Parco dei Nebrodi: “Le vacche mafiose” e quegli interessi ‘antimafiosi’…

21 maggio 2016

Terra e Liberazione rompe gli indugi. E propone una analisi che parte da un dato:“La Sicilia importa il 95% delle carni e delle mortadelle che consuma”. Ma normale è?

Sfilano i professionisti dell’antimafia: quelli più volte nominati da sonori pentiti – e mai (ufficialmente) indagati-  danno lezioni di ‘antimafiosità’. Quelli che hanno governato con gente ora indagata per mafia e corruttele varie (di cui si aveva ampio sentore), ora parlano di legalità ed invocano gli eserciti. Quelli che hanno chiuso gli occhi davanti a tutto, ora predicano l’antimafia del fare. Insomma, va in scena la solita farsa del circo  dell’antimafia sulla trama ancora poco chiara dei fatti avvenuti sui Nebrodi.

Sono sempre loro: i professionisti dell’antimafia che trovano nuova linfa per cercare  microfoni e flash, poco importa se il loro curriculum politico segnala incoerenza e collusioni.

Ci risiamo. Punto e a capo. Ci manca solo una puntata sul caso de l’Arena di Giletti, che con la solita ‘scienza’, butterà fango sulla Sicilia senza neanche capire di cosa si stia parlando con l’immancabile aiuto dei soliti impresentabili che, dinnanzi ad un giornalista mediamente intelligente, peparato e non ‘prezzolato’, crollerebbero sotto il peso delle minchiate che dicono.

Ma tant’è. Il circo dell’antimafia riguadagna la scena.

Cosa pensiamo noi di questo singolare attentato al Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, ve lo abbiamo già detto nei due articoli che trovate allegati alla fine di questo post. E mentre restiamo sempre in attesa che sia la magistratura a dire di che si tratti, vi proponiamo la lettura che del caso offre Terra e Liberazione, coraggioso movimento siciliano (se volete conoscerli meglio qui trovate la nostra intervista) che non le manda mai a dire. E che parte da un dato:

“La Sicilia importa il 95% delle carni e delle mortadelle che consuma”. Già questo dato fa rabbrividire: quel poco che resta arriva dagli allevamenti siciliani e i più importanti sono quelli dei Nebrodi. Non è che ora con questa ennesima ‘pupiata’ sbaracchiamo anche questi?

Per Terra e Liberazione si tratta di un dubbio più che lecito: se la Sicilia produce solo il 5% delle carni che consuma dobbiamo dire grazie “alle solite nebbie dello spettacolo coloniale della SiciliAfrica italiana e delle sue ‘4 vacche mafiose’ al tempo del Ptotettorato di Bruxelles. La Regione svuotata e fallita – continua Terra e Liberazione- può solo concedere terreni e acque, boschi e vento, Sole e trivellazioni, alle MULTINAZIONALI CORSARE DELL’IMPERIALISMO NORDICO”.

“Il resto è propaganda: un carnevale di perline colorate per gli indiani delle campagne siciliane, costretti a subire le logiche europee nell’assenza di una Banca Siciliana per lo Sviluppo AgroEnergetico. Il PD della borghesia mercenaria dell’Isola del Tesoro –coi suoi giovani rampanti e ignoranti- si prepara a regolamentare il “traffico”.

E ancora (ve l’avevamo detto che gli amici di Terra e Liberazione non le mandano a dire!): “Solidarietà umana al dott. Antoci -presidente dell’Ente Parco dei Nebrodi- vittima del primo attentato terroristico nella SiciliAfrica italiana al Tempo del MUOStro e del Protettorato coloniale di Bruxelles. Solidarietà personale, NON POLITICA”. 

Che dire delle esternazioni di Crocetta?

“I proclami isterici e reazionari del Governatore Crocetta invocanti lo spettacolare intervento dell’esercito tricolorato contro le ‘VACCHE MAFIOSE’ evocano una tragedia antica che solo riciclaggio parassitario dei fondi europei rende farsa contemporanea”.

