bando pubblico.

Anche per evitare l’ironia dei soliti sfaccendati. Della serie: il Governo Renzi che fa tutto in favore delle banche, che ha ridotto i diritti dei lavoratori, che taglia fondi alla sanità (proprio in queste ore si parla di un taglio di 10 miliardi di Euro ai servizi sanitari), trova 10 milioni di Euro per recuperare un peschereccio e 250 a 300 salme sepolte nei fondali del canale di Sicilia da un anno…

La cosa stona un po’, no?

P.S.

Le salme recuperate verranno conservate in un apposito hangar refrigerato in un molo del porto di Augusta. 

Domanda: il porto di Augusta è un porto commerciale o è un centro di accoglienza di migranti e, adesso, anche di salme? 

Ce lo chiediamo perché, fino a qualche anno fa – visto che è l’unico porto della Sicilia che ha i fondali per far attraccare le grandi navi container – si pensava di fare di questo porto il punto di snodo di attività commerciali internazionali. Invece, non abbiamo ancora capito il perché, nel porto di Augusta attraccano solo navi cariche di migranti. 

Abbiamo la sensazione che il Governo nazionale e il Governo regionale non sembrino molto interessati allo sviluppo economico e commerciale del porto di Augusta. O no? 

g.a.

 

 

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