Palermo: dopo la ZTL del Comune arriva la ZVL del Rettore dell’Università, Fabrizio Micari…

20 maggio 2016

Si tratta della Zona a Voto Limitato. Obiettivo: boicottare le elezioni universitaria. Operazione perfettamente riuscita, se è vero che l’affluenza nel capoluogo siciliano è la seconda più bassa di tutto il sud Italia, come denunciano gli studenti dell’UDU, Unione Degli Universitari. Il 5% degli studenti palermitani si è recato alle urne a fronte di un’affluenza che si aggira intorno al 20% in molti altri Atenei del collegio. Dicono gli studenti: “Le nostre richieste rivolte al Rettore per consentire una maggiore affluenza sono rimaste totalmente inascoltate”

Da Roma Renzi sta ‘incaprettando’ la Sicilia scippando un giorno sì e l’altro pure le risorse finanziarie. Il Governo regionale, lungi dal difendere i Siciliani, fa da ‘basista’ ai ‘predoni’ romani. I sindaci dell’Isola, invece di difendere i cittadini che li hanno eletti, aiutano il Governo Renzi massacrando i cittadini con le tasse locali: di fatto, facendo pagare ai propri cittadini i soldi scippati da Roma. L’Università di Palermo poteva restare fuori da questo sfascio? Certamente no. Così il Rettore Fabrizio Micari ha deciso di dare un tocco tutto suo al disfacimento siciliano, provando, con ‘successo’, a limitare la partecipazione democratica al voto universitario.

Come? Con una trovata che fa il paio con la ZTL del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e con l’assessore comunale alla Mobilità, Giusto Catania. Così il Rettore Fabrizio Micari, forse preso d’invidia dalla fantasia degli amministratori comunali, si è cimentato nella Zona a Voto Limitato (ZVL). Insomma, il Rettore ha sostituito la T e …

“Questa è la quinta volta in un anno in cui gli studenti del nostro Ateneo sono chiamati alle urne per eleggere i propri rappresentanti – sottolineano gli studenti dell’UDU (Unione Degli Studenti) -. Nella stragrande maggioranza degli Atenei italiani le elezioni studentesche sono programmate in maniera tale da consentire un unico voto, ogni due anni, in cui gli studenti sono chiamati ad eleggere i loro colleghi in tutti gli organi di rappresentanza presenti in Ateneo.

“Consapevoli che sarebbe stato difficile convincere i colleghi a tornare alle urne per l’ennesima volta durante quest’anno, ci aspettavamo che il Rettore e l’amministrazione d’Ateneo si impegnassero per garantire l’affluenza al voto e per predisporre procedure elettorali utili a semplificare le operazioni di voto per gli studenti. Solo venerdì pomeriggio, invece, è stato pubblicato l’elenco delle ubicazioni dei seggi da cui abbiamo appreso innanzitutto l’assenza delle liste elettroniche per l’elettorato degli studenti. Si tratta della mancata possibilità concessa agli studenti di potere votare in uno qualsiasi dei 22 seggi previsti in Ateneo. Questa procedura, adottata con successo per le elezioni studentesche dell’ultimo anno, aveva garantito un aumento dell’affluenza e stava diventando una buona pratica cui gli altri Atenei d’Italia guardavano con interesse”.

Insomma, niente liste elettroniche per l’Ateneo di Fabrizio Micari.

“L’elenco dei seggi – prosegue la nota dell’UDU – relegava ciascuno studente a potere votare in un singolo seggio e la geografia secondo cui erano disposte le urne risultava pesantemente viziata da scelte quantomeno inopportune: nessun seggio era stato previsto presso la ex Facoltà di Economia, gli studenti dei Corsi di Scienze Politiche, che svolgono la maggior parte delle proprie lezioni all’edificio 19 della Cittadella Universitaria, sarebbero stati costretti a recarsi al Collegio San Rocco, in via Maqueda. Niente di meglio per gli studenti di Scienze Motorie che si sarebbero dovuti spostare da Viale delle Scienze addirittura fino in Via Pascoli o per gli studenti dei corsi di lettere e scienze della formazione a cui è stato impedito di votare presso il polididattico, luogo in cui seguivano le lezioni. Gli studenti di Medicina, a seconda della lettera con cui aveva inizio il proprio cognome, erano costretti a recarsi in uno dei tre seggi sparsi ai poli opposti del Policlinico Universitario”.

