Piercamillo Davigo? La Sicilia e certi politici siciliani dimostrano che ha ragione da vendere

24 aprile 2016

Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Piercamillo Davigo, ha detto che i politici rubano e non si vergognano. Ma cosa avrebbe detto di sbagliato? Secondo voi chi specula sui migranti si vergogna? E i politici siciliani che trafficano con le discariche si vergognano? E i parlamentari dell’Ars che hanno ‘bocciato’ la mozione di censura ad Antonello Cracolici, condannato dalla Corte dei Conti per danno erariale, si vergognano?

  

Cos’ha detto di tanto grave il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Piercamillo Davigo? Che la corruzione, in Italia, impazza? Che i politici del Belpaese che rubano non si vergognano? Ma non sono forse cose che i cittadini vedono ogni giorno? Quale sarebbe la novità?

Recita un vecchio adagio: “Male non fare, paura non avere”.

E’ evidente che chi, oggi, ha manifestato paura per le parole di Davigo deve avere un po’ di paura, forse perché ha fatto del male, magari al pubblico Erario.

Facciamo un solo esempio: lo scandalo Mafia Capitale, sul quale è calata la sordina. La Procura della Repubblica di Roma ha chiamato l’inchiesta con tale nome perché i metodi utilizzati per gestire i migranti sono ascrivibili ai metodi mafiosi. O dobbiamo dimenticare che i personaggi che gestiscono questo grande affare dicono che, con i migranti, si guadagna di più che con la droga?

A voi risulta che il grande affare sui migranti sua finito? A noi non risulta. Anzi. L’unico timore dell’Italia – o meglio, di chi in Italia gestisce questo lucroso settore – è la chiusura delle frontiere. Perché, a frontiere chiuse, non si riuscirebbe più a far transitare questi migranti verso altri Paesi. Ma fino a quando le frontiere rimarranno aperte chi specula su questa gente continuerà a farlo.

Forse è cambiato qualcosa dopo l’esplosione dello scandalo di Mafia Capitale? A noi non risulta. Prima di Mafia Capitale lo Stato corrisponde ai gestori di questi centri trentacinque Euro al giorno per ogni migrante. Due Euro vanno al migrante, il resto finisce ai gestori.

Quanto spenderanno ogni giorno per il vitto? A nostro avviso, pochi Euro, se consideriamo che, in media, la qualità del cibo che i centri di accoglienza mettono a disposizione dei migranti che rimangono in Italia (ci riferiamo ai richiedenti asilo) sembra uguale, se non inferiore, a quella dei cibi che vengono forniti negli ospedali.

E’ o non è un grande affare?

Cosa abbiamo saputo degli appalti che vanno in sena al Cara di Mineo? Alimentano o no la politica? Tutti muti.

Visto che abbiamo parlato del Cara di Mineo, vogliamo parlare della corruzione in Sicilia? Ci sono depuratori che non hanno mai deputato le acque di fogna. Per una Regione turistica come la Sicilia questo dovrebbe essere un reato gravissimo. Ma non succede nulla.

Solo qualche giorno fa, in provincia di Agrigento, hanno sequestrato l’ennesimo depuratore. Nell’Agrigentino sono otto i depuratori finiti sotto sequestro. Alcuni di questi impianti, più che depurare, inquinavano.

Che fine hanno fatto i soldi – tanti soldi – spesi per questi impianti? Avere speso decine e decine di milioni di Euro per depuratori che non funzionano (e che, in alcuni casi, inquinano) non è forse un fatto grave?

Vogliamo parlare delle discariche? Molte di queste discariche, in Sicilia, operano fuori legge. Sotto terra finiscono rifiuti che andrebbero trattati diversamente. Questo forse non è un reato? Ci sono state discariche che sono state autorizzate ad ampliare i propri impianti con autorizzazioni truffaldine. Ci sono stati anche arresti. Ma non cambia nulla.

Anzi, un cambiamento c’è: la Regione siciliana, dal 2008 ad oggi, ha appoggiato la politica delle discariche, che in alcuni casi fanno capo a soggetti privati. La Regione non ha spinto per la raccolta differenziata dei rifiuti nei Comuni.

Improvvisamente, nella manovra economica e finanziaria 2016 approvata dall’Assemblea regionale siciliana, è spuntata una norma che raddoppia la tassa ecologica per i cittadini di quei Comuni che non hanno raggiunto il 60% di raccolta differenziata.

Siamo davanti a una norma ‘leonina’ che l’Alta Corte per la Sicilia, se fosse stata in vita, avrebbe senz’altro impugnato, perché si tratta di un raggiro del Parlamento siciliano a danno dei Siciliani. Come può un Governo non fare nulla per incrementare la raccolta differenziata nei Comuni e poi ‘multare’ i cittadini dei Comuni perché non hanno effettuato la raccolta differenziata?

Secondo voi è normale che i cittadini di Palermo debbano pagare questa tassa ecologica, quando la stessa Amministrazione comunale ha smantellato l’isola ecologica che è indispensabile per effettuare la raccolta differenziata? (questa incredibile storia la potete leggere qui).

Eppure, quest’anno, la Regione siciliana toglierà dalle tasche dei Siciliani – già massacrati dalle tasse e dalle imposte statali e locali – circa 70 milioni di Euro!

Questa sarebbe buona amministrazione della cosa pubblica?

Secondo voi i politici siciliani che hanno voluto e votato questa norma si vergognano?

Vogliamo parlare delle opere ferroviarie di Palermo?

