Il 730 di Baccei: da 1, 6 milioni allo stipendio da assessore. E’ un Santo!

20 maggio 2016

Domanda: cosa spinge un uomo a rinunciare ad un sacco di soldi per venire a fare l’assessore in Sicilia?

Oggi vi sottoponiamo un quesito filosofico: a quale dottrina si ispira un uomo che nel 2014 ha guadagnato più di un milione e mezzo di euro (1.683.804, per la precisione) e che, all’improvviso, rinuncia a tanta ricchezza per vestire il saio di assessore regionale all’Economia, il cui compenso non va oltre gli 11mila euro al mese?

E’ quello che ha fatto Alessandro Baccei, l’agente 001 inviato da Roma per fare i conti in tasca alla Sicilia (e per farle digerire misure draconiane in perfetto stile greco anche se è nato a Massa ed arriva dalla Capitale, dalla corte di un tale visìr Del- Rio Wazir).

I dati li evinciamo dal suo 730, regolarmente pubblicato sul sito della Regione siciliana e che potete leggere qui.

Da notare che il codice Ateco di James Alexandar Bond Baccei è il 70.22.09, alias consulente di imprese.

Non staremo ad annoiarvi con le nostre solite considerazioni sull’opportunità che un consulente di imprese (che era pure socio di Ernst and Young) si occupi, tra le altre cose, di chiudere società regionali per aprire al mercato dei privati (!!!). E non lo facciamo perché tanto in Sicilia, in tema di incompatibilità ed inopportunità, il buon senso (e le leggi) non valgono più di tanto.

Ma non possiamo fare a meno di interrogarci sulla natura ontologica di una tale scelta di vita  che porta un essere umano (quasi etereo) a rinunciare a tanto per venire a fare l’assessore qui da noi.

La verità che, forse, siamo stati troppo ‘cattivi’ con lui. Forse, il nostro Bond in salsa romana, è stato folgorato dall’estasi divina sulla via di Palermo e a noi ha voluto dedicare i frutti della sua illuminazione. Un po’ San Paolo e un pò San Francesco: come lui, infatti, ha rinunciato ad ogni ricchezza, ma mentre il Santo di Assissi venerava la natura tutta, il suo amore infinito è rivolto a fratello Rosario e sorella Sicilia.

Facciamo un mea culpa: da oggi non lo chiameremo più né proconsole, né pretoriano, né Dracone, né Catilina e neanche Alexander Bond.

Lo chiameremo semplicemente Alessandro da Massa, il Santo dei Siciliani.

ndr Da notare che, a riprova della sua ‘Santità, c’è  un’altra voce interessante sul suo 730:  su un totale di 1.683.804 milioni di compensi, le spese per i consumi e per le spese (rappresentanza, ecc) ammontano solo a 8971mila euro. Che dire?

Si è nutrito di spirito e disdegna la materia…E’davvero un essere etereo!

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