“Il Governatore Crocetta- sottolinea Terra e Liberazione-  si dia una calmata: l’Esercito ‘piemontese’ sui Nebrodi? Ma a fare cosa? Amara a mannira c’havi picuraru amicu di li lupi (triste il destino del gregge che ha un pastore amico dei lupi)”.

 “Governatore, mandaci il tuo Corpo Forestale, anzi VACCI TU!. E prima di urlare contro i Tortoriciani pensa ai tuoi complici del Partito dell’Ordine Antimaf-confindustriale, sintesi perfetta della borghesia coloniale di questa SiciliAfrica colonizzata: bande di impostori, parassiti e mercenari. Altro che le vacche mafiose e i Tortoriciani”.

Il punto, per Terra e Liberazione è che “sulle MONTAGNE DEL NEBROS, nel cuore antico della SICILIA MILLENARIA, va in scena una nuova puntata del dramma coloniale sul canovaccio secolare della contesa tra una ‘mafia di montagna’ che alleva vacche e pasce pecore, e una ANTIMAFIA COLONIALE che giocando a gatti&topi produce tonnellate di carte e ipocrisia, quando non traffica influenze nel contrabbando miliardario di Monnezze e nel depistaggio coloniale di Verità indicibili”.

“Si annuncia – dichiara il movimento- la parodia delle gesta criminali dell’osannato Prefetto Mori – i cui ritratti affiancavano il Duce nelle scuole siciliane degli anni Venti –  quando nelle nebbie della GUERRA ANTIMAF si terrorizzavano interi paesi e villaggi di Montagna rei di non volersi piegare alle visioni del Regime italiano in camicia nera (Sciascia docet)”.

“Dal 1860 – aggiunge Terra e Liberazione – il NEMICO A CASA NOSTRA ed è una borghesia coloniale coi suoi accademici e politici, sensali e gabellotti, sempre meno ascara e più mercenaria, sempre più inutile e parassitaria. Quella proposta contro la ‘MAFIA DELLE MONTAGNE’ che arriva dai moralizzatori Antimafia – maschere nostrane dei Commissari n/europei-  è una realtà mistificata e impugnata come una clava di plastica nello spettacolo coloniale che incatena il nostro desertificato paesaggio zootecnico alle sue vacche mafiose sullo sfondo invisibile di un disastro socio-economico che è un sofisticato risultato voluto”.

Nella riflessione di Terra e Liberazione un pensiero va anche all’AGEA, lAgenzia per le erogazione in Agricoltura (ente governativo da dove passa il fiume di risorse destinate al settore):  “Un braccio armato di Bruxelles –che spaccia fondi pubblici in logiche anti-economiche, conservatrici e dopanti. Questo paesaggio agro-pastorale –animato da centinaia di bravi allevatori e pastori transumanti, che stanno infangando- è del tutto dipendente dalle concessioni fondiarie regionali dell’AFOR e dei Comuni e dall’intervento pubblico dell’AGEA europea. Ma non è molto differente la condizione degli allevatori e pastori delle Alpi e dell’Appennino, per non dire della tragedia sociale e culturale che si sta consumando in Sardegna”.

E, infine, la politica agricola:

“La P.A.C. –Politica Agricola Comunitaria- sarà sempre più uno strumento funzionale ai grandi gruppi dell’AgroBusiness & G.D.O. dell’imperialismo NORDICO. Venderanno da Giletti a RAI1 e nello spaccio bestiale dei loro teatrini televisivi l’immagine di una Sicilia che non esiste, identificata nella presunta barbarie di un mondo residuale  che sopravvive a se stesso nelle sue forme sol perché l’irrazionalità del REGIME COLONIALE lo tiene in vita con iniezioni di danaro pubblico attraverso quell’AGEA che distribuisce MILIARDI NOSTRI per costruire un consenso passivo alla Piramide di una “Unione Europea” che nessuno vuole, né, d’altronde, ce lo hanno mai chiesto”. (per leggere l’analisi completa: https://terraeliberazione.wordpress.com/)

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