“Abbiamo prontamente avviato un’interlocuzione con il Rettore e l’ufficio elettorale al fine di ovviare a tali previsioni – raccontano gli studenti – chiedendo di abilitare gli elenchi elettronici dell’elettorato e di modificare la lista dei seggi rendendola maggiormente funzionale alle esigenze di voto degli studenti. Nonostante le prime rassicurazioni e una nota di richiesta ufficiale inviata a mezzo PEC al Rettore, l’esito delle nostre richieste è alla fine risultato quasi totalmente negativo. Troppo poco tempo, a detta degli uffici, per predisporre le procedure elettroniche per l’elettorato (nonostante il sistema elettronico era già pronto dopo che era stato utilizzato a Marzo per le ultime elezioni), nessuna disponibilità di seggi ad Economia dato che la richiesta per l’individuazione di uno spazio è stata inviata al Direttore del dipartimento di riferimento solo due giorni prima della scadenza stabilita dal Ministero per l’individuazione delle aule in cui ospitare le urne. Solo gli studenti di Scienze politiche hanno ottenuto (con una comunicazione che è arrivata la sera prima del voto) la possibilità di potere votare presso l’edificio 19. Nessuna speranza per gli studenti di Scienze Motorie né per quelli di Medicina”.

“Agli studenti di UNIPA – sottolineano sempre gli studenti – non è stata mandata nemmeno un’email informativa sulle elezioni quando tanti altri Rettori, consapevoli che in queste elezioni ciascun Ateneo gioca una partita utile ad eleggere propri rappresentanti degli studenti in un organo di respiro nazionale, si sono spesi in prima persona per sensibilizzare al voto gli studenti del proprio Ateneo. Nessuna traccia nemmeno di pubblicità “cartacea” dei manifesti elettorali e delle elezioni in generale, nonostante questa fosse prevista come obbligo all’interno dell’ordinanza ministeriale che riguarda queste elezioni”.

“Le statistiche sull’affluenza per il primo giorno di voto rivelano tristemente come le nostre preoccupazioni fossero tutt’altro che infondate – rivelano, dati alla mano, gli studenti dell’UD -: solo il 5% degli studenti di UNIPA si è recato alle urne a fronte di un’affluenza al sud che tocca già oggi picchi del 20%. Sono solo 20 gli studenti di Scienze Motorie che sono riusciti a recarsi in Via Pascoli per votare e l’affluenza dei Corsi di Scienze della Formazione è ferma al 2,5%. Queste cifre rischiano di compromettere irreparabilmente la possibilità da parte delle liste in competizione di eleggere un rappresentante degli studenti palermitani al CNSU”.

“Non ci spieghiamo le ragioni dello scarso interesse dimostrato dal Rettore e dall’ufficio elettorale nei confronti di queste elezioni – sottolineano gli studenti -. Non capiamo come possa essere così lontano dagli interessi del Magnifico Rettore garantire tutto il possibile per consentire agli studenti palermitani di votare e quindi di potere eleggere un rappresentante del nostro Ateneo tra i 28 che siederanno nel Consiglio Nazionale. Ci aspettavamo maggiore coinvolgimento da parte dell’amministrazione nei confronti dei rappresentanti degli studenti che in alcun modo prima di Venerdì hanno potuto concordare la linea elettorale con gli uffici dello Steri. Così non è stato e adesso la possibilità di essere rappresentati al livello nazionale resta unicamente in mano delle associazioni studentesche e della volontà degli studenti di votare nonostante le difficoltà logistiche create dall’Ateneo”.

Amare le conclusioni degli studenti:

“Non ci resta che pensare che il nostro Ateneo non sia interessato a coltivare una rappresentanza studentesca all’interno dell’organo nazionale, forse le cose qui giù a Palermo vanno già abbastanza bene e non si avverte la necessità di dare voce alle esigenze degli studenti di UNIPA rispetto alle dinamiche nazionali che decideranno il futuro del nostro sistema universitario. Forse è così, o forse bisognerebbe iniziare a mettere realmente gli studenti al centro delle politiche e della programmazione del nostro Ateneo, invece di farlo solamente a parole…”.

‘Ascarismo’ anche da parte di chi dovrebbe far partecipare l’Università di Palermo alle “dinamiche nazionali”? Chissà.

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