Alcamo tra elezioni comunali, comitati di affari & mafia

25 maggio 2016

Oltre trenta persone coinvolte in un’operazione di magistratura e Guardia di Finanza. Sgominato un comitato di affari che operava tra appalti pubblici (in testa gli eterni lavori del porto di Castellammare del Golfo) e corsi di formazione professionale-fantasma. In manette è finito un personaggio ‘eccellente’ del mondo politico alcamese: Pasquale Perricone che, secondo gli inquirenti, controllava gli affari. Le paure di inquinamento delle imminenti elezioni comunali manifestate qualche giorno fa dall’eurodeputato grillino, Ignazio Corrao

Appena qualche giorno fa l’europarlamentare eletto in Sicilia del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao, si è rivolto al Prefetto di Trapani. Motivo: intensificare i controlli per garantire un regolare svolgimento delle elezioni comunali ad Alcamo, grosso centro del Trapanese, cittadina di origine dello stesso Corrao. Oggi, proprio da Alcamo, viene fuori una storia di corruzione, tra appalti milionari e corsi di formazione professionale ‘fantasma’. Una storia molto brutta che coinvolge l’ex vice sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone.

I reati contestati dalla magistratura sono bancarotta fraudolenta e distrazione di fondi pubblici per un ammontare pari a circa 4 milioni di Euro. E’ la storia del fallimento di una società che si è occupata della della riqualificazione del Porto di Castellamare del Golfo. Sotto la lente d’ingrandimento della Guardia di Finanza sono finite altre attività: tra queste anche l’organizzazione di corsi di Formazione professionale finanziati, ma mai celebrati: in pratica, una truffa.

Insomma, c’è di tutto e di più nell’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani e dalla Guardia di Finanza. Indagini culminate in un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip. Una vicenda che, stando a quanto emerso fino ad ora dalle indagini, avrebbe scoperto un’associazione per delinquere responsabile di vari reati contro il patrimonio e contro la pubblica amministrazione.
Ma chi sono i protagonisti di questa storia? C’è il già citato ex vice sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, 61 anni, finito in carcere. Arresti anche per  Girolama Maria Perricone, sua familiare, 50 anni, famigliare dell’ex vice sindaco di Alcamo. Arresti anche per Marianna Cottone, 34 anni, cosiderata una collaboratrice fidata di Pasquale Perricone. Dietro le sbarre anche il funzionario regionale Emanuele Asta, 54 anni. Agli arresti domiciliari Francesca Cruciata, 58 anni, e Mario Giardina, 50 anni. E divieto di esercizio dell’attività professionale per l’ex consigliere comunale di Alcamo, Domenico Parisi, 50 anni.
Nel complesso, per persone coinvolte nell’inchiesta sono una trentina.
Destano un po’ impressione le dichiarazioni del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, Marcello Viola, che, nel corso di una conferenza stampa, ha parlato di un “comitato di affari” che, per anni, ha gestito Alcamo in “un contesto criminale di assoluta gravità”.
Parole pesanti, che dovrebbero fare riflettere il centrosinistra siciliano e in particolare il PD siciliano, dal momento che Alcamo è un ‘feudo’ politico del Partito Democratico e, in particolare, dell’ex parlamentare nazionale, Nino Papania, già deputato regionale e già assessore regionale al Lavoro, quando questo assessorato gestiva la formazione professionale, un settore che, dal 2009 ad oggi il PD sta provando ad ‘addomesticare’.
“Le cronache di questi mesi – ha scritto l’europarlamentare grillino Corrao appena qualche giorno addietro – ha portato allo scoperto un sistema di promesse e prebende che, nel 2012, ha falsato ed infangato le elezioni amministrative di Alcamo. Proprio per questa ragione ho chiesto a sua eccellenza il Prefetto di Trapani di voler convocare il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica per monitorare con maggiore attenzione quanto avviene sul territorio a ridosso del momento elettorale. Il Prefetto Leopoldo Falco ha accolto tale richiesta sottolineando l’azione collaborativa delle forze dell’ordine nello scongiurare il ripetersi di fenomeni così gravi”.
Nel comunicato, il parlamentare europeo alcamese Corrao cita proprio Papania:
“L’inchiesta che ha portato alla condanna emessa dal Gup di Trapani ad otto mesi di carcere per voto di scambio nei confronti di Antonino Papania, ex senatore del PD ed altri esponenti di partito – si legge nel comunicato – è probabilmente la punta di un iceberg che potrebbe ripresentarsi anche in questa tornata elettorale nel Trapanese. I cittadini non possono sopportare simili ingerenze di carattere affaristico mafioso. Ringraziamo quindi la prefettura di Trapani per la concreta disponibilità mostrata nel voler prevenire con una più massiccia presenza degli uomini di Stato sul territorio”.
Per la cronaca, Alcamo è un Comune nel quale, alle ultime elezioni comunali del 2012, il candidato del PD, Sebastiano Bonventre, ha vinto le elezioni per appena 39 voti, battendo il candidato di una lista civica, Niclo Solina. Alora si parlò di elezioni non chiare (come potete leggere qui).
Agli atti dell’inchiesta per voto di scambio che ha coinvolto l’ex senatore Papania c’è anche un sms:
“Campagna elettorale: se non vince Bonventre siamo morti”.
Insomma, polemiche a mai finire. Ma Alcamo è anche la cittadina, con quasi 46 mila abitanti, nella quale il Movimento 5 Stelle, alle elezioni politiche del 2013, ha preso quasi il 50% dei voti. Da qui il timore del grillino Corrao circa possibili colpi di coda da parte della vecchia politica.
Non manca, come dire?, qualche aspetto un po’ comico: come il corso di formazione-fantasma intitolato: “Cultura della legalità”. Un corso di formazione finto per ‘insegnare’ la legalità: certo che ce ne vuole di fantasia!
Stando alle indagini, con i corsi di formazione mai celebrati sarebbero stati erogati 280 mila Euro. una vicenda che vede coinvolto il funzionario regionale, Emanuele Asta, che, stando sempre alle indagini, era chiamato a verificare la regolarità dei corsi…
Asta è un personaggio molto ‘ammanigliato’: con l’Amministrazione regionale e con la Curia di Trapani. Sono stati proprio i vertici della diocesi trapanese a designarlo, di recente, alla vice presidenza dell’Opera Pia Mangione. Un altro incarico è quello di commissario del residence in liquidazione, Sieri Pepoli di Trapani.
Le indagini, come già ricordato, riguardano anche una delle più importanti opere pubbliche del Trapanese lasciate a metà: il già ricordato porto di Castellammare del Golfo. Dove troviamo la solita cooperativa ‘rossa’ – la Coveco – già coinvolta in altre storie (come potete leggere qui).
Mentre il grillino Corrao ha chiamato, come già accennato, il Prefetto perché teme “ingerenze di carattere affaristico mafioso”, le cronache registrano una dichiarazione – che risale a metà Aprile scorso – del segretario regionale del PD siciliano, Fausto Raciti:

“Ad Alcamo è stato fatto un lavoro importante: alle amministrative PD e UDC sosterranno insieme la candidatura di Vincenzo Cusumano. Questa alleanza fra PD e UDC avvia un percorso di profondo rinnovamento nella vita politica locale. Il nostro obiettivo è portare ad Alcamo una ventata di novità nell’amministrazione della città”.

Peccato che Alcamo – come già ricordato – il centrosinistra amministra da decenni. Con chi o vorrebbe attuare ‘sto rinnovamento Raciti?

 

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