La carreggiata della Pa-Ct ‘inaugurata’ da Renzi poteva essere riaperta al traffico lo scorso anno

1 maggio 2016

Lo ribadiscono i grillini. Ma lo affermava lo scorso anno, in un’intervista a La Voce di New York, il professore Vincenzo Liguori, docente presso la facoltà di Ingegneria di Palermo. Perché non è stata riaperta? Forse perché non bisognava disturbare chi ha gestito l’appalto per la ‘bretella’? Il dubbio di un possibile danno erariale. E i danni causati dalle famiglie e alle imprese della Sicilia

 

Renzi ha ‘inaugurato’ solo oggi la carreggiata dell’autostrada Palermo-Catania che avrebbe potuto essere aperta al traffico già lo scorso anno. Perché, allora, il capo del Governo e i suoi collaboratori hanno pensato solo adesso a riaprire al traffico un tratto di autostrada percorribile? Perché lo scorso anno – quando si è verificata la frana che travolto una carreggiata del ponte autostradale sul fiume Himera – l’obiettivo del Governo era l’appalto per la ‘bretella’. La pulitura dell’alveo dell’Himera e la verifica statica della carreggiata avrebbe evitato la realizzazione della ‘bretella’. Con notevoli risparmi.

Ma forse quei soldi non dovevano essere risparmiati, ma spesi…

Questa tesi non ce la stiamo inventando noi. La potete trovare in un’intervista che il professore Vincenzo Liguori, docente di Geologia applicata del dipartimento di Ingegneria civile ambientale e aerospaziale, scuola politecnica dell’Università di Palermo, ha rilasciato a chi scrive sul quotidiano on line La Voce di New York (che qui potete leggere per esteso).

Mi ero quasi dimenticato di questa intervista che risale al 14 Luglio del 2015. Mi è tornata in mente leggendo sulla rete i commenti di alcuni renziani. L’albagia e l’arroganza di questi personaggi, che si danno coraggio l’un l’altro nel criticare chi critica Renzi, mi ha fatto riflettere.

La tesi di questi signori è che, per riaprire la carreggiata dell’autostrada non interessata dalla frana, è stato giusto attendere oltre un anno. Per fare le “verifiche” che solo certi ingegneri conoscono. Così mi sono ricordato che, in quei giorni, ho intervistato un docente presso la facoltà di Ingegneria di Palermo. Per l’appunto il professore Liguori. Che mi sembra dica cose molto diverse dai renziani ‘ingegneri’.

Il professore Liguori manifestava dubbi sulla realizzazione delle ‘bretella’:

“A Roma – ci diceva lo scorso anno il docente universitario – non hanno messo neanche in conto l’enorme difficoltà che le imprese al lavoro dovranno fronteggiare per reperire il materiale per la costruzione della ‘bretella’, visto che nella zone vicine non ci sono cave in attività”.

La bretella è stata realizzata lo stesso. Chissà con quali costi. Questo sarebbe un aspetto interessante da chiarire.

Secondo il professore Liguori, lo scorso anno le priorità per i lavori avrebbero dovuto essere due: il consolidamento della frana del 2005, con la pulitura dell’alveo dell’Himera e la verifica statica della carreggiata Catania-Palermo che, se percorribile, avrebbe evitato la costruzione della ‘bretella’, con notevoli risparmi.

Ma forse uno dei ‘misteri’ potrebbe essere legato proprio a questa ‘bretella’: o meglio, agli appalti da gestire, magari nel nome dell’emergenza, secondo uno schema già collaudato in Sicilia nel settore dell’acqua e dei rifiuti.

Anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle dell’Assemblea regionale siciliana, un anno fa, hanno chiesto ‘lumi’ al professore Liguori. Oggi, in un comunicato, i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle scrivono quanto segue:

La riapertura della carreggiata sul ponte Himera è la prova che quello che dicevamo da sempre era corretto. Il tratto autostradale era agibile, ne andava testata subito la staticità, dopo aver abbattuto la carreggiata collassata. Chi ha sbagliato paghi e, soprattutto, risarcisca le imprese siciliane per gli enormi danni subiti inutilmente”.

In questa storia si potrebbero configurare due tipi di danni: un danno erariale, là dove si dovesse dimostrare che la realizzazione della ‘bretella’ si sarebbe potuta evitare; e un danno per le imprese e le famiglie siciliane, che sono state costrette a una sorta di corsa a ostacoli per recarsi da Palermo a Catania e viceversa.     

I grillini siciliani hanno già fatto sapere di aver già creato uno staff legale che cercherà di capire chi e come dovrà risarcire le imprese e la Sicilia per “danni gravissimi, ma in gran parte evitabili”.

I tempi impiegati per mettere una pezza a questo sfacelo – dice il deputato regionale Stefano Zito – sono ingiustificabili e questo ha gonfiato le perdite e i danni alle imprese e alla Sicilia. I test sulla carreggiata andavano fatti subito dopo l’abbattimento della carreggiata danneggiata, cosa che andava pure nettamente anticipata rispetto ai tempi inaccettabili tenuti. Lo abbiamo sempre detto”.

“A suffragare i suggerimenti del Movimento 5 Stelle – si legge sempre nel comunicato – era stata anche l’Università di Palermo e, in particolare, il professore Vincenzo Liguori, docente della facoltà di ingegneria che, come lui stesso ha affermato, si era messo a disposizione per le prove di staticità, ma senza successo”. 

 

 

 

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