Passante ferroviario: 800 milioni di Euro già spesi. L’opera – che dovrebbe collegare l’aeroporto ‘Falcone-Borsellino’ con la città – è bloccata. Come finirà? Aspettiamo Godot… O un’altra montagna di fondi pubblici. Per la cronaca, ci sono circa sessanta famiglie che hanno perso la casa a causa dei lavori del Passante. Che aspettano l’indennizzo.

Anello ferroviario: circa 100 milioni di Euro stanziati. Lavori sospesi per mafia. Con danni enormi per la città: Piazza Politeama sventrata, senza alberi; via Emerico Amari chiusa al traffico; idem per viale Lazio e via Sicilia. Oltre mille alberi tagliati. Anche in questo caso, aspettiamo Godot.

Il Tram. Costo: oltre 320 milioni di Euro. Costo enorme: quasi 20 milioni di Euro per ogni chilometro di strada ferrata realizzata in città (all’aperto, senza gallerie). Intervento dell’Anticorruzione nazionale nell’Ottobre del 2014. Si attende che la Corte dei Conti faccia luce su 80 milioni di Euro.

Ora, cari lettori, vi poniamo una domanda: cosa sarebbe successo, ai tempi della Lira, se l’Amministrazione comunale di Palermo avesse speso oltre 600 miliardi di vecchie lire per 15 chilometri di strada ferrata?

Alla fine, dopo questa sarabanda di appalti, in funzione c’è solo un Tram che serve forse l’1 per cento della popolazione. E alcune fermate della Metropolitana cittadina. Senza integrazione: il Tram lo gestisce il Comune di Palermo tramite una propria società (AMAT); la Metropolitana la gestisce Ferrovie dello Stato tramite una propria società. Morale: bisogna pagare il biglietto agli uni e agli altri.

Secondo voi è tutto regolare?

E secondo voi è normale che i giudici del TAR Sicilia accolgono un ricorso contro una ZTL senza capo né coda che il Comune ha provato ad imporre ai palermitani e il sindaco Leoluca Orlando annunci di stare “indagando” sull’ordinanza del TAR Sicilia?

Ed è giusto che il capogruppo del PD al Consiglio comunale di Palermo, Rosario Filoramo, definisca il pronunciamento dei giudici amministrativi “un provvedimento politico”? Sono o non sono, questi, attacchi alla Giurisdizione? (qui potete leggere meglio tutta la storia)

Che dire del centrosinistra che amministra ovunque? Quando la magistratura era attaccata da Berlusconi, PD e compagni difendevano i magistrati. Ora che la magistratura, per bocca di Davigo, dice solo verità che sono sotto gli occhi di tutti, al PD la magistratura non piace più.

(Da questa storia lasciamo fuori Leoluca Orlando che – lo ricordiamo a chi l’avesse dimenticato – diceva che Giovani Falcone si teneva le carte dentro i cassetti).

E che dire di Antonello Cracolici, naturalmente del PD, condannato dalla Corte dei Conti a risarcire oltre 340 mila Euro? Lui si dice turbato. Ma se è “turbato” per la condanna, perché non si dimette? Insomma, turbato sì, ma con la poltrona…

I grillini dell’Ars hanno presentato una mozione di censura per Cracolici. Che è stata respinta con 50 voti a lui favorevoli.

I fatti non riguardano Cracolici nel suo attuale ruolo di assessore regionale all’Agricoltura. Riguardano la passata legislatura, quando svolgeva il ruolo di capogruppo del PD all’Ars. Un gruppo di circa 36 deputati. Con un budget molto sostanzioso.

L’aspetto incredibile è che i parlamentari che a Sala d’Ercole hanno parlato e votato contro la mozione di censura per Cracolici non si sono resi conto di avere avallato un metodo di gestione dei fondi pubblici messi a disposizione dei gruppi parlamentari molto discutibile.

Un conto è utilizzare questi fondi per il personale del gruppo parlamentare, mentre altra e ben diversa cosa è utilizzarli per acquistare costose automobili, per pagare regali, panettoni, caffè, ristoranti e altre spese di questo genere.

Un deputato, intervenendo al dibattito, ha detto che la “Corte dei Conti, su tale materia, ha cambiato orientamento”. Questo deputato è disinformato. Non sa che, nei primi anni ’90 del secolo passato la magistratura contabile ha provato a mettere il naso nei conti dei gruppi parlamentari, ma è stata fermata dal “difetto di giurisdizione”.

Questo cavillo – perché è un cavillo – oggi non c’è più e la Corte dei Conti ha sanzionato non soltanto il “turbato” Cracolici, ma quasi tutti i capigruppo dell’Ars della passata legislatura.

Due considerazioni finali.

La prima. Proprio nella scorsa legislatura un gruppo di dipendenti dell’Ars – non vincitori di concorso, ma personale che opera presso i gruppi parlamentari da vent’anni e forse più – ha subito un decurtamento degli stipendi perché tutti, in un momento di crisi – così hanno detto i parlamentari dell’Ars della passata legislatura – debbono fare sacrifici.

A giudicare da quello che abbiamo visto, gli unici a non fare sacrifici, nella passata legislatura, sono stati proprio i deputati (è stato l’attuale Consiglio di presidenza dell’Ars, e non quello della passata legislatura, che ha disposto una riduzione degli emolumenti dei parlamentari): non solo non hanno fatto sacrifici, ma i capigruppo, “turbati” e non turbati sono stati condannati per avere sperperato fondi pubblici in modo incredibile.

La seconda. Un ex capogruppo ha detto allargando il petto: “A fine legislatura erano rimasti 800 mila Euro e li ho restituiti”.

Forse avrebbe voluto tenerseli?

 

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