Palermo, la città più sporca d’Europa. I cittadini scrivono al presidente della RAP

15 maggio 2016
Da qualche anno l’Amministrazione comunale di Palermo cerca di farsi riconoscere qualche ‘primato’ dall’Unione Europea. Ma un primato ce l’ha già: ‘a munnizza. Eh sì, Palermo, che doveva diventare la ‘Capitale della cultura’, è diventata la ‘Capitale ‘r’a munnizza. Ecco cosa chiede un gruppo di cittadini al presidente dell’Azienda che si dovrebbe occupare della pulizia della città
 

La raccolta dell’immondizia dei cassonetti che procede a ‘corrente alternata’ con continui salti di turni. Assenteismo ai massimi livelli. I lavori di pulizia, da bisettimanali, diventano bimensili. Il diserbo è inesistente. Il cestini getta-carta vengono abbandonati per mesi. Mentre sulla raccolta differenziata dei rifiuti vengono fatti girare dati falsi. Per non parlare dell’alto numero di addetti dell’Azienda dichiarato inabile ai servizi esterni.
Questo, in estrema sintesi, è lo stato dell’arte della RAP, sigla che sta per Risorse Ambiente Palermo, la società che fa capo al Comune di Palermo che dovrebbe tenere pulita la città. Un obiettivo che continua ad essere un miraggio.
Il tema è affrontato in una lettera che i protagonisti di Cittadini per Palermo più verde e pulita (un’associazione fondata da un folto gruppo di palermitani) hanno inviato al presidente della RAP, Roberto Dolce.
“Esattamente due mesi fa – si legge nella lettera – Lei è stato nominato presidente della RAP, la sigla che ha sostituito l’AMIA nella gestione dei servizi di spazzamento, raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Un anno intero del tempo del suo predecessore è stato occupato da complessi problemi burocratici connessi alla passata gestione. Nel luglio 2014 quella fase è stata chiusa e il dottor Marino (il riferimento è all’ex presidente della RAP, Sergio Marino, oggi assessore comunale ndr) il 7 agosto 2014 ha dichiarato: ‘Adesso la RAP potrà diventare, poco per volta, ma giorno dopo giorno, l’Azienda della città, riconosciuta dalla stessa città, e su questo piano il CdA non ammetterà alcuna forza interna contraria, programmando infatti già da settembre (2014) una profonda ristrutturazione dei servizi. Pertanto il servizio avrà il posto che gli compete, mettendo i privilegi da parte’”.
“Le poche righe della dichiarazione di Marino – leggiamo sempre nella lettera – individuavano già i soggetti che avversavano la sua azione: i privilegi e le forze interne. La RAP non ha infatti problemi di organico, anzi appare sovradimensionata rispetto alle consorelle delle altre grandi città del nostro Paese. La RAP non ha carenze di mezzi, l’autoparco è ben dotato e i mezzi sono relativamente nuovi. La RAP ha addetti allo spazzamento in numero adeguato all’estensione delle vie cittadine. Ha circa 100 addetti al diserbo, 30 addetti allo svuotamento dei cestini. Allora perché ha il primato di città più sporca dell’intera area euro-africana?”.
“Marino – prosegue la lettera – ha meritoriamente prima fatto pubblicare il Piano di spazzamento. Pulizia giornaliera, trisettimanale e bisettimanale erano e sono, secondo contratto, le previsioni della gran parte delle strade cittadine, poi verificato che la RAP non assicurava quello che per contratto doveva garantire lo ha improvvidamente rimosso dal vostro sito. Lei sa che questo piano è ancora platealmente disatteso? Lei sa che i suoi addetti intendono bisettimanale come bimensile e la frequenza programmata come gentile concessione episodica da elargire ai cittadini contribuenti? Lei sa che il servizio di diserbo è inesistente e che solo la natura, il ciclo delle stagioni o qualche privata e operosa mano s’incaricano di rimuovere quello che decine di addetti avrebbero come compito?”.
“Lei sa – si legge sempre nella lettera – che i cestini getta-carta anche i numerosi di nuova istallazione traboccano costantemente? Lei conosce la frequenza ridicola con cui carta, plastica e vetro sono rimossi dalle oramai superate campane di raccolta? Lei sa che i dati della raccolta differenziata dei rifiuti, a Palermo, sono probabilmente gonfiati e la percentuale di raccolta è lontana da quel 50% dichiarato? Lei è a conoscenza che il servizio di disinfestazione gira a basso regime, ma registra alti consumi di prodotto? Lei è a conoscenza che la rimozione dei rifiuti dai cassonetti è sottoposta a continui salti di turno? Che l’assenteismo nella sua azienda è tra i più alti di Italia? Che un altissimo numero di addetti è stato dichiarato inabile ai servizi esterni?”.
“Non tutti i cittadini – prosegue la missiva – condividono lo spirito di questa lettera. Sono stati disabituati al decoro, alla coscienza civica, al rispetto per la propria città anche da chi non cancella con tempestività i segni della loro inciviltà. Il suo predecessore tutto questo lo conosceva bene, ma cercava di correggere queste mostruosità, questa condanna sociale che contribuisce a collocare Palermo nelle ultime fila di ogni graduatoria sulla vivibilità, attraverso la sola azione della buona e corretta amministrazione. Un’azione che altri hanno percorso e che non consegue, purtroppo, nessun risultato. I precedenti membri del Consiglio d’amministrazione, nonostante gli sforzi enormi e la grande volontà, non sono riusciti a farcela. I nemici interni che Marino evocava sono sempre forti. Aspettano, mancano oramai pochi mesi, che il tempo del vostro mandato trascorra per continuare nei vizi di sempre. Lei come Marino ha bisogno di alleati”.
“Questa non è la sua partita o quella del sindaco per una città più pulita e decorosa – si legge sempre nella lettera di Cittadini per Palermo più verde e pulita –Questa è la battaglia dei cittadini indignati dalla pervicacia con cui gli ordini sono disattesi, le maestranze non svolgono il servizio, i tempi sono dilatati e le previsioni calpestate fino a rendere Palermo la città più sporca d’Europa e del Nord Africa. Lei ha bisogno dei cittadini, non si chiuda nella sede aziendale, li chiami al suo fianco. Ascolti i loro consigli. Li coinvolga direttamente nella vigilanza, nei controlli, nella valutazione dell’operato degli addetti. Non dimentichi che questi cittadini sono i contribuenti che pagano il servizio. Gli utenti ai quali dovrebbe essere reso il servizio: la pulizia e il decoro della città. Allora perché ogni angolo di questa sciagurata Palermo grida la sua indignazione per com’è trascurata e offesa?”.
“Le chiediamo – prosegue la lettera – come già al suo predecessore, di incontrarLa, anche se mille dubbi ci assalgono, e svolgere insieme un percorso verso il riscatto da quello che oramai da lunghi decenni sembra ineluttabile destino e invece è soltanto triste, ma reversibile, storia di privilegi, ricatti, pavidità. Renda il suo mandato un passaggio che sarà ricordato e non una pagina tra le tante altre”.
Il testo della lettera è molto simile a quello che l’associazione ha inviato al già citato Sergio Marino nell’Autunno del 2014. Segno che a Palermo i cambiamenti sono lenti, ammesso che ve ne siano (ci riferiamo, ovviamente, ai cambiamenti in positivo, perché di cambiamenti in negativo se ne vedono tanti: a cominciare dall’aumento della povertà).
“Vedremo se il dottore Dolce accetterà di incontrarci – ci dice Aldo Penna, uno dei protagonisti di quest’associazione -. e verificheremo quali novità propone il nuovo presidente. Registriamo con amarezza che i presidenti cambiamo e i dirigenti restano. Così come restano i disservizi che spesso a parole si vogliono nascondere e poi esplodono e si manifestano con rinnovata sciagura”.
E che dire della raccolta differenziata dei rifiuti? Dicono che la raccolta differenziata per strada sia al 6%. E che la raccolta ‘Palermo 1’ (che riguarda il 20% dei cittadini palermitani) sia al 50%. Ma ovviamente non ci crede nessuno. Sono, è il caso di dirlo, ‘numeri’ messi in giro per evitare di pagare le penalizzazioni